Addio alle “azioni che salgono sempre”

Azioni grafico
Azioni grafico
Tra le azioni che “salgono sempre” c’era l’americana Danaher (207,78 Usd; Isin US2358511028) e negli ultimi due anni la tendenza ad andare meglio del mercato sembra venuta meno: da settembre 2021 (n° 1428) ha perso circa il 22% in euro e dividendi inclusi (considerando un recente scorporo di attività) contro il +5% medio delle Borse. Ma non è l’unica. Diverse azioni “che salgono sempre” facevano parte del settore alimentare, storicamente capace di reggere più di altri in momenti di maretta. Nel grafico Un mondo nuovo, vedi che pure questa certezza sembra incrinarsi: le azioni dei produttori di cibo non solo sono salite meno del resto delle azioni mondiali tra marzo 2020 e la fine del 2021, ma anche, più recentemente, hanno pagato dazio più del resto del mercato – negli ultimi 6 mesi hanno perso il 6,3%, contro un progresso medio delle Borse mondiali del 2% (dati in dollari Usa). Pandemia e guerre hanno portato rivoluzioni: dalla corsa dell’inflazione come non si vedeva da circa 40 anni, al balzo dei tassi d’interesse. Le “azioni che salgono sempre”, scelte analizzando il loro andamento di Borsa nei 20 anni precedenti, in questo nuovo contesto di mercato, non possono più esistere.
Le recenti tendenze delle azioni dei produttori di cibo non mettono in discussione il consiglio sul settore dei beni di consumo non discrezionali, più ampio di quello alimentare (per approfondimenti, vedi Investi n° 1531).
Il punto sulle ex “azioni magiche”
Non per nulla, nel corso del tempo ti abbiamo suggerito di venderne alcune (vedi proprio Danaher a settembre 2021, n° 1428) e le ultime “azioni che salgono sempre” erano rimaste tre: Church & Dwight (92,4 Usd; Isin US1713401024), Colgate-Palmolive (75,58 Usd; Isin US1941621039) e Diageo (2.809,5 pence; Isin GB0002374006). Per quanto visto, se le avevi comprate per scommettere che il futuro potesse essere simile agli ultimi venti anni non sarebbero da avere più, ma possiamo valutarle e decidere il da farsi basandoci sulle prospettive future e sulla metodologia che utilizziamo per le azioni alle pagine 7-10. Church & Dwight, rivenditore di prodotti per la cura della casa e della persona, prevalentemente operativo negli Usa, ha mostrato una crescita sorprendente dei ricavi negli ultimi semestri e ha alzato le stime sui ricavi di tutto l’anno. Questo è stato, tuttavia, possibile spingendo molto (troppo) sulle spese pubblicitarie, tanto che i risultati al netto dei costi (aumentati anche per il rincaro dei prezzi delle materie prime) sono stati meno brillanti. Il mercato ha, comunque, premiato le azioni – dall’ultima analisi di poco più di un anno fa (vedi n° 1482) sono salite di circa il 26%, contro un progresso medio delle altre azioni dei beni di consumo limitato a circa il 5% (dati in dollari Usa). A nostro parere si tratta di una corsa eccessiva: gli indicatori di convenienza del titolo sono peggiori rispetto a quelli di altre società del settore e non troviamo nelle prospettive di crescita del gruppo giustificazioni per tali indicatori. Vendi Church & Dwight e incassa i guadagni (vedi a fianco). Colgate-Palmolive fa un po’ lo stesso lavoro di Church & Dwight, ma a livello globale. Anche qui, il gruppo ha dovuto cercare di compensare l’incremento dei costi delle materie prime: la crescita dei ricavi è stato proporzionalmente inferiore rispetto a Church & Dwight, ma Colgate- Palmolive ha saputo preservare meglio la redditività nel corso dell’ultimo trimestre. Dalla nostra ultima analisi le azioni hanno messo su il 6%, in linea col settore, e crediamo che le prospettive di crescita siano correttamente valutate: mantieni. Eccessiva penalizzazione, invece, per Diageo, che in circa un anno ha ceduto il 21,5% (conferma che l’idea del “salgono sempre” non vale più) contro il +7,5% della Borsa britannica (dati in sterline). Il mercato si è spaventato per il ribasso degli obiettivi a medio termine (vedi pagina 5), ma questo non compromette le buone prospettive di lungo periodo. Sono le sole a valere ora un acquisto.
L’andamento passato dei prezzi di un titolo può essere comunque utile, ma l’osservazione deve essere fatta su periodi più brevi (e non 20 anni) e deve essere solo uno degli elementi di una più complessa valutazione (e non l’unico, come accadeva, appunto con “le azioni che salgono sempre”). Per dettagli su come valutiamo le azioni vedi www.altroconsumo.it/investi/fiscale-e-legale/metodologia.
Nonostante il calo, le azioni Danaher non ci sembrano ancora convenienti e non riteniamo sia il caso di tornare ad acquistarle.
Abbiamo consigliato per la prima volta un acquisto speculativo sulle azioni Church & Dwight nel febbraio 2017 (vedi n° 1210): da allora, il guadagno è di circa il 98%, contro un progresso delle Borse mondiali di circa il 65% (dati in euro e dividendi inclusi). Il consiglio è stato poi reiterato più volte, al meglio si guadagna circa il 132% (acquisto a dicembre 2017, vedi n° 1247, contro un progresso delle Borse del 59% sullo stesso periodo), alla peggio circa il 20% (acquisto ad aprile 2021, vedi n° 1410, contro un progresso del 5,6% delle Borse mondiali). I dati sono in euro e a dividendi inclusi.
Un mondo nuovo
Le azioni dei produttori di cibo (grassetto; base 100) tendevano a reggere nei momenti di crisi (vedi 2007-2009), ma anche a correre coi rialzi dei mercati (linea sottile). Dal 2020 tali ricorrenze storiche sembrano un po’ saltate. Il grafico mostra un esempio di come non si possa prendere più a riferimento un andamento ventennale di alcuni titoli per cercare di desumerne il loro andamento futuro. I dati sono in dollari Usa. Le variazioni dei titoli e dei mercati, nonché gli elementi per una valutazione delle azioni citate nel testo, sono forniti da Refinitiv Datastream.
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