Un futuro roseo per i videogiochi?

Il mercato dei videogiochi non è un mercato di nicchia per giovanissimi
Il mercato dei videogiochi non è un mercato di nicchia per giovanissimi
Il mercato dei videogiochi non è un mercato di nicchia per giovanissimi: si stima che il numero di giocatori (su internet, telefono, console…) sia in un intorno dei 3 miliardi e con un’età media di poco superiore ai 30 anni. Non per nulla, molti di tali giocatori sono alto spendenti e si stima il valore del settore nel 2023 possa assestarsi intorno a 200 miliardi di dollari (per intenderci, sono tra i 5 e i 6 anni di corpose manovre di bilancio italiane). Ciò nonostante, dopo lo scatto registrato durante i primi mesi pandemici, le azioni dei videogiochi hanno riservato poche soddisfazioni: per esempio, nel 2023 hanno registrato un progresso medio inferiore all’1% rispetto al +13,1% medio delle Borse e al +37,2% del settore tecnologico (i dati sono in euro e a dividendi inclusi). Come mai questo andamento deludente?
Un settore in affanno
Tre le ragioni che hanno affossato le azioni dei videogiochi dopo la pandemia. Prima: la fine delle restrizioni sociali e il rischio di un rallentamento economico hanno portato i consumatori a dirottare parte delle spese che erano state destinate ai videogiochi durante lo “stai a casa” su altri beni voluttuari (vacanze in prima battuta). Questo ha, ovviamente, pesato sui bilanci delle società. Secondo: i problemi sulle catene di approvvigionamento hanno ritardato la consegna di console per giocare, riducendo così le spese dei consumatori. Non solo: anche lo sviluppo di nuovi videogiochi, attività costosa, è andata a rilento, al punto che sono mancati titoli di rilievo da appassionare i giocatori. Terzo: la Cina ha introdotto limitazioni pesanti alla fruizione di videogiochi da parte delle nuove generazioni. Considerando che l’area asiatica è quella in cui si concentra il maggior numero di giocatori nel mondo (poco sopra il 50%), l’impatto in generale sulle compagnie dei videogiochi è stato rilevante.
La luce in fondo al tunnel
Tutto questo ha generato sfiducia nel mercato, ma non si significa che da questo baratro non si possa risalire. Primo: l’intelligenza artificiale potrebbe aiutare le società a ridurre di molto le spese per la progettazione e la realizzazione dei giochi, con il risvolto positivo di poter aumentare più velocemente l’offerta. Secondo: dopo una stasi che si è prolungata per tutto il 2022, il 2023 ha già visto le compagnie rilasciare diversi nuovi titoli, con molti giochi rilevanti attesi per la fine dell’anno o per l’inizio del 2024. Terzo: Alcune società, come il colosso Electronic Arts (120,46 Usd; Isin US2855121099) hanno mostrato segnali di ripresa nell’ultimo trimestre (ricavi e utili in ripresa rispetto allo stesso periodo del 2022 anche oltre le stesse previsioni della società). Il risultato è che, dopo il calo pesante, ai prezzi attuali gli indicatori di convenienza di diverse azioni del settore sono tornati su valori più accettabili e possono invogliare un investimento.
Le regole del gioco
Per quanto detto crediamo che si possa tornare a scommettere sul settore. Il miglior modo per farlo è con l’Etf Global X Video Games & Esports (8,669 euro; Isin IE00BLR6Q544) quotato a Milano: investe su circa 50 società attive a vario titolo nel settore e ha un costo limitato allo 0,5% annuo. Attenzione: è una scommessa di medio-lungo periodo e riservata a chi sa di poter gestire anche scivoloni pesanti a breve termine. Un rallentamento economico globale o l’avvio di nuove politiche cinesi per la limitazione dell’uso degli smartphone – una grande fetta dei ricavi per l’industria dei videogiochi arriva dalle spese legate ai giochi fatti sul telefono – potrebbe limitare gli utili di queste società e far calare di molto il prezzo dell’Etf. Non ami gli Etf e vuoi una scommessa secca su un’azione? Suggeriamo la citata Electronic Arts. Oltre al buon andamento dei conti ha già siglato accordi per utilizzare l’intelligenza artificiale nel rendere l’esperienza dei giochi ancora più appassionante. I ricavi derivano per il 40% dal mercato americano – una minore dipendenza dall’Asia, visti i rischi suddetti, non è male in questo momento – la qualità dei bilanci è buona, e gli indicatori di convenienza si sono ridimensionati rispetto al passato e nono sono in alcuni casi difformi da quelli medi del resto del mercato. Una scommessa ci sta, ma è ancora più rischiosa di quella sull’intero settore: il gioco più importante è lo storico gioco di calcio FIFA. Il gruppo, però, ha rotto la collaborazione con l’organizzazione calcistica: il nome è cambiato in Ea Sport FC e la FIFA dal canto suo ha detto di aver avviato collaborazioni per il lancio di un proprio gioco di calcio. Insomma, c’è il rischio di una nuova concorrenza: in passato il gruppo l’ha sempre sbaragliata, ma sarà così anche questa volta? I rischi sono elevati, complice anche l’addio di uno storico direttore creativo: le azioni si comprano a New York e non sono adatte ad investitori prudenti. E per questi ultimi, non c’è nulla? Consigliamo le azioni Microsoft (330,22 Usd; Isin US5949181045): se l’acquisizione di Activision Blizzard (vedi a fianco) dovesse andare in porto, il gruppo diventerebbe uno dei maggiori protagonisti del settore, soprattutto per i giochi sul cloud – quindi per cui è possibile giocare senza console. Inoltre, ci sono possibili sinergie sul tema dell’intelligenza artificiale. Per carità, quella dei videogiochi resta al momento un’attività limitata rispetto a quella generale del gruppo (i ricavi di Activision Blizzard sono meno del 5% dei ricavi di Microsoft), ma con Microsoft si può comunque fare un piccolo investimento nel settore.
Da quando abbiamo consigliato di chiudere la prima scommessa sul settore (tra aprile e settembre 2021, vedi n° 1409 e 1426), le azioni dei videogiochi hanno perso in media tra il 30% e il 35% contro un progresso delle Borse mondiali compreso tra il 5,7% e il 14,5% (dati in euro e dividendi inclusi).
Nel secondo trimestre del 2023 i finanziamenti a progetti legati ai videogiochi sono risultati dell’80% inferiori a quelli dello stesso periodo di solo un anno fa.
Non tutte le società del settore hanno registrato buoni risultati nello scorso trimestre: per esempio, la divisione dei videogiochi della cinese Tencent (317,2 dollari di Hong Kong; Isin KYG875721634) è rimasta piatta. Non acquistare le azioni Tencent.
A Piazza Affari è quotato anche l’Etf Vaneck Video Gaming And Esport (31,40 euro; Isin IE00BYWQWR46), ma a dispetto del nome punta più su nomi in generale della tecnologia – al momento dell’analisi il titolo principale è Nvidia. Non lo suggeriamo per una scommessa sul settore dei videogiochi.
L’anno fiscale di Electronic Arts si chiude al 31 marzo. Per il 2024/25 è atteso un rapporto prezzo/utili pari a circa 15, contro una media storica degli ultimi anni di 27.
Ormai a contrastare l’acquisizione di Activision Blizzard (91,82 Usd; Isin US00507V1098) da parte di Microsoft è rimasta di fatto solo l’Autorità britannica, che però starebbe trattando con Microsoft. L’operazione sembra poter andare a buon fine e non per nulla il prezzo delle Activision Blizzard non è distante dai 95 Usd offerti da Microsoft. Non acquistare ora le azioni Activision Blizzard.
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