La settimana delle Borse: i conti societari sostengono Wall Street

settimana delle Borse 1605
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Al traguardo dei primi 100 giorni della nuova amministrazione, l’economia Usa deve fare i conti con la notizia negativa dell’inatteso rallentamento della crescita. Ciò nonostante, il quadro delle Borse resta comunque positivo, nonostante qualche eccezione, con un +3% circa sia negli Usa sia in Europa grazie a qualche allentamento nella tensione con la Cina ma soprattutto ai conti societari. In Europa, hanno contribuito anche i dati sull’inflazione, coerenti con l’ipotesi di una politica monetaria più morbida.
Tra i settori che hanno beneficiato del clima positivo c’è quello tecnologico, con il comparto dei semiconduttori che registra un +4,2% e il comparto dei software che segna un +5,9%. Merito anche dei risultati pubblicati da alcuni colossi del settore, tra cui Microsoft (435,28 Usd; Isin US5949181045) che mette a segno un +11,1% grazie a dati trimestrali superiori alle attese, sostenuti da cloud e intelligenza artificiale. Anche dopo questo rialzo, il titolo merita ancora, a nostro avviso, un acquisto. Settimana positiva (+9,1%) anche per Meta Platforms (597,02 Usd, Isin US30303M1027), la casa madre di Facebook, Instagram, WhatsApp… Sebbene non sia immune agli shock causati dalle nuove politiche commerciali statunitensi, il gruppo ha dimostrato una notevole resilienza, pubblicando per il 1° trimestre dei risultati in forte crescita (fatturato +16%, utile netto +35%). Grazie alla sua strategia incentrata sull'intelligenza artificiale e alla ripresa del mercato pubblicitario online, Meta è riuscita ad attenuare l'impatto negativo dei dazi sulla propria attività, il che è stato apprezzato dagli investitori. Anche ai prezzi attuali titolo resta, secondo noi, correttamente valutato. Mantieni. Restando nel settore, bilancio settimanale più modesto per altri due big come Apple (205,35 Usd; Isin US0378331005; -1,9% questa settimana) e Amazon (189,98 Usd; Isin US0231351067; +0,5% questa settimana). Mantieni la prima, puoi invece acquistare la seconda.
Anche il settore auto, che nelle ultime settimane è stato spesso al centro delle incertezze legate ai dazi, riesce a strappare un +1,8% settimanale. Al suo interno, tuttavia, la situazione è complessa, con titoli che anche questa settimana hanno patito in Borsa. È il caso delle tedesche Volkswagen (-1,6% questa settimana) e Mercedes-Benz (-2,4%). Partiamo da Volkswagen (98,65 euro, Isin DE0007664005). Nel 1° trimestre il suo fatturato è stato leggermente inferiore alle attese (a 77,6 miliardi di euro), il margine industriale (rapporto tra utili industriali e fatturato) è sceso al 3,7% (era al 6% nel 1° trimestre 2024) e l'utile netto ha perso il 41%. Con tutta probabilità i dazi Usa (soprattutto quello del 25% sulle importazioni da Messico e Europa) ridurranno le sue vendite e i suoi margini negli Usa, mentre una recessione americana metterebbe ancor più sotto pressione i suoi risultati. Il gruppo arretra, inoltre, su alcuni mercati chiave, come la Cina, a vantaggio dei produttori locali. Volkswagen tuttavia – forte di un portafoglio di marchi diversificato, di una solida divisione di servizi finanziari e dei progressi nei veicoli elettrici - mantiene le sue stime, già prudenti, per il 2025 (+5% il fatturato, margine industriale tra il 5,5% e il 6,5%); stime che, però, non tengono pienamente conto del potenziale impatto dei dazi. Abbassiamo le stime sull’utile per azione 2025 (a 20 euro) e 2026 (a 24 euro). Passando a Mercedes-Benz (53,3 euro; Isin DE0007100000), la situazione non è nemmeno in questo caso rosea. L’utile industriale è sceso del 41% nel 1° trimestre, con un calo della redditività proprio nel comparto principale dell’auto. A fronte di questi risultati, ma soprattutto a causa del contesto incerto sul fronte dei dazi, il gruppo ha “congelato” le proprie previsioni che in precedenza aveva fornito al mercato (cioè le indicazioni che in gergo vengono chiamate guidance). Non è ovviamente, una buona notizia per il mercato, che si basa anche su questa guidance per farsi un’idea dell’andamento futuro della società, da qui il calo in Borsa. In sintesi, ad accomunare le due case automobilistiche tedesche è l’instabilità geopolitica e commerciale innescata dai dazi, a fronte della quale entrambi i gruppi si vedono costretti a rivedere strategie e previsioni, ma al tempo stesso faticano a impostare una pianificazione per via dello scenario in continuo mutamento. Limitati a mantenere entrambe le azioni.
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