La settimana delle Borse: continua il bel tempo

settimana delle borse 1568
settimana delle borse 1568
Tanti gli spunti di riflessione che gli investitori si sono ritrovati ad affrontare questa settimana. Uno dei principali riguarda uno dei temi caldi degli ultimi mesi, il carovita, con il dato sull’inflazione Usa che si è rivelato più basso del previsto, alimentando le aspettative su una politica monetaria più accomodante (cioè, tradotto in altre parole, un taglio dei tassi) da parte della Banca centrale. Restando negli Usa, è già iniziata la stagione della pubblicazione dei risultati trimestrali, con tre grandi colossi finanziari (JP Morgan, Wells Fargo e Citigroup) che hanno fatto da apripista: i risultati del trimestre sono stati, in media, superiori alle attese, ma in contropartita è emerso come fattore comune una certa cautela del management delle società sulle prospettive future, il che ha parecchio raffreddato gli entusiasmi (non al punto tale da rovinare del tutto il bilancio di Wall Street, ma un po’ ha pesato). In Europa, intanto, e in particolare in Francia, continuano le trattative politiche post-elezioni. In Asia, la Borsa giapponese continua il suo recupero grazie anche allo yen debole. Infine, un altro fattore che ha supportato le Borse, grazie al legame con un possibile raffreddamento dell’inflazione, è stato il calo del prezzo del petrolio (-2,3% il brent), nonostante le scorte settimanali Usa inferiori al previsto; per le società del settore energetico il prezzo del petrolio in calo è, invece, un elemento negativo, ma il settore ha limitato i danni con un -0,3%.
Ecco l’andamento della settimana per le Borse consigliate (prima in valuta locale e poi in euro).
Australia:+1,8%; +1,8%
Brasile: +2,1%; +1,8%
Canada: +2,7%;+2%
Cina: +2,5%; +1,7%
Corea: -0,2%; -0,9%
Giappone: +0,7%; +2%
Indonesia: invariata; invariata
Messico: +5%; +6,9%
Regno Unito: +0,6%; +1,3%
Stati Uniti: +0,9%; +0,1%
Svizzera: +3%; +2,6%
Tesla (248,23 Usd, Isin US88160R1014) è in frenata, con un calo dell’1,3% settimanale dopo che la prevista presentazione del suo robotaxi è stata posticipata da agosto a ottobre; secondo voci non ufficiali, il rinvio serve a concedere ai team che lavorano al progetto più tempo per costruire ulteriori prototipi. L’attesa dell’esordio di questo potenziale rivale di Uber aveva sostenuto il titolo per diverse giornate consecutive, e così anche il contraccolpo è stato brusco: giovedì il titolo ha chiuso in ribasso dell’8,4%, il calo giornaliero più ampio da gennaio. Una delusione comprensibile, visto che l’idea di creare un servizio di taxi autonomo circolava in Tesla da anni (almeno dal 2016) e visto che al progetto era stata data priorità rispetto a un altro potenziale piano di espansione, cioè la costruzione di un veicolo elettrico più economico che ampli la platea dei clienti. Vendi.
Il rialzo delle stime del 2° trimestre ha portato Corning (45,62 usd, Isin US2193501051) a balzare di ben il 18,7% questa settimana, portando il risultato da inizio anno a un +49,8% che lo riporta vicino ai picchi del 2021. Per i risultati del 2° trimestre, che saranno pubblicati a fine luglio, Corning prevede ora un fatturato di 3,6 miliardi di Usd (le stime precedenti erano di 3,4 miliardi) e un utile uguale, o anche superiore, al limite massimo della sua forchetta di stime. La motivazione del rialzo delle previsioni è una domanda più forte del previsto per la fibra ottica (30% del fatturato nel 2023), molto utilizzata nei data center e nelle infrastrutture legate all’intelligenza artificiale generativa. Nei componenti per schermi TV e PC (26% del fatturato), la domanda dovrebbe essere trainata nei prossimi mesi dal ciclo di rinnovamento informatico già in atto, mentre nel mercato degli smartphone, altro sbocco importante per i suoi schermi, l'arrivo degli strumenti di intelligenza artificiale dovrebbe favorirne le vendite. Alziamo, quindi, le stime sull’utile per azione a 1,35 Usd per il 2024 e a 1,9 Usd per il 2025. Certo l’intelligenza artificiale rappresenta un importante vettore di crescita per Corning, ma ai prezzi attuali del titolo la prudenza resta, secondo noi, d’obbligo. Il consiglio non cambia. Mantieni.
Positivi, ma stavolta senza fiammate, altri titoli del settore tecnologico come IBM (182,83 Usd, Isin US4592001014, +3,9% questa settimana) e Nvidia (129,24 Usd, Isin US67066G1040, +2,7% questa settimana. Mantieni entrambi i titoli.
Il bilancio settimanale del settore dei semiconduttori è un +2,3%.
Nei primissimi giorni dopo la separazione della rete in una società ad hoc il titolo Telecom Italia (0,24 euro, Isin IT0003497168) non aveva particolarmente brillato, mentre questa settimana ha registrato un +4,6%. Il motivo è la “promozione” da parte delle principali agenzie di rating: prima Moody’s, e poi anche Standard & Poor’s hanno infatti migliorato il loro giudizio sulla solvibilità del gruppo. L’operazione di separazione della rete ha, infatti, alleggerito il fardello del debito, da sempre uno dei talloni d’Achille del gruppo. Ma non sono tutte rose e fiori: questa scelta, che ha portato Telecom Italia a essere il primo “big” europeo del settore a rinunciare alla rete, rende più rischioso il profilo della sua attività, e questo va (almeno in parte) a compensare il fatto che, con un rating migliore, la società potrà negoziare interessi più bassi per i finanziamenti (quando un debitore è ritenuto più affidabile, i creditori si “accontentano” di tassi di interesse più bassi per prestare il proprio denaro). Tim dovrebbe, comunque, mantenere il posizionamento forte sia sul mercato domestico, sia in Brasile, motivo per cui non cambiamo il nostro consiglio: mantieni.
Restando nel settore della telefonia, balzo dell’8,1% per Ericsson (70,88 sek, Isin SE0000108656) dopo risultati migliori delle attese: nel secondo trimestre i ricavi calano del 7% a 59,9 miliardi di corone (erano 64,4 miliardi un anno fa), ma gli analisti avevano pronosticato una flessione ancora più marcata a quota 58,3 miliardi. Mantieni.
@Giovanni Se segui il portafoglio equilibrato, puoi incrementare i tuoi investimenti in Cina e Indonesia fino alle quote indicate (rispettivamente 10% e 5%). Il Vietnam non è un mercato asiatico su cui puntiamo, mentre suggeriamo il Giappone e la Corea del Sud (https://www.altroconsumo.it/investi/la-nostra-strategia/investitore-equilibrato).
@Luca Anche se sei in guadagno, non è ancora il momento, secondo noi, di vendere Blackrock (827,97 Usd, Isin US09247X1019). Come vedi qui https://www.altroconsumo.it/investi/investire/azioni/blackrock il nostro consiglio è, anzi, “acquista”. Visto che le hai già in portafoglio, fai solo attenzione al fatto che non pesino troppo sul totale.
@Piero Ignora la comunicazione ricevuta dalla banca e semplicemente non fare nulla: si tratta di una delle tante “mini-Opa” – questa volta su azioni Amazon – a prezzi inferiori a quelli di Borsa, nel tentativo di truffare gli azionisti. Per quanto riguarda Amazon (194,49 Usd, Isin US0231351067), il nostro consiglio sull’azione resta “acquista”.
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