La settimana delle Borse: andamenti divergenti

La settimana delle Borse
La settimana delle Borse
In una settimana caratterizzata, ancora una volta, dall’attesa per le notizie dalle Banche centrali, sulle due sponde dell’Atlantico le Borse si sono mosse in direzione opposta: da un lato, confortate dai passi in avanti sul fronte dell’inflazione (seppur meno del previsto) e dalla sostanziale conferma della strategia della Bce, le Borse europee si sono mosse in territorio positivo (+1,4% l’indice dei 50 titoli principali). Dall’altro lato, seppur il Beige Book abbia mostrato un’economia Usa in salute, la cautela della Fed non ha aiutato Wall Street, appesantita anche dalle notizie arrivate sia da alcuni colossi della tecnologia, sia dal settore bancario.
Ecco l’andamento della settimana per le Borse consigliate (prima in valuta locale e poi in euro).
Australia: +1,3%; +1,8%
Canada: +0,9%; +0,4%
Cina: -0,6%; -1,7%
Corea: +1,4%; +1,2%
Giappone: -0,6%; +0,4%
Indonesia: +1,4%; +0,9%
Messico: -1,1%; -1%
Regno Unito: -0,3%; +0,3%
Stati Uniti: -0,3%; -1,4%
Svizzera: +1,3; +1,3%
All’interno del comparto tecnologico spicca il -5% di Apple (170,73 Usd, Isin US0378331005). La società di ricerche Counterpoint ha indicato che le vendite dell’iPhone in Cina (19% del fatturato nel 2022/23) sono diminuite del 24% annuo nelle prime 6 settimane del 2024. La quota di mercato dell’iPhone in questo Paese sarebbe, così, scesa al 15,7% dal 19% di un anno fa, a causa soprattutto del rafforzamento delle vendite del colosso locale Huawei, in piena ripresa. Altra cattiva notizia, il marchio Apple ha ricevuto una multa da 1,8 miliardi di euro dall'Unione europea per violazioni della concorrenza riguardanti la distribuzione di musica in streaming tramite l'App Store. Questa multa – contro cui Apple ha peraltro già fatto ricorso – non mette in crisi il gruppo, rappresentando meno dello 0,1% della sua capitalizzazione (numero delle azioni moltiplicato per il loro prezzo), mentre la situazione sul mercato cinese è più preoccupante, anche se non al punto da rimettere in discussione le sue buone prospettive di utili e suoi solidi fondamentali. Mantieni. Periodo negativo anche per Alphabet (135,41 Usd, Isin US02079K3059), la “casa madre” di Google: con il -1,3% di questa settimana continua il calo da inizio anno, in controtendenza con il settore tecnologico americano. Certo le ondate di vendite da parte degli investitori per incassare i guadagni di Borsa del 2023 possono spiegare, in parte, il calo, ma ci preoccupa la dipendenza di Alphabet dagli introiti pubblicitari del suo motore di ricerca (Google), che può finire per indebolirla. L’affermarsi dell’intelligenza artificiale sta, infatti, rivoluzionando la ricerca su internet: anche ammesso che Alphabet sviluppi una soluzione propria, dovrà necessariamente far fronte a una forte concorrenza. Limitati a mantenere.
Il settore dei software segna un -1,3% settimanale, mentre il settore dei semiconduttori chiude a +4%.
Il settore bancario Usa torna a preoccupare con New York Community Bancorp (3,42 Usd) che riporta alla ribalta i timori sulla rete delle banche locali. La banca già da diverse settimane è in difficoltà per l’esposizione al settore immobiliare (vedi Investi n° 1546), tanto da portare il gruppo a perdite sul portafoglio e a un taglio del 70% nei dividendi. Ora ha dovuto ammettere la “debolezza” nelle pratiche di valutazione dei prestiti, che ha portato a un declassamento del rating e a un crollo del titolo del 43% nei primi due giorni di marzo. Anche se è poi arrivata la notizia del miliardo di dollari raccolto tramite una cordata, il clima è rimasto teso e rispetto a fine febbraio il titolo segna ancora un -29% malgrado il recupero. Va meglio il settore finanziario in Europa, dove circolano voci di movimenti straordinari. Secondo la stampa, Ageas (38,91 euro, Isin BE0974264930) sarebbe sulla lista delle possibili acquisizioni di Generali. Ageas ha un azionariato molto frammentato, il che la rende una preda appetibile, ma gli investitori non sembrano credere molto a questo scenario (-0,3% il titolo Ageas questa settimana). Al di là di queste voci, puoi comunque acquistare Ageas. Quanto a Generali (22,22 euro, Isin IT0000062072, +1,2% questa settimana), il tema delle possibili acquisizioni è sì caldo, ma i nomi delle possibili “prede” sono numerosi e non c’è nulla di definito. Nel momento in cui andiamo in stampa mancano poche ore alla pubblicazione dei risultati 2023: per ora, mantieni.
I ricavi 2023 di Axa (33,52 euro; Isin FR0000120628; +3,6% questa settimana) sono saliti solo dell’1% sul 2022. Il ramo danni (+5%) ha compensato appena il calo nel ramo vita (-3%) e nelle gestioni patrimoniali (-2%), ma ha consentito comunque di centrare gli obiettivi. Per il 2024-2026, Axa è più ambiziosa: si aspetta un aumento dell’utile operativo del 6%-8% annuo (3%-7% nel piano precedente). Cambia la politica di remunerazione degli azionisti, a cui andrà, tra dividendi e riacquisti di azioni proprie, il 75% degli utili (prima era 55-65%). Mantieni.
Solvay (23,74 euro; Isin BE0003470755) ha concluso un accordo con la francese Carester per la produzione congiunta di terre rare, integrando così la filiera dall’estrazione delle materie prime alla produzione di motori elettrici e turbine eoliche. L’annuncio non è stato ben accolto dal mercato (-1,9% questa settimana), ma le prospettive restano, secondo noi, positive: approfitta del calo per acquistare. Limitati, invece, a mantenere Umicore (20,41 euro, Isin BE0974320526; +3%). Nella seconda metà del 2024 l’attività batterie beneficerà della partenza dei grandi contratti firmati negli ultimi anni, ma solo dal 2025 si vedrà quanto contribuiranno realmente ai risultati. Negli anni successivi la vendita di materiali per batterie per veicoli elettrici riuscirà a compensare l’atteso calo del contributo dei catalizzatori ai risultati totali? Tutto dipenderà dal successo delle tecnologie di Umicore. Il timore è che le più economiche batterie LFP, che equipaggiano le auto cinesi, siano sempre più richieste anche in Occidente.
Novo Nordisk (905 dkk; Isin DK0062498333; +6,4%), leader mondiale nel diabete, ha annunciato che i primi risultati di uno studio clinico sull'Amycretin, il suo trattamento orale per l'obesità, mostrano che è più efficace del suo farmaco da iniettare Wegovy. Tuttavia, l’Amycretin è ancora a una fase iniziale di sviluppo clinico e c’è molta strada da fare prima della possibile commercializzazione, tenuto conto anche del fallimento della pillola di Pfizer contro l’obesità. Limitati a mantenere.
@Eduardo Il motivo per cui l’azione Cooper Companies (101,51 Usd) ha cambiato Isin, che ora è US2166485019, è la suddivisione in 4 delle sue azioni, avvenuta il 16 febbraio. Ora hai il quadruplo delle azioni che avevi prima, ma il loro prezzo si è ridotto in proporzione, perciò l’operazione è di fatto neutra per te: non ti porta né guadagni né perdite.
@Fabrizio Pfizer (27,22 Usd, Isin US7170811035) e Medtronic (85,13 Usd, Isin IE00BTN1Y115) sono tra i titoli che consigliamo, ma se li hai già fai attenzione: acquistarne altri per abbassare il prezzo medio può farti esporre troppo su queste società. Non sappiamo quanto pesino sul tuo portafoglio, ma in generale meglio diversificare su altri titoli.
@Pier-Giorgio Accetta la proposta di reinvestire in azioni il dividendo di Anglo American (1850,60 pence, Isin GB00B1XZS820) solo a due condizioni. Primo, se il titolo già non pesa troppo sul tuo portafoglio (vedi anche qui sopra). Secondo, se accetti il grado di rischio superiore alla media.
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