La settimana delle Borse: mercati nel vortice dei dazi

settimana delle Borse 1593
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Il bilancio settimanale sembra parlare di una settimana tutto sommato tranquilla (l’indice dei principali 50 titoli dell’eurozona chiude a +0,7%, Wall Street si scosta poco dal pareggio), ma la realtà dei fatti è che i mercati finanziari hanno seguito, nel bene e nel male, l’altalenarsi delle notizie sul fronte dei dazi Usa: prima l’imposizione dei dazi, poi la sospensione di queste misure nei confronti di Canada e Messico, hanno prima preoccupato e poi rasserenato, almeno in parte, le Borse. Restano però le “cicatrici” in alcuni settori, come quello dell’auto. Altro tema che ha continuato a tener banco è quello dell’intelligenza artificiale e del settore tecnologico. A tutto questo, infine, si è aggiunto il flusso di notizie, a volte positive a volte deludenti, provenienti dalle società e dai conti 2024.
Come già accennato, il balletto di notizie sui dazi imposti dagli Usa ha penalizzato il settore auto, con in media un -5,2%. Una parte significativa delle auto vendute negli Usa da parte delle grandi case automobilistiche europee sono prodotte in Messico e in Canada, motivo per cui i timori di una guerra commerciale si sono fatti sentire su titoli come Volkswagen (96,45 euro, Isin DE0007664005, -4,9% questa settimana) o Stellantis (12,53 euro, Isin NL00150001Q9, -3,3% questa settimana). Per ora, tuttavia, considerati anche gli investimenti che le società stanno facendo per far fronte a queste potenziali minacce, non vediamo motivo di modificare il consiglio: acquista Volkswagen, mantieni Stellantis. Al risultato negativo del comparto ha contribuito anche il pesante -10,6% di Tesla (361,62 Usd, Isin US88160R1014). Nel 2025 arriverà una nuova versione della Model Y e, nella prima metà dell'anno, sarà lanciato un nuovo modello meno costoso. Il gruppo confida in un ritorno alla crescita delle vendite di auto nel 2025 dopo i deludenti dati 2024, ma bisognerà vedere se le posizioni politiche di Musk peseranno sull’immagine del marchio e che impatto avrà la fine degli incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici in diversi Paesi. Per giustificare la valutazione attuale dell’azione, Tesla dovrà non solo rilanciare le vendite di auto in un contesto di rallentamento del mercato elettrico, ma anche realizzare le sue ambizioni nell’intelligenza artificiale e nella robotica. Per ora i mercati sembrano voler credere ai suoi annunci, ma il titolo rischia di essere sanzionato a ogni minima delusione. Il consiglio non cambia: vendi.
Nel complesso il comparto tecnologico ha chiuso bene la settimana, con un +3,7% per i semiconduttori, ma spicca il -9,2% di Alphabet (185,34 usd, Isin US02079K3059). La casa madre di Google prevede di investire non meno di 75 miliardi di Usd per sviluppare servizi basati sull’intelligenza artificiale; una somma colossale che ha sorpreso i mercati e che supera di gran lunga le spese in capitale del 2024 (53 miliardi) e del 2023 (32 miliardi), ma è difficile misurarne l'impatto sui ricavi o sugli utili. Nonostante i riferimenti del management all'AI, Alphabet non ne ha cifrato l'impatto; il che ha indotto il mercato a sanzionare pesantemente l’azione. Gli investitori si chiedono se questi investimenti continueranno a stimolare la crescita dei ricavi, mentre l’attività cloud mostra segnali di rallentamento. Anche se Alphabet intende impegnarsi per vincere la battaglia dell'intelligenza artificiale, solo il futuro ci dirà se questa sua audace scommessa la ripagherà o meno. Mantieni.
Segno meno, seppur limitato a un -1,3%, anche per un altro colosso, IBM (252,34 Usd, Isin US4592001014). Nel 2024 il fatturato e l’utile per azione sono cresciuti rispettivamente del 3% e 7%. La dinamica è particolarmente favorevole nei software, le cui vendite dovrebbero crescere del 10% annuo nei prossimi anni, contro una crescita di circa il 5% annuo prevista da IBM per tutto il gruppo. L’ascesa dei software porterà, secondo il management, a un miglioramento dei margini e dei risultati, ma il mercato ha condiviso solo in parte questo ottimismo, portando a un risultato settimanale decisamente tiepido. Il titolo rimane correttamente valutato: mantieni.
Malgrado un +10% del fatturato (senza effetti di cambio) nel 2024, Merck (87,28 Usd, Isin US58933Y1055) ha deluso il mercato a causa del -2% delle vendite del vaccino Gardasil (per prevenire i tumori provocati dall’HPV): la settimana in Borsa si chiude così con un -11,7%, il risultato peggiore tra i titoli della nostra selezione. La flessione nel fatturato di questo prodotto, che finora rappresentava un vettore di crescita per il gruppo, è dovuta essenzialmente al forte rallentamento della domanda in Cina, tanto che il management ha deciso di sospenderne le esportazioni in questo Paese. Anche le previsioni per il 2025 sono, quindi, deludenti. Fortunatamente, le vendite del suo prodotto di punta, il farmaco oncologico Keytruda, restano dinamiche (+22% nel 2024). Per questo, confermiamo il consiglio. Mantieni.
@Alfredo Il Consiglio di amministrazione che approverà i conti preliminari 2024 di Eni (13,86 euro, Isin IT0003132476) è previsto per il prossimo 26 febbraio. Non appena possibile ti aggiorneremo sulla rivista e sul sito, nel frattempo il consiglio è di mantenere le azioni che già hai in portafoglio, ma di non acquistarne altre.
@Carlo Sì puoi compensare le perdite su azioni con i guadagni realizzati con i bond, ma solo se derivanti dalla differenza di prezzo (plusvalenze) e non dalle cedole. Fai bene a monitorare la tua situazione fiscale, ma ricorda che non c’è fretta: oltre all’anno in cui hai realizzato le minusvalenze, puoi sfruttarle per altri 4 anni.
@Pietro Il dato che trovi nella colonna “5 anni” delle tabelle dei fondi comuni (quello che trovi nelle schede sul sito) è il dato annuo, non quello cumulativo di tutto il periodo. È calcolato in euro, tiene perciò conto anche della variazione delle valute in cui è espresso il fondo.
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