La settimana delle Borse: ritorna l'entusiasmo

La settimana delle Borse
La settimana delle Borse
Il perché del rinnovato entusiasmo delle Borse
Sia la Banca centrale americana, sia quella britannica non hanno alzato i tassi d’interesse: le decisioni erano sostanzialmente attese, ma quello che più ha dato entusiasmo è l’andamento dei dati economici che supportano l’ipotesi (non ancora la certezza) di una fine dei rialzi. E dopo i dati sul rallentamento dell’inflazione, il mercato è sembrato convinto che anche la Banca centrale europea possa essere arrivata alla fine del proprio ciclo di rialzo.
Del resto, il deterioramento delle condizioni economiche continua un po’ dappertutto: in settimana, giusto per fare qualche esempio, è emersa una contrazione della produzione industriale francese oltre le attese, un ribasso delle esportazioni tedesche peggiore del previsto, una crescita dell’attività manifatturiera cinese più lenta delle previsioni e una debolezza inattesa dell’attività manifatturiera negli Usa. Insomma, la situazione non è semplice e la speranza del mercato è che un cambio nella politica monetaria delle Banche centrali possa aiutare l’economia mondiale a non soccombere.
Attenzione, però: se (forse) non ci saranno altri rialzi dei tassi d’interesse, comunque una loro riduzione sembra molto lontana nel tempo. Significa che prestiti e mutui continueranno a costare tanto ancora per un po’, mettendo alla prova famiglie e imprese. In questa situazione, in particolare, le azioni della zona euro restano al di fuori delle nostre strategie d’investimento, mentre ti suggeriamo di non procedere per questa settimana con acquisti sulle azioni svedesi (vale anche per fondi ed Etf).
Ecco l’andamento della settimana per le Borse consigliate (prima in valuta locale e poi in euro).
Australia: +2,2%; +3,2%
Canada: +5,9%; +5,8%
Cina: +1,5%; invariata
Corea: +2,9%; +3,9%
Giappone: +3,1%; +1,8%
Indonesia: +0,6%; +0,5%
Messico: +4,7%; +7,3%
Regno Unito: +1,7%; +2,2%
Stati Uniti: +5,9%; +4,3%
Svizzera: +2,5%; +1,5%
Si rialza il settore telefonico
La prospettiva che il ciclo di rialzo dei tassi d’interesse sia terminato non poteva che aiutare settori dove i livelli di indebitamento sono elevati, come quello telefonico (+5,4% di media in settimana). Nel settore, +3,4% per le azioni Vodafone (78,71 pence; Isin GB00BH4HKS39) dopo la decisone di lasciare il mercato spagnolo (9% del fatturato) vendendo la controllata locale. Il gruppo cerca di risanare le finanze minate dalla forte competizione sui prezzi e dalle croniche difficoltà in Germania, il suo principale mercato (30% del fatturato). Nel Regno Unito (16% del fatturato) il gruppo sta negoziando una fusione con la n°4 del settore, Three UK; un’operazione che apprezziamo, anche se non basterà, da sola, a garantire il ritorno di Vodafone alla sua redditività di un tempo. Limitati a mantenere il titolo.
Nel settore telefonico, le azioni Telecom Italia (0,26 euro; Isin IT0003497168) hanno chiuso la settimana in rialzo del 7,7% in attesa della riunione dei vertici, che poi ha dato il via libera allo scorporo della rete aderendo all’offerta di KKR. La decisione è, però, contestata e nelle prime ore di questa settimana risultano in calo di circa il 3,5%: ti consigliamo di mantenerle (per dettagli vedi l’analisi sul nostro sito internet).
Bene anche il settore farmaceutico
Pur non essendo un settore tradizionalmente sensibile all’andamento dei cicli economici, l’euforia della settimana ha fatto bene anche alle azioni farmaceutiche (+2,8% di media). Da segnalare il +3,8% delle azioni Pfizer (31,26 Usd; Isin US7170811035) dopo che il gruppo ha annunciato un calo dei ricavi nel 3° trimestre più pronunciato del previsto per effetto di un andamento più lento delle attese delle vaccinazioni per il Covid-19. Il gruppo ha, così, ridotto le previsioni sulle vendite e sugli utili per tutto il 2023 (inclusa la svalutazione delle scorte dei prodotti per il Covid-19). Per reagire, conta comunque di ridurre i costi di 0,63 Usd per azione (ante tasse) entro fine 2024. Riduciamo le stime sull’utile per azione 2023 (a 1 Usd), ma le manteniamo a 2,4 Usd per il 2024. Se si escludono i prodotti per il Covid-19, Pfizer resta ben orientata, con una crescita delle vendite registrata già nel 3° trimestre e ulteriori possibilità di introiti per i numerosi lanci di nuovi prodotti attesi nei prossimi mesi. Le azioni valgono un acquisto.
Nel settore farmaceutico, Eli Lilly (567,81 Usd; Isin US5324571083) ha chiuso il 3° trimestre in perdita, a causa dei costi legati alle recenti acquisizioni. Tuttavia, il fatturato è salito del 24% (esclusi i prodotti Covid-19 e i guadagni sulla cessione dei diritti dello Zyprexa), trainato dai nuovi prodotti e in particolare dall’antidiabetico Mounjaro, che dovrebbe ottenere il via libera dalle autorità sanitarie Usa anche per la cura dell’obesità entro fine dell’anno. Le azioni hanno fatto +1,4%. Mantienile.
Regge il settore bancario
La speranza di un miglioramento della situazione economica mondiale ha sostenuto anche i titoli bancari: quelli europei, per esempio, hanno archiviato un progresso medio settimanale del 4,3%. Tra questi ultimi, da segnalare il +7,6% di Mediobanca (11,50 euro; Isin IT0000062957): la battaglia per la guida del gruppo nei prossimi tre anni è finita con la vittoria della lista che era stata proposta dai vertici uscenti. Il mercato ha finito per schierarsi con “l’usato sicuro” e ha festeggiato questa scelta. A nostro parere, tuttavia, Mediobanca avrebbe bisogno di una sferzata: i recenti dati trimestrali hanno dimostrato che la tradizionale attività di assistenza alle aziende per varie operazioni come fusioni o acquisizioni continua a soffrire in questo momento di mercato. È vero che le attività di gestione dei patrimoni mostrano un buon andamento, ma non ci sentiamo di modificare il nostro consiglio: vendi.
Da segnalare nel settore finanziario italiano il +14% circa di Nexi (6,12 euro; Isin IT0005366767): non solo ci sarebbe in lizza un terzo pretendente, ma sarebbe anche molto vicino a fare un’offerta concreta – da valutare quale sarà il “premio” riconosciuto agli azionisti e la reazione dello Stato. Secondo noi le azioni Nexi valgono ancora un acquisto, ma come dimostrato dalle oscillazioni, non sono per investitori prudenti.
Benissimo il settore tecnologico
Il listino Nasdaq ha chiuso la settimana con un rialzo del 6,6% il con Apple (176,65 Usd; Isin US0378331005) che ha fatto comunque +5% nonostante risultati trimestrali che hanno mostrato un ulteriore calo dei ricavi per le minori vendite di computer. Ma a deludere sono state, soprattutto, le previsioni prudenti per il trimestre in corso, quello delle festività natalizie, che dovrebbe essere il migliore dell’anno. Per il 4° trimestre 2023 il management non prevede, infatti, che i ricavi superino quelli dello scorso anno. Limitati a mantenere.
Risposte per te
@Armando Ciascuna banca o piattaforma di trading può scegliere il regime commissionale da applicare alle compravendite azionarie della propria clientela. Per trovare la più adatta a te vai su www.altroconsumo.it/investi/risparmiare/conti-correnti/conti-correnti-confronta-e-scegli.
@Fabrizio Le commissioni di compravendita azionaria possono essere di due tipi: variabili (per esempio, lo 0,2% del controvalore di compravendita) o fisse (per esempio, 10 euro per ogni operazione). È evidente che più l’importo dell’investimento è alto, più le seconde convengono rispetto alle prime.
@Giovanni Se scegli il regime amministrato non ti devi preoccupare di fare tu i calcoli fiscali: quando vendi le tue azioni, sarà la banca a calcolare le tasse da pagare sulla base imponibile corretta e ad addebitarti quanto dovuto – non dovrai, dunque, inserire nulla in dichiarazione dei redditi.
Valuazioni e prezzi al 03 novembre 2023
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