L'atterraggio morbido: la settimana delle Borse

La settimana delle Borse
La settimana delle Borse
A sostenere i mercati azionari nell’ultima settimana di novembre è stata la sensazione che l’economia mondiale sia riuscita a superare tutto sommato senza grandi scossoni un periodo di corsa dei prezzi e di tassi d’interesse elevati.
La sensazione è stata alimentata da diversi fattori: dai dati sull’inflazione negli Usa e nella zona euro in frenata più delle attese, alla sorprendente forza dell’economia americana (con una crescita rivista in rialzo di poco più del 5%), alla crescita maggiore delle attese delle vendite al dettaglio in Germania.
Insomma, l’economia tutto sommato regge (o non tracolla) e col calo dell’inflazione c’è la prospettiva che le Banche centrali possano iniziare ad alleggerire il costo del denaro già dall’anno prossimo (anche se, ovviamente, per ora nulla è stabilito con certezza).
Non tutto, però, si è risolto e, in particolare, il settore immobiliare continua a preoccupare e non è piaciuto il dato deludente sui profitti delle società industriali cinesi nei primi 10 mesi – questo spiega il dato negativo dei titoli azionari cinesi che vedi qui sotto. In questa situazione confermiamo le nostre strategie d’investimento che puoi consultare qui.
Ecco l’andamento della settimana per le Borse consigliate (prima in valuta locale e poi in euro).
Australia: +0,5%; +2,2%
Canada: +1,7%; +3,3%
Cina: -3,9%; -3%
Corea: +0,3%; +1,4%
Giappone: -0,6%; +1,6%
Indonesia: -0,9%; +0,6%
Messico: +1,8%; +1,9%
Regno Unito: +0,6%; +1,7%
Stati Uniti: +0,8%; +1,7%
Svizzera: +0,1%; +2,1%
Uno dei punti di forza dell’economia americana è la voglia sorprendente di spesa da parte dei consumatori del Paese: i dati sulle spese nel Black Friday e nel Cyber Monday (il venerdì e il lunedì seguenti alla Festa del Ringraziamento) hanno mostrato un incremento record rispetto all’anno scorso. Se a questo aggiungi che i dati sulla fiducia dei consumatori sono risultati superiori alle attese, capisci perché la stagione natalizia prometta bene, con le spese stimate in aumento di un altro 5% rispetto a un anno fa.
Tutto questo non poteva che sostenere alcuni titoli del settore dei beni di consumo, come Ralph Lauren (133,63 Usd; Isin US7512121010) che ha chiuso la settimana con un progresso del 7,3%. Il gruppo arrivava già da risultati trimestrali abbastanza rassicuranti – vedi nostra analisi qui – e questo clima di mercato potrebbe aiutarla sul mercato Usa. Alcune incognite, però, non mancano: limitati a mantenere le azioni che già hai.
Settimana incolore per le azioni Amazon (147,03 euro; Isin US0231351067) che hanno archiviato un guadagno dello 0,2% nonostante le spese sostenute dei consumatori americani e l’accordo trovato all’ultimo momento per salvare il Cyber Monday in Spagna. Se hai le azioni, limitati a mantenerle.
Le prospettive di un “atterraggio morbido” dell’economia hanno favorito l’andamento del settore auto, aiutato anche dall’ottimismo espresso da alcune grandi case americane tramite piani d’acquisto di azioni proprie e aumento dei dividendi. Su di giri, in particolare, le azioni Stellantis (20,11 euro; Isin NL00150001Q9), che hanno negli Usa un mercato importante e che hanno chiuso la settimana in rialzo del 7%. Sicuramente il gruppo ha fatto dei passi avanti, ma recuperare quote di mercato negli Usa è impresa non facile. Limitati a mantenere le azioni che già hai.
A sostenere il settore auto, anche la mancata fiammata dei prezzi del petrolio (qualità brent poco sotto i 79 dollari al barile, in calo dell’1,6% dai valori della settimana precedente) nonostante l’accordo trovato tra alcuni importanti Paesi produttori di greggio per limitare l’attività estrattiva delle proprie trivelle. Le azioni del settore petrolifero hanno chiuso la settimana con un calo medio dello 0,5%. Non sono azioni che al momento consigliamo di acquistare: limitati, al più, a mantenere quelle che hai.
Continua il buon momento per il settore bancario italiano in Borsa, con l’Etp Wisdomtree Ftse mib banks (277,34 euro, Isin IE00BYMB4Q22) che ha messo su l’1,7% (ti ribadiamo il consiglio di vendere le quote che hai in mano) rispetto al +0,3% registrato mediamente dai principali titoli bancari europei.
Affannate le azioni Unicredit (25,18 euro; Isin IT0005239360) che hanno chiuso la settimana in rialzo dello 0,2%: da un lato la banca ha visto il suo peso internazionale ridimensionato (non è più considerata una banca “sistemica”), dall’altro si teme per i possibili effetti del fallimento del gruppo immobiliare austriaco Signa, verso cui Unicredit sarebbe esposta. Anche se l’impatto potrebbe essere limitato, il consiglio non cambia: vendi.
Le azioni Intesa Sanpaolo (2,67 euro; Isin IT0000072618) non si lasciano spaventare dall’intervento dell’Antitrust sul passaggio dei clienti a Isybank e chiudono la settimana a +2,6%. L’entusiasmo ci pare, tuttavia, eccessivo: vendi.
Risultato complessivamente incolore (+0,2%) per il settore della salute e della farmacia, su cui ha pesato il -4,1% delle azioni Philips (18,79 euro; Isin NL0000009538): il gruppo ha ricevuto un nuovo avvertimento da parte delle Autorità sanitarie americane per i casi di surriscaldamento riscontrati da molti utenti di un suo dispositivo respiratorio destinato a curare le apnee notturne. Il suo predecessore – la cui schiuma isolante era sospettata di essere cancerogena – aveva causato il ritiro di 5,5 milioni di apparecchi. Per ora niente panico, ma limitati a mantenere le azioni che già hai.
Calo dell’8,7% per le azioni Atenor (5,48 euro; Isin BE0003837540), nonostante l’aumento di capitale sia terminato positivamente per il gruppo che ha raccolto 176,5 milioni di euro netti. I fondi propri si rafforzano e gli indicatori di convenienza non sono malvagi, ma vista la crisi che paralizza l’immobiliare in diversi Paesi, il consiglio non cambia. Mantieni.
@Andrea Le minusvalenze scadono sempre il 31 dicembre del 4° anno da quando lei hai ottenute. Alla fine del 2023 scadono quelle ottenute nel 2019: non conta se le hai ottenute a febbraio 2019 o a novembre 2019, scadranno tutte comunque alla fine di quest’anno (vanno a 0 e non sono più utilizzabili).
@Marco Purtroppo i diritti di un aumento di capitale si annullano alla fine del loro ultimo giorno di quotazione. L’aumento di capitale di Atenor si è concluso il 27 novembre e da allora i diritti non hanno più alcun valore, né, purtroppo, risultano più negoziabili. Non c’è più nulla da fare.
@Vittorio Al contrario di quanto accade coi diritti d’opzione, i turbo certificate, alla loro scadenza, non vedono annullarsi il loro valore: ti verrà riconosciuto il valore del certificate in quel momento – non potrai, però, più sperare di recuperare, se stai perdendo il 30% ti porterai a casa tale perdita.
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