La settimana delle Borse: settimana corta... ma grigia

Settimana delle Borse
Settimana delle Borse
Non è stata una settimana particolarmente brillante: salvo poche eccezioni come Messico e Australia (vedi qui sotto), le Borse di fatto si sono limitate a vivacchiare o addirittura a fare un piccolo passo indietro. Tante le motivazioni. Primo: la corsa delle Borse delle scorse settimane, che ha spinto un po’ di investitori a monetizzare i risultati. Secondo: la cautela emersa dalle dichiarazioni di alcuni esponenti della Fed sul piano di tagli dei tassi negli Usa, cautela poi condivisa dai mercati tanto più alla luce di un dato sul Pil Usa superiore alle attese (notizia certo positiva in sé, ma che rende meno urgente un alleggerimento della politica monetaria). Terzo: a parte il Pil Usa, una generale scarsità di dati macroeconomici di peso, e quei pochi pubblicati non hanno regalato sprazzi di ottimismo. Un esempio su tutti, il Pil britannico, calato dello 0,3% nel 4° trimestre 2023 (era già calato dello 0,1% nel 3° trimestre) certificando che il Paese è tecnicamente in recessione. Sono dati poco rassicuranti per un’economia che ha pochissimi margini di manovra. Sul fronte di bilancio, gli eccessi del passato impediscono alle Autorità di Londra di procedere con misure di stimolo. Allo stesso tempo, l’inflazione rimane elevata. La Banca d’Inghilterra difficilmente potrà, quindi, intraprendere il tanto desiderato ciclo di riduzioni dei tassi di interesse. Non a caso, Londra ha un posto limitato nelle nostre strategie di portafoglio, e solo per i profili più “dinamici”: verificalo nella pagina dedicata alle strategie.
Ecco l’andamento della settimana per le Borse consigliate (prima in valuta locale e poi in euro).
Australia: +1,6%; +1,8%
Canada: +0,8%; +1,4%
Cina: -0,6%; -0,4%
Corea: -0,1%; -0,5%
Giappone: -1,8%; -1,6%
Indonesia: -0,4%; -0,7%
Messico: +1,3%; +2,1%
Regno Unito: +0,3%; +0,7%
Stati Uniti: +0,4%; +0,5%
Svizzera: +0,7%; +0,6%
La “pausa di riflessione” è particolarmente evidente nel settore tecnologico. Nelle scorse settimane è stato tra i protagonisti dei maggiori rialzi, non stupisce quindi che nel contesto “grigio” di cui ti abbiamo appena parlato molti investitori ne abbiano approfittato per vendere e portare a casa un po’ di guadagni. Il comparto dei software segna un -1%, quello dei semiconduttori un -1,9%. Discorso analogo per i singoli titoli, dove i più brillanti della scorsa settimana ora arretrano: -4,7% per Meta Platforms (485,58 usd, Isin US30303M1027), -4,2% per Nvidia (903,56 Usd, Isin US67066G1040), -1,9% per Applied Materials (206,23 Usd, Isin US0382221051). Il passo indietro non rimette in discussione le prospettive, né il nostro consiglio: mantieni i primi due titoli, vendi Applied Materials.
Il settore farmaceutico (+1,3%) si smarca dal clima di “calma piatta” grazie anche al +6,5% di Merck (131,95 euro, Isin US58933Y1055), sui nuovi massimi da un anno dopo l’approvazione negli Stati Uniti di un suo farmaco per il trattamento dell’ipertensione arteriosa polmonare (malattia che colpisce quasi 40.000 persone negli Stati Uniti). Mantieni.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha collocato il 12,5% del capitale di Monte Paschi (4,2 euro, Isin IT0005508921, +1% in settimana), portando così la sua quota dal 39,23% al 26,73%. Non è la prima operazione di questo tipo: già lo scorso novembre lo Stato aveva venduto un altro 25%. Allora il prezzo di Borsa era più basso e il Tesoro aveva dovuto offrire uno sconto del 5% rispetto al prezzo di Borsa, mentre nell’operazione di questi giorni lo sconto è “solo” del 2,49%. Insomma, il Tesoro ha “sfruttato” l’insieme di elementi favorevoli (il momento positivo delle Borse, il ritorno all’utile della banca, la riduzione delle pendenze legali…) per “fare cassa” e continuare il percorso di uscita dalla banca. E ora? L’operazione riapre il “risiko” bancario, ma finora, nonostante le diverse voci circolate, Mps non è mai finita nel mirino di altri gruppi. Un altro elemento che spinge alla prudenza è la tempistica dell’operazione: come da prassi, queste operazioni prevedono l’impegno a non vendere ulteriori quote per 90 giorni. Il fatto che il MEF si sia “affrettato” a vendere questa seconda tranche a poca distanza di tempo dalla scadenza del “vincolo” sull’operazione di novembre potrebbe significare che teme un cambiamento delle condizioni di mercato. Per tutti questi motivi, non ti consigliamo di speculare su Mps: il consiglio resta invariato, ai prezzi attuali il titolo è secondo noi caro e da vendere.
Dopo il via libera della Consob, arrivato in questi giorni, è in partenza l’offerta di Unipol (7,77 euro; Isin IT0004810054) sulle azioni UnipolSai (2,68 euro, Isin IT0004827447). L’offerta si svolgerà dall’8 al 26 aprile 2024, con un prezzo pari a 2,7 euro per azione. Per questa settimana, visto che l’offerta non è ancora partita, il nostro consiglio rimane quello di mantenere entrambi i titoli. Una volta partita l’Opa, tuttavia, se sei azionista di UnipolSai ti consigliamo di aderire dandone comunicazione alla tua banca. Il corrispettivo ti verrà pagato il 3 maggio. Il titolo UnipolSai, dopo l’Opa, uscirà dalla selezione di titoli che monitoriamo.
Dopo aver effettuato una prima vendita di azioni Nissan lo scorso dicembre nell'ambito del rinnovamento della loro alleanza, la francese Renault (46,8 euro; Isin FR0000131906) ha appena effettuato una seconda operazione vendendo quasi 100 milioni di azioni, il 2,5% del capitale di Nissan. Questa vendita avrà un impatto negativo di circa 440 milioni di euro sui risultati del primo semestre, ma al tempo stesso migliorerà la situazione finanziaria dell’attività auto del gruppo e accelererà la riduzione del debito di Renault, concorrendo al suo obiettivo di riconquistare un rating “investment grade”. Il mercato ha accolto bene la notizia (+3% questa settimana). Tuttavia, visto che sembra profilarsi un periodo difficile sul piano economico e commerciale, la prudenza s’impone. Limitati a mantenere Renault.
L’ottimismo del mercato Su Renault non si è riflesso sui concorrenti: il settore auto, nel suo complesso, segna un +0,3% questa settimana.
@Marco Sì è vero che, se il passaggio del 35% di Saras (1,77 euro, Isin IT0000433307) verrà completato (mancano delle autorizzazioni), l’acquirente Vitor dovrà lanciare un’Opa. La tempistica, però, non è nota. Inoltre, per il 35% di Saras Vitor ha pagato 1,75 euro per azione, che probabilmente sarà anche il prezzo di Opa. Non c’è, quindi, da speculare.
@Nicola Il calo di Italian Sea Group (10,06 euro, Isin IT0005439085) è dovuto al fatto che il maggior azionista è sceso dal 62,3% al 53,6% del capitale, vendendo a sconto rispetto al prezzo di Borsa. L’operazione ha, però, uno scopo positivo: avere sufficientemente titoli in circolazione per rispettare i requisiti di ammissione al segmento di Borsa Star. Mantieni.
@Patrizia Le azioni a voto maggiorato e a voto multiplo non sono la stessa cosa: le prime “nascono” come normali azioni e arrivano ad attribuire all’azionista più voti solo se le detiene per un determinato periodo di tempo. Le azioni a voto multiplo, invece, assegnano più voti fin dal momento della loro emissione (e sono solo di società non quotate).
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