Scommettere sulle matricole in Borsa

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L’operazione che porta una società a quotare le azioni in Borsa si chiama IPO: quello che Umberto ci chiede è di segnalare IPO a cui partecipare, comprando azioni nella fase di collocamento prima dell’ufficiale sbarco in Borsa per beneficiare del rialzo (eventuale, ma avvenuto in alcuni casi) del titolo nelle prime ore di contrattazione. Ebbene, non segnaliamo le IPO da diversi anni, ormai, un po’ perché sono ridotte al lumicino, un po’ perché non sono più aperte ai piccoli risparmiatori. Vediamo nel dettaglio.
IPO è un acronimo dall’inglese initial public offering (offerta pubblica iniziale). Da non confondere con OPA (offerta pubblica d’acquisto) che è quella che viene lanciata su azioni già quotate in Borsa da tempo.
Le IPO sui segmenti principali di Milano scarseggiano…
Cominciamo dalle IPO in teoria più accessibili a un risparmiatore italiano, quelle delle società che si quotano a Piazza Affari. Sui segmenti principali di Borsa italiana, nel 2023 sono arrivare solo 10 società. Di queste, 5 sono arrivate da altri segmenti di mercato – quindi erano società già quotate che già avevano fatto le proprie IPO (ne parliamo nel paragrafo seguente) – e 2 erano già quotate su altri listini esteri. Le altre 3 hanno fatto IPO riservate solo a investitori qualificati – significa che hanno potuto comprare solo grandi fondi d’investimento, banche… In pratica, di vere offerte pubbliche non ce n’è stata nemmeno una. E non è una tendenza recente: anche negli anni scorsi il copione si è ripetuto e per trovare un’offerta aperta ai piccoli risparmiatori bisogna risalire all’autunno del 2017, con l’IPO di Pirelli.
I segmenti principali della Borsa di Milano si chiamano ora Euronext Milan – imprese di dimensioni medi e grandi – e Euronext STAR Milan – piccolo e medie imprese ma che aderiscono a requisiti stringenti in termini di governo societario, bilanci certificati…
… ma abbondano su euronext growth
A Piazza Affari, però, non sono mancate le IPO su un segmento di mercato chiamato Euronext Growth (in passato era chiamato Aim) rivolto alle piccole e medie imprese. Per incentivarne la quotazione, ha regole meno stringenti rispetto a quelle previste per la quotazione sui segmenti principali di cui parlavamo prima. Per esempio, per la quotazione non è richiesto un vero e proprio prospetto informativo: i documenti per le IPO su Euronext Growth non sono, infatti, verificati né da Consob, né da Banca d’Italia. Conseguenza dell’assenza di un vero prospetto informativo è che le IPO su Euronext Growth nella stragrande maggioranza dei casi sono riservate a investitori professionisti e qualificati: non puoi, quindi, comprarle prima dello sbarco in Borsa e non puoi, quindi, beneficiare di eventuali rialzi nei primi giorni di quotazione. Ci sono alcune rarissime eccezioni (ma anche in questo caso bisogna andare indietro negli anni) che riguardano alcuni collocamenti talmente piccoli (inferiori a 8 milioni di euro) da non configurarsi come appello al pubblico risparmio. In tali casi, sulla carta puoi sottoscrivere delle azioni in IPO, ma l’offerta è talmente limitata da rendere l’impresa non così facile. E non è detto, poi, che queste piccole offerte facciano “il botto” il primo giorno: per esempio, il gioielliere Gismondi 1754 (4 euro, Isin IT0005391138; non acquistare) ha collocato le sue azioni, alla fine del 2019, con un’offerta aperta sulla carta aperta anche a piccoli risparmiatori, a 3,2 euro ciascuna. Il primo giorno han fatto solo un rialzo di circa il 4% per poi passare molto tempo, fino a marzo 2022, sotto il prezzo di quotazione.
Per quotarsi su Euronext Growth basta avere nella storia societaria 1 bilancio certificato contro i 3 richiesti sui segmenti principali.
Conviene puntare sulle società che si quotano su Euronext Growth? L’andamento degli ultimi anni sembra dimostrare uno scarso apprezzamento da parte del mercato – vedi il grafico Le piccole imprese arrancano a Piazza Affari.
IPO impossibili all’estero
Non abbiamo parlato delle IPO a Piazza Affari negli ultimi anni perché nei fatti i piccoli risparmiatori non hanno avuto occasioni di parteciparvi. Partecipare, allora, a IPO di società che si quotano su listini esteri? L’impresa è ancora più difficile, per non dire impossibile: spesso le operazioni sono riservate solo a piccoli investitori residenti nel Paese o a investitori istituzionali/qualificati. Per esempio, negli Usa, le azioni vengono collocate sempre solo a grandi banche o fondi d’investimento e sono queste a decidere, poi, in autonomia, se girare parte di queste azioni, prima che inizino gli scambi in Borsa, a parte della propria clientela – che comunque è clientela residente negli Usa. Insomma, non ti dolere quando magari leggi che alcune azioni hanno debuttato con grande successo sui listini americani: tu semplicemente non hai potuto acquistare azioni prima del debutto e godere di quei rialzi. E spesso non vale la pena comprare a debutto avvenuto, specie se di successo: le azioni nei giorni dopo tendono a sgonfiarsi, quindi acquistare il primo giorno rischia di essere dannoso.
In vigile attesa
Tiriamo le fila. Partecipare alle operazioni di IPO, quindi di acquisto delle azioni primo dello sbarco in Borsa, negli ultimi anni è diventato praticamente impossibile per i piccoli risparmiatori. Quello che si può fare è comprare solo a debutto avvenuto, ma spesso conviene aspettare qualche giorno e non farsi trascinare dai titoli sui giornali. La valutazione a quel punto può essere fatta con le stesse modalità con cui si valutano le azioni presenti anche da più tempo sui listini. In ogni caso, continueremo a monitorare le operazioni di quotazione su Piazza Affari, che sono sulla carta le uniche veramente accessibili (se consentito dalla società), per scovare quelle IPO a cui si può e può valer la pena partecipare.
Il mercato delle IPO si è raffreddato un po’ dappertutto, complici sbarchi deludenti. Pensa al caso di Birkenstock, che ha quotato le sue azioni negli Usa a 46 Usd ciascuna, ma già il primo giorno le ha viste chiudere con un calo di quasi il 13%, a 40,2 Usd.
Le piccole imprese arrancano a Piazza Affari
L’andamento delle piccole e medie imprese che sono quotate sull’attuale segmento Euronext Growth di Milano (linea in grassetto; base 100) negli ultimi 10 anni circa è stato molto più deludente di quello dei principali titoli della Borsa di Milano (linea sottile) e del resto dei principali titoli mondiali (linea di peso intermedio).
L’indice considerato per le piccole e medie imprese è il Ftse Italia Growth; quello per le principali azioni italiane il Ftse Mib; quello per le azioni mondiali è il Datastream world. I valori sono in euro e a dividendi inclusi.
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