Gartner: tra trimestrale positiva e crollo in Borsa

Speculazioni-diversificazione
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Dietro la discesa in Borsa di Gartner (250,91 usd; US3666511072) non c’è una singola causa, ma un insieme di elementi che hanno indebolito la fiducia degli investitori. Il primo riguarda il sentiment tra i manager. Secondo Gartner, il 78% dei dirigenti aziendali sta riducendo le spese e adottando piani di contenimento dei costi. In questo contesto, molti progetti IT vengono rinviati o bloccati e le decisioni di spesa non passano più dai responsabili operativi, ma arrivano ai direttori finanziari e agli amministratori delegati. Il risultato? Processi di approvazione più lenti e maggior prudenza sugli investimenti.
A questo si aggiunge la crescita modesta del valore dei contratti: +4,9% su base annua. Una percentuale positiva, ma considerata insufficiente rispetto ai ritmi storici a cui Gartner aveva abituato il mercato. Già a marzo la società aveva subito un calo del titolo del 6,8% in un solo giorno, dopo la cancellazione di alcuni contratti governativi. Sul fronte competitivo, Gartner deve fare i conti con strumenti di intelligenza artificiale “self service”, che offrono soluzioni più veloci e a minor costo. Come se non bastasse, a inizio agosto, la società ha rivisto al ribasso le stime per l’intero anno. Tutti tasselli che hanno accelerato la caduta in Borsa.
La scommessa sull’intelligenza artificiale
Nonostante le difficoltà, Gartner sta puntando molto sull’AI. La novità di punta è AskGartner, una piattaforma che sfrutta i dati proprietari dell’azienda per offrire insight rapidi e affidabili ai clienti, che Gartner ha lanciato proprio nel corso del 2° trimestre.
I primi test mostrano risultati incoraggianti: gli utenti pilota dichiarano di risparmiare fino al 75% del tempo nella ricerca di informazioni. L’adozione cresce a ritmo sostenuto, con migliaia di nuovi clienti al mese.
I numeri del trimestre
Dal punto di vista finanziario, i conti restano solidi. Nel secondo trimestre Gartner ha registrato ricavi per 1,7 miliardi di dollari, in crescita del 5,7% rispetto allo scorso anno. L’utile netto si è attestato a 241 milioni (+4,9%) e l’utile per azione a 3,53 dollari (+9,6%). Guardando ai segmenti, spiccano la divisione Conferences, che ha segnato un +13,6%, e la Consulting, salita dell’8,8%. Anche l’area Insights, la più importante per Gartner, continua a crescere, seppure a un ritmo più contenuto (+4,2%).
Sul fronte della politica finanziaria, la società ha continuato con i riacquisti di azioni proprie: 274 milioni spesi nel trimestre e altri 700 milioni autorizzati a luglio. Un segnale che l’azienda resta convinta delle sue prospettive di lungo periodo.
Cosa significa per gli investitori
Da un lato, Gartner mostra conti solidi, una crescita nei vari segmenti e una strategia di innovazione chiara con AskGartner. Dall’altro, il calo della fiducia tra i clienti, la revisione delle stime e la concorrenza crescente mettono sotto pressione il titolo nel breve termine.
Per chi investe nel lungo periodo, la vera scommessa sarà capire se l’intelligenza artificiale potrà davvero trasformarsi in un vantaggio competitivo capace di rafforzare il ruolo di Gartner tra le possibili aziende clienti. Nel frattempo, la prudenza resta d’obbligo. Il rapporto prezzo/utile è sceso a 15,4, con un utile atteso per il 2025 di 12,3 usd e di 13,1 per il 2026. Chi ha un’alta propensione al rischio e non ha in portafoglio il titolo, potrebbe anche puntare a una scommessa. Chi l’ha acquistato a prezzi più elevati, mantenga per ora le azioni in portafoglio. Ricordiamo che si tratta di una posta speculativa e extra portafoglio, il cui livello di rischio è molto elevato.Attendi, stiamo caricando il contenuto