La settimana delle Borse: Usa su nuovi massimi

settimana delle Borse 1614
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Se per il dollaro continua il periodo di difficoltà nel cambio con l’euro, le Borse statunitensi hanno macinato ulteriori progressi: il +1,7% dell’indice S&P500 e il +1,6% del Nasdaq portano questi listini ad aggiornare ulteriormente la crescita da inizio anno. Eppure, se si esclude il fatto che i dati del mercato del lavoro Usa hanno fornito indicazioni confortanti sulla “tenuta” dell’economia a stelle e strisce, lo scenario è ben noto: dalle guerre in Medio Oriente e in Ucraina, al caos dazi, ai battibecchi (politici e non) ai vertici dell’amministrazione Usa. Oltre a questo, vanno anche considerati due elementi importanti che ci portano a ritenere che non si debba abbassare la guardia, e che i rischi restino elevati. Primo: la crescita delle Borse a stelle e strisce è trainata dal favore che alcuni specifici settori, come la tecnologia, stanno godendo presso gli investitori. Secondo, tra gli “acquirenti” di questo periodo hanno un ruolo chiave le stesse società, con acquisti di azioni proprie, e i piccoli investitori, che spesso si accodano in ritardo ai trend di crescita; meno entusiasmo, e meno acquisti, vengono invece dagli investitori istituzionali. Che fare, quindi? Non vediamo motivi per incrementare ulteriormente la posizione sugli Usa, già ampiamente presenti nelle nostre strategie di portafoglio.
L’indice dei 50 titoli principali dell’eurozona registra un -0,7%, principalmente sulla scia delle preoccupazioni per la questione dazi. Alcune Borse hanno fatto peggio della media, come per esempio Francoforte (-1%) appesantita da Bayer (26,2 euro, Isin DE000BAY0017, -2,9% questa settimana) dopo che una richiesta della Corte Suprema degli Stati Uniti ha ulteriormente ritardato una sentenza su un contenzioso relativo al glifosato. Il consiglio non cambia: vendi. Male anche la Borsa olandese (-1,3%), e in questo caso a pesare è il -3,4% di ASML (659,4 euro, Isin NL0010273215). Il titolo risente della notizia secondo cui Samsung sta ritardando il completamento del suo stabilimento di semiconduttori in Texas a causa della carenza di clienti, il che si ripercuote sulle prospettive di ASML per il 2025. Il titolo, tuttavia, secondo noi merita ancora un acquisto.
Al contrario di diverse “colleghe”, Piazza Affari riesce a evitare il calo e chiude la settimana con un +0,3%.
Il settore automobilistico globale è sceso dello 0,4% e uno dei motivi del calo è di nuovo Tesla (315,35 Usd, Isin US88160R1014) con un -2,6%. Il titolo ha continuato a risentire delle tensioni tra il suo vertice Elon Musk e Donald Trump, nonostante un calo delle vendite inferiore alle aspettative nel secondo trimestre. La creazione di un partito politico da parte di Musk rischia di rafforzare la sfiducia del mercato nel titolo: vendi.
Non solo sul listino americano, ma anche in Europa diverse società stanno operando sulle proprie azioni. È il caso, per esempio, del colosso bancario svizzero UBS (27,37 CHF, Isin CH0244767585, +2,2% questa setti-mana), che lancia un nuovo piano di acquisto di azioni proprie da 2 miliardi di dollari per la seconda metà del 2025. Questo nuovo programma fa seguito al completamento di un precedente pia-no, sempre da 2 miliardi di dollari, lanciato nell'aprile del 2024. Secondo noi, si tratta di una buona notizia, ma gli investitori vorrebbero anche essere rassicurati sul livello del dividendo. Il titolo, che ha perso terreno da inizio anno, resta penalizzato dalle incertezze sul capitale (nuove normative bancarie svizzere potrebbero imporre maggiori requisiti patrimoniali). Limitati a mantenerlo.
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