Prezzo al momento dell'analisi (05/09/2023): 7,16 euro
L’azione, che ha recuperato molto terreno nel corso dell’anno, resta, secondo noi, correttamente valutata.
Consiglio: mantieni
C’è da preoccuparsi per la banca spagnola BBVA (Isin ES0113211835), molto presente, tramite la controllata Garanti, in Turchia, un Paese la cui moneta ha perso oltre il 70% negli ultimi 5 anni e con inflazione intorno al 50%? Noi pensiamo di no. Attualmente le sue principali fonti di profitto provengono, infatti, dalle attività in Messico e Spagna (53% e 25% degli utili), mentre la controllata in Turchia contribuisce solo per l'11% ai suoi risultati. Inoltre, dopo le pesanti perdite registrate in passato in questo Paese e il cambio ai vertici della Banca centrale turca, riteniamo che il peggio sia ormai alle sue spalle. In ogni caso, la solvibilità di BBVA ci sembra ragionevole. Sebbene il suo coefficiente di solvibilità (13%) sia attualmente leggermente inferiore alla media delle banche europee (15%), non se la caverebbe male in uno scenario di crisi. Secondo i risultati dello stress test condotto ogni 2 anni dall’Autorità bancaria europea, il suo coefficiente scenderebbe al 9,7%, contro un calo del 10,4% per le banche europee. Considerando tutto ciò e i buoni risultati di BBVA, non vediamo grossi rischi per questo titolo. La banca ha chiuso il 1° semestre con un utile di 0,65 euro per azione (+40%), trainata dall'attività bancaria tradizionale (+33%); una tendenza che dovrebbe continuare nei prossimi mesi. Rivediamo, quindi, al rialzo le stime sull’utile per azione 2023 (da 0,98 a 1,20 euro per azione) e sul dividendo atteso per quest'anno (da 0,41 a 0,50 euro per azione). Puoi mantenere il titolo.