La settimana delle Borse: un quadro ricco di sfumature

settimana delle Borse 1580
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Mai come questa settimana, la ricchezza di appuntamenti si è trasformata nella prova del fatto che nel campo degli investimenti il quadro non è mai totalmente bianco o nero, ma ricco di sfumature. Prendiamo per esempio gli Usa: è vero che il Pil del 3° trimestre è lievemente sotto le attese, ma ha mostrato una robusta crescita interna, mentre al contempo i prezzi in calo costituiscono un elemento a favore di nuovi allentamenti monetari. Prezzi che invece si sono rialzati nell’eurozona, pur senza impensierire troppo, ma la vera sorpresa nel Vecchio continente viene dalla crescita del Pil. Mentre quello italiano delude, il dato dell’eurozona sorprende in positivo anche grazie alla “grande malata” d’Europa, la Germania, che evita la recessione malgrado persista la crisi del settore auto (vedi più avanti). E il mondo non si limita al dualismo Usa-Europa, basti pensare al Giappone e alla sua Banca centrale che questa settimana ha lasciato i tassi fermi, ma pensa a mosse future. Insomma un panorama ricco di sfaccettature, ed è lo stesso quando si passa dall’andamento delle economie a quello delle singole società, impegnate con la pubblicazione dei dati trimestrali. Il risultato di tutto questo è un rosso generalizzato per la seconda settimana consecutiva, con Wall Street che chiude così ottobre con il segno meno appesantita dal settore tecnologico, interrompendo la lunga scia di mesi positivi.
Il settore farmaceutico chiude in media con un -2% malgrado i conti del 3° trimestre siano superiori alle attese e gli obiettivi 2024 rialzati per Novartis (95,49 chf; Isin CH0012005267; -3,2% sulla settimana), che ha beneficiato del Cosentys, e Pfizer (28,09 Usd; Isin US7170811035; -1,3%) che ha beneficiato del trattamento anti-covid Paxlovid. Puoi acquistare entrambe. Anche Merck (101,88 Usd; Isin US58933Y1055; -2%) ha sorpreso con le vendite del Keytruda ancora dinamiche. Preoccupano, però, le vendite del Gardasil in Cina. Mantieni. I risultati della britannica GSK (1.419,5 pence, Isin GB00BN7SWP63; -2%) sono invece stati penalizzati da un onere importante, già annunciato, legato ai risarcimenti da pagare per l'accordo raggiunto negli Stati Uniti sullo Zantac. Limitati a mantenere. Infine, anche l’americana Eli Lilly (818,93 Usd; Isin US5324571083; -8,3%) ha deluso le aspettative del mercato (costi di produzione e di acquisizione in aumento), pur se il fatturato sale del 20% trainato da Mounjaro e Zepbound. Mantieni.
Anche se le notizie sul Pil tedesco, come già accennato, sono migliori del previsto, il settore auto (protagonista dei timori non solo sull’economia teutonica, ma di quella europea in generale) continua a preoccupare. Volkswagen (91,05 euro, Isin DE0007664005) ne è un emblema, con un piano di ristrutturazione che non ha precedenti nella storia del gruppo. Si parla di tagli fino a 4 miliardi, che si concretizzerebbero con la chiusura di almeno tre stabilimenti in Germania, tagli ai posti di lavoro, riduzione degli stipendi: una situazione che, giocoforza, ha innescato pesanti tensioni sociali. Il titolo ha reagito questa settimana con un -6,2%. Confidando nel successo della ristrutturazione, il nostro consiglio resta invariato: acquista.
Nonostante i minori proventi da interessi, costi più elevati e maggiori accantonamenti per crediti problematici, il gruppo bancario olandese ING (15,73 euro, Isin NL0011821202) ha ottenuto risultati migliori del previsto per il 3° trimestre (l’utile trimestrale è comunque sceso del 5,1% rispetto al 3° trimestre 2023). Alla luce di questi risultati, il gruppo alza le sue aspettative sui ricavi (ma non quelle sugli utili) per il 2024. Inoltre, distribuirà 2 miliardi di euro di capitale in eccesso agli azionisti tramite riacquisti di azioni proprie e altri 500 milioni di euro (circa 0,15 euro per azione) tramite un ulteriore dividendo a gennaio 2025. Il mercato non ha, comunque, accolto le notizie con grande entusiasmo (+0,3% il bilancio dell’azione questa settimana). Confermiamo il consiglio: mantieni.
BasicNet (5,34 euro; Isin IT0001033700) ha guadagnato il 39,4% in una settimana sulla scia della notizia che il fondo Permira entrerà nel capitale della controllata K-Way con una quota del 40% e un corposo corrispettivo tra i 180 e i 190 milioni di euro. Il mercato ha, dunque, apprezzato, ignorando i dati appena pubblicati che mostrano un terzo trimestre in cui l’utile industriale (Ebitda) è cresciuto del 4,3%, ma nel contesto di un 2024 in cui in 9 mesi è calato del 9,1%. Noi abbiamo rivisto le attese di utile del 2024 da 0,35 a 0,4 euro per azione, e mantenuto inalterate le stime dei prossimi anni (a livello corrente) a 0,51 euro per il 2025 e 0,65 euro per il 2026. Nonostante il gran balzo i multipli sono ancora in linea col settore, e siamo comunque sotto i livelli massimi toccati in passato dal titolo. La nostra valutazione di BasicNet non cambia, né il consiglio: mantieni.
@Fabrizio Sì l’azione EDP (3,65 euro, Isin PTEDP0AM0009, acquista) ha un rendimento da dividendo (dividend yield) superiore alla media, visto che si attesta al 5,3%, contro circa il 3% della media europea. Ricorda, però, che per valutare un’azione non basta solo il dividendo.
@Marcella Nel calcolare le plusvalenze o minusvalenze ai fini fiscali, non devi tenere in considerazione solo la differenza tra il prezzo di acquisto e quello di vendita dell’azione, ma anche le commissioni applicate dalla tua banca per effettuare le compravendite.
@Sergio Acquistare Walt Disney (95,81 Usd, Isin US2546871060) a Milano anziché a New York non ti mette al riparo dal rischio cambio: una volta convertiti nella stessa valuta, i due prezzi sono allineati. In più, comprando su un mercato secondario la liquidità è inferiore.
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