La settimana delle Borse: mercati nervosi

settimana delle borse 1554
settimana delle borse 1554
Se nella settimana precedente i mercati si erano limitati a vivacchiare, nella settimana appena conclusa si è trattato di un vero e proprio passo indietro: un po’ dappertutto, le Borse hanno chiuso la settimana con il segno meno. Tra le motivazioni c’è sicuramente il desiderio di molti investitori di cominciare a portare a casa i guadagni degli ultimi mesi, ma anche altri elementi. Per esempio, un nuovo acuirsi delle tensioni internazionali, che se da un lato ha contribuito al rialzo del prezzo del petrolio e quindi delle società del settore (vedi più avanti), dall’altro lato ha preoccupato gli investitori. Ci sono poi gli “andamenti divergenti” delle due Banche centrali: se per la Bce i dati sull’inflazione hanno confermato il cammino verso il taglio dei tassi, l’andamento positivo dell’economia Usa porta la Fed a non avere poi così tanta fretta nell’allentare la politica monetaria. In questo contesto, continua a diversificare i tuoi investimenti seguendo le nostre strategie.
Ecco l’andamento della settimana per le Borse consigliate (prima in valuta locale e poi in euro).
Australia: -1,6%; -1,1%
Canada: +0,1%; -0,6%
Cina: -0,1%; -0,2%
Corea: -1,2%; -1,8%
Giappone: -3,4%; -3,7%
Indonesia: +2,2%; +2,1%
Messico: +1,3%; +1,9%
Regno Unito: -0,5%; -0,8%
Stati Uniti: -1%; -1,1%
Svizzera: -2%; -2,3%
Con il +4,7% registrato questa settimana, il prezzo del petrolio (qualità brent) ha raggiunto nuovi massimi, che non si vedevano da diversi mesi. La riunione dell’Opec (che riunisce i principali produttori del settore) si è chiusa senza tagli alla produzione, ciò nonostante i motivi di tensione non sono mancati, alimentando il rincaro dell’oro nero. In particolare, a pesare è stata la situazione geopolitica, con molte raffinerie russe colpite e la prospettiva, quindi, di una minor produzione, ma non sono mancati anche altri elementi, come le voci di un possibile ridimensionamento delle esportazioni messicane. Il risultato di tutto questo è che il rincaro del barile ha portato il settore, nel suo complesso, ad andare controcorrente rispetto alle Borse, segnando un +1,2%. Particolarmente consistente (+5,9%) il rialzo di Eni (15,51 euro, Isin IT0003132476) che questa settimana ha annunciato sia la possibile emissione di nuovi prestiti obbligazionari, da emettere in una o più tranche da qui al 2026, sia un piano di riacquisto di azioni (da qui al 2025) per remunerare gli azionisti e per realizzare un piano di “azionariato diffuso” con i dipendenti (in sostanza, un’assegnazione di azioni gratuite nel 2024 e 2025 e un piano di co-investimenti “agevolato” nel 2026). Anche dopo il rialzo, Eni resta correttamente valutata: mantieni.
Grazie al generale rialzo del settore, segna un +4,4% anche il colosso petrolifero americano Exxon Mobil (121,37 Usd; Isin US30231G1022) nonostante l’annuncio che nel 1° trimestre 2024 dovrà mettere a bilancio delle nuove svalutazioni legate alle sue attività di esplorazione/produzione. Consiglio confermato: mantieni.
Se il rialzo del greggio può sembrare positivo per i produttori di auto elettriche, così non è stato per Tesla (164,9 dollari; Isin US88160R1014). L’azione ha archiviato un -6,2% settimanale sulla scia della delusione per i dati del 1° trimestre. Il numero di vetture consegnate è calato dell’8,5% su un anno fa e del 20% sul trimestre precedente, dati nettamente inferiori alle attese del mercato. Il gruppo ha, in parte, giustificato il calo con elementi congiunturali, come alcuni stop legati alla tensione in Mar Rosso e un incendio nei mega impianti di Berlino, ma resta il fatto che già con la presentazione dei conti 2023 c’era stata qualche avvisaglia del fatto che il gruppo faticherà a mantenere i ritmi di crescita del passato. La delusione e il conseguente calo in Borsa sono, a nostro avviso, giustificati dalle incognite sul futuro: nonostante lo scivolone, quindi, il consiglio non cambia: vendi.
Dopo il via libera delle commissioni parlamentari competenti, si può dire che sia ufficialmente partito l’iter che porterà alla privatizzazione di una nuova tranche di Poste italiane (11,52 euro, Isin IT0003796171, -0,7% questa settimana). È solo un primo passo, la strada verso l’offerta di vendita è ancora lunga, ma il fatto di aver portato a termine questo primo passaggio rende perlomeno non impossibile l’ipotesi di finalizzare l’operazione entro l’estate. Molto dipenderà anche dalle condizioni di mercato: vi terremo informati. Nel frattempo, se sei azionista Poste, mantieni i titoli che già hai in portafoglio, ma non acquistarne altri.
In una settimana in cui il settore telecom segna un -1%, il titolo Telecom Italia (0,23 euro, Isin IT0003497168) regge bene (+0,2%) grazie a due notizie arrivate in pochi giorni. La prima è la sentenza che assegna al gruppo un rimborso da 1 miliardo per canoni di concessione pagati in passato, la seconda è il “prestito-ponte” ottenuto in attesa della cessione della rete. Ma non c’è da entusiasmarsi: per i canoni il Governo ha già annunciato ricorso in Cassazione, mentre per la cessione della rete le incognite restano tante.
Come ti avevamo già annunciato la scorsa settimana, da lunedì 8 aprile è partita l’offerta di Unipol (7,95 euro; Isin IT0004810054) sulle azioni UnipolSai (2,69 euro, Isin IT0004827447). Se sei azionista di UnipolSai, aderisci all’offerta: hai tempo fino al 26 aprile. Al termine dell’offerta, se avrà successo, il titolo probabilmente non sarà più quotato: in ogni caso, uscirà dalla selezione di azioni che monitoriamo costantemente. Mantieni, invece, le azioni Unipol.
@Marco Per un investitore italiano, investire direttamente in azioni cinesi è piuttosto complicato: sono pochi gli intermediari che danno accesso a questa Borsa. Il mercato cinese fa parte delle nostre strategie di investimento, ma ti consigliamo di investirci tramite strumenti del risparmio gestito (fondi o Etf).
@Riccardo. Per la parte azionaria del tuo portafoglio puoi seguire le nostre strategie includendo, oltre a fondi ed Etf, anche singole azioni. Attenzione, però, a due elementi: i costi, specie se spezzetti troppo i tuoi acquisti, e la diversificazione, specialmente se il capitale è modesto e non ti consente di acquistare un numero di titoli abbastanza ampio.
@Santo Le azioni Volkswagen che fanno parte della nostra selezione (Isin DE0007664005, 148,7 euro) sono quelle ordinarie. Le azioni con Isin DE0007664039 (prezzo 126,40 euro) sono, invece, quelle privilegiate. Il nostro consiglio di acquisto si riferisce alle azioni ordinarie, ma se hai già in portafoglio le privilegiate, puoi mantenerle.
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