La settimana delle Borse: la Cina galvanizza i mercati

settimana delle Borse 1575
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Ormai da tempo ti parliamo dei timori legati all’economia cinese e delle ripercussioni che questo ha sulle Borse di tutto il mondo. Questa settimana è ancora la Cina a fare notizia, ma stavolta in positivo, con il balzo di oltre il 16% della Borsa cinese che surclassa di gran lunga quello di tutte le altre concorrenti: se l’eurozona si ferma a un comunque soddisfacente +4%, l’indice S&P 500 che “fotografa” la Borsa Usa è quasi fermo con un +0,6%. Positive anche molte delle altre Borse che compongono le nostre strategie di portafoglio, ma certo non al livello del balzo di Pechino. Da dove arriva questo improvviso entusiasmo? Dalle manovre annunciate dalla Banca centrale cinese, che nelle intenzioni di Pechino dovrebbero ridare ossigeno al settore immobiliare locale a corto di fiato. Attenzione, però, a relativizzare questa notizia: primo, perché non è detto che la manovra abbia piena efficacia (i consumi delle famiglie dipendono anche dal clima di fiducia), secondo perché mancano altri “puntelli” di sostegno, per esempio sul fronte fiscale. Oltre a tutto questo, non va dimenticato che i problemi a livello mondiale non sono certo limitati alla Cina. Basti pensare al settore auto europeo: se settimana scorsa Piazza Affari ha chiuso con un discreto, seppur non brillante, +1,1%, a metà mattina di lunedì 30 settembre, al momento in cui scriviamo, è trascinata al ribasso dal tonfo di Stellantis di cui ti parliamo più avanti. Morale, gli incentivi varati dalla Cina non sono sufficienti a farci modificare le nostre strategie, dove tra l’altro il Paese del Dragone ha già un peso consistente.
Accennavamo poco fa al settore auto europeo. Dopo le cattive notizie arrivate da una serie di produttori tedeschi (Volkswagen, BMW, Mercedes…) su cui ti abbiamo aggiornato nelle scorse settimane, sembrava finalmente arrivata un po’ di tregua per il settore, tanto che ha fatto registrare un +6,3% nella settimana appena conclusa. La mattina di lunedì 30 settembre si è, però, aperta con una nuova tegola, arrivata stavolta da Stellantis (Isin NL00150001Q9). Il titolo, che aveva chiuso la settimana con un brillante +8% a 14,55 euro, a metà giornata di lunedì 30 settembre segna un tonfo del 15% a 12,44 euro. Il motivo è un avvertimento sui risultati con cui ha dovuto ammettere che non sarà in grado di raggiungere gli obiettivi precedentemente fissati, accodandosi così alle difficoltà già manifestate dai colleghi tedeschi. Limitati a mantenere il titolo. Restando nel settore auto, la francese Renault (41,29 euro, Isin FR0000131906) ha ridotto di nuovo la propria partecipazione in Nissan nell'ambito della ridefinizione della loro alleanza. Questa operazione avrà un impatto negativo sui risultati del 2° semestre di Renault, ma migliora le condizioni finanziarie della sua divisione auto e le consente di continuare a ridurre l’indebitamento. Non sorprende, quindi, che gli investitori abbiano accolto con favore questa nuova vendita (+7,3% settimanale il titolo), anche se il produttore francese soffre, come l'intero settore automobilistico europeo, del rallentamento delle vendite dei veicoli elettrici e della concorrenza di nuovi attori, come dimostra il “caso” Stellantis. Anche per Renault, limitati a mantenere.
Tra le azioni che fanno parte della nostra selezione, il podio dei maggiori rialzi settimanali va a tre titoli che, in modo più o meno diretto, sono legati al settore lusso: Moncler (57,74 euro, Isin IT0004965148; +20,3% settimanale), LVMH (703,4 euro, Isin FR0000121014; +18,8%) e Swatch (180,15 chf, Isin CH0012255151; +18,4%). Non è un caso, ma è legato ancora una volta alle notizie sulla Cina, grande “cliente” del settore; ma proprio per le incognite sull’efficacia delle manovre varate in Cina, non vediamo motivo per modificare i consigli: mantieni Moncler, vendi LVMH. Quanto a Swatch, il titolo ha beneficiato anche della notizia di un possibile ritiro dal listino di Borsa. Voci smentite, ma è un ulteriore motivo per confermare il consiglio: acquista.
Continua il tentativo di scalata di Unicredit (39,98 euro, Isin IT0005239360; +5,2% questa settimana) che dopo aver acquisito il 9% del capitale di Commerzbank ha acquistato strumenti derivati per un ulteriore 11,5% del capitale. Inoltre, ha già presentato alla Banca centrale europea la richiesta di approvazione per l'acquisizione di una partecipazione fino al 29,9% (il limite oltre cui è necessario lanciare un'Opa). Ma è una scalata irta di difficoltà: mantieni. Anche la banca francese BNP Paribas (63,3 euro; Isin FR0000131104; -2,3% questa settimana) continua a dar prova di dinamismo. Dopo aver avviato le negoziazioni per l'acquisizione delle attività di gestione di attivi dell’assicuratore Axa, è ora in procinto di acquistare le attività di private banking di HSBC in Germania. È un’ottima operazione per la prima banca francese che, a detta del management, diventerà così uno dei leader in questa attività anche in Germania. Il titolo, tuttavia, ne tiene già conto ed è correttamente valutato. Mantieni.
@Barbara Ad oggi le Borse dell’eurozona non rientrano in nessuna delle nostre tre strategie di investimento. Le puoi trovare, sempre aggiornate, a questo link: https://www.altroconsumo.it/investi/la-nostra-strategia.
@Domenico Sì, il rapporto corretto di assegnazione delle azioni Sandoz, un anno fa, è stato di un’azione Sandoz ogni cinque azioni Novartis già possedute al momento della scissione. Ti ringraziamo per la segnalazione.
@Marco Al momento non è in corso nessun aumento di capitale vero e proprio per Air Liquide (176,18 euro; Isin FR0000120073). La comunicazione della banca si riferisce, probabilmente, al reinvestimento del dividendo in azioni.
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