Eni, presentato il nuovo piano 2024-2027

piano industriale eni
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Tra i punti principali del nuovo piano strategico presentato da Eni (Isin IT0003132476) spicca una riduzione degli investimenti a 27 miliardi di euro, il 20% in meno rispetto al piano precedente. Una scelta che il management del gruppo motiva con “l’ottimizzazione della spesa, il miglioramento della qualità dei progetti e il maggior contributo all’ottimizzazione del portafoglio”. Tutto vero, e coerente con quella che Eni definisce un modello “satellitare”, e cioè orientato sempre più a investire in settori e attività non solo in prima persona, ma anche tramite società in “compartecipazione” con altri soggetti. Ci resta, tuttavia, il dubbio che il minor flusso di investimenti sia anche in parte legato a mancanza di spunti di sviluppo particolarmente interessanti, specie nell’attività più tradizionale, anche se nel comparto “produzione” è prevista una crescita del 3-4% medio annuo nell’arco del piano.
Che sia per questi dubbi, o per altre aspettative deluse, resta il fatto che nella giornata di ieri la presentazione del piano non è stata accolta in modo particolarmente favorevole: il titolo ha chiuso in calo del 3% a 14,52 euro, e al momento di questa analisi (ore 12 di venerdì 15 marzo), sta recuperando solo parzialmente con un +1,2% a 14,7 euro.
C’è comunque da dire che ci sono anche diversi aspetti positivi. Prima di tutto, il rovescio della medaglia dei minori investimenti è l’annuncio di una remunerazione più generosa per gli azionisti, con un dividendo che sarà portato il prossimo anno a 1 euro e un piano di riacquisto di azioni proprie. Altro aspetto positivo viene poi dalle indicazioni sulla crescita nelle attività più legate alla transizione energetica: per Plenitude è previsto un raddoppio, da qui al 2027, della capacità installata, che dovrebbe portare a un analogo raddoppio anche per l’utile industriale (il neo in tutto questo è la tempistica della possibile quotazione in Borsa della società, che dipendendo dalle dinamiche del mercato potrebbe anche slittare al 2025). Percorso analogo anche per Enilive, sia per la crescita dei risultati (previsto un utile industriale in crescita del 60% da qui al 2027) sia per la possibile quotazione (che però anche in questo caso non è dietro l’angolo, e restano in pista anche ipotesi alternative come la cessione parziale a un fondo).
Alla luce della presentazione del piano abbiamo ritoccato al rialzo le nostre stime sul dividendo, ma non modifichiamo quelle sugli utili futuri (2,27 euro per azione nel 2024, 2,18 euro per azione nel 2025), che giudichiamo già coerenti con le indicazioni fornite ora dal gruppo. Confermiamo, di conseguenza, anche il nostro consiglio: mantieni.
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