Nel primo semestre del 2025, Salvatore Ferragamo (4,774 euro al 4/8) ha attraversato una fase complessa, con risultati economici in contrazione rispetto all’anno precedente, riflesso di un contesto macroeconomico difficile e di una fase di transizione strategica del brand.
I ricavi sono calati del 9,4%. A tassi di cambio costanti, la flessione è stata del 7,1%. Questo calo è stato influenzato soprattutto dalla debolezza della rivendita a terzi, che ha subito una riduzione del 17,9%, e solo in parte compensato dalle vendite dirette al consumatore, diminuite del 6,5%. L'area geografica più colpita è stata l’Asia Pacifico, che ha visto un calo dei ricavi di oltre il 16% a cambi costanti, a causa della debolezza dei consumi e della riduzione del traffico nei negozi.
L’utile industriale prima di spesare la quota parte dei costi pluriennali (Ebitda) è crollato del 38,1% e la sua incidenza sui ricavi è quindi scesa al 15,3%, contro il 22,4% del periodo precedente. Questo riflette una compressione dei margini, dovuta sia alla contrazione delle vendite sia a maggiori costi legati all’obsolescenza del magazzino e a effetti valutari sfavorevoli.
Il risultato finale è una perdita di 0,1 euro per azione, rispetto ai 0,04 euro di utile netto per azione dell’anno precedente. Considerando invece anche l’effetto di svalutazioni straordinarie per 41 milioni (legate a test sul controllo del valore delle attività in particolare in Cina e Corea), il risultato netto complessivo è stato una perdita di addirittura 0,34 euro per azione.
Dal secondo trimestre 2025, Ferragamo ha avviato una revisione strategica per reagire a un contesto difficile, soprattutto in Asia Pacifico e nel canale delle vendite indirette. È stato definito un piano d’azione per riallineare stile, prodotto, comunicazione e distribuzione, già in fase di implementazione. La società si focalizzerà sul rafforzamento dell’identità estetica e sull’offerta core di scarpe e pelletteria, con collezioni più mirate, meno referenze e una gestione ottimizzata dei prezzi. Punterà su linee iconiche come Vara e Tramezza, nuove proposte come Zina, e un ampliamento delle borse e degli accessori. Parallelamente, rinnoverà la comunicazione con contenuti locali e digitali più coinvolgenti, ottimizzerà la rete di negozi con investimenti contenuti e rafforzerà l’e-commerce.
Dal canto nostro abbiamo tagliato le nostre attese per rispettare questi risultati non buoni, ipotizzando una perdita di 0,4 euro per azione quest’anno e di 0,1 euro per azione l’anno prossimo, con un lieve ritorno all’utile a 0,1 euro per azione nel 2027. Con i conti in perdita solo alcuni multipli possono essere calcolati per avere una indicazione significativa, ma la sensazione generale è che il mercato in qualche modo stia scontando nei prezzi il fatto che il gruppo faccia molta fatica, e il calo di circa il 30% da inizio anno è significativo. Il momentum è negativo, il rischio ancora di 3/5, ma la qualità dei bilanci è bassa. Non vediamo alcun motivo per cambiare consiglio che resta: vendi.