Prezzo al momento dell’analisi: 14,60 euro alla chiusura di giovedì 15/02/2024, 14,34 euro alle ore 12 di venerdì 16/02/2024
I conti 2023 appena pubblicati da Eni (Isin IT0003132476) hanno riservato qualche delusione. Non tanto per il segno meno che ha caratterizzato il confronto con l’anno precedente: visti i livelli nettamente differenti delle materie prime nel 2022 e nel 2023 (-18% il petrolio, -65% il gas), il fatto che sia il fatturato sia l’utile del gruppo siano in netto calo non rappresenta, certo, una sorpresa.
La flessione, tuttavia, è andata un po’ oltre le aspettative del mercato (e anche le nostre): i ricavi complessivi segnano un -29% rispetto al 2022 (noi ci aspettavamo un -21%), mentre l’utile operativo cala del 30% (-18% le nostre stime). Ancora più marcata la differenza tra realtà e aspettative sull’utile netto: si è attestato a 1,41 euro per azione, -65% dai 3,96 euro per azione del 2022, mentre le nostre attese (e quelle del mercato in generale) lo vedevano intorno ai 2,4 euro per azione.
Alla luce di questo scenario, abbiamo rivisto al ribasso (da 2,35 a 2,27 euro per azione) le stime sull’utile 2024, mentre per il momento confermiamo a 2,18 euro per azione le stime sull’utile 2025. Al di là dei conti dello scorso anno, poche le indicazioni arrivate sulle prospettive future, in un contesto che la stessa società definisce volatile e incerto. Su questo fronte l’appuntamento più importante sarà a marzo, con la presentazione del nuovo piano strategico: potrebbe essere anche il momento in cui potrebbero arrivare novità su Plenitude.
In attesa di quell’appuntamento, e considerando anche la conferma del dividendo di 0,94 euro per tutto il 2023 (notizia positiva ma non sorprendente, considerata anche la partecipazione pubblica in Eni) confermiamo il nostro consiglio. Mantieni.