Intel accelera, Texas Instruments rallenta: luci e ombre nei chip Usa
 
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Al centro di una profonda trasformazione strategica, Intel (41,34 usd) ha pubblicato per il 3° trimestre dei risultati oltre le attese: fatturato in crescita del 3% e un ritorno all’utile. La domanda per i suoi chip grafici supera l'offerta e ciò dovrebbe continuare nel 2026, soprattutto per i chip CPU per data center (23% del fatturato): le aziende stanno aggiornando le loro infrastrutture IT per implementare l'intelligenza artificiale (AI). Sebbene Intel abbia perso preziose quote di mercato negli ultimi anni, le sue prospettive stanno migliorando, grazie anche alla partnership strategica con il gigante Nvidia, che ha acquisito una partecipazione del 4% in Intel, come anche la giapponese Softbank (2%) e il governo degli Stati Uniti (9,9%). Riduciamo il rischio del titolo (da 4 a 3). Nonostante il rimbalzo da inizio dell'anno, il titolo resta correttamente valutato. Mantieni.
Texas Instruments (160,26 usd) si aspetta una crescita del fatturato tra il 5% e il 14% (+14% nel 3° trimestre) e dell’utile per azione tra -14% e +5% (+1% nel 3° trimestre). In un contesto incerto - in particolare riguardo i dazi Usa sul settore - il gruppo prevede un tasso di utilizzo della sua capacità produttiva inferiore rispetto al 3° trimestre, e ciò peserà sul margine lordo. Dipendente dai settori automobilistico e industriale (69% del fatturato del 2024), dove la domanda di semiconduttori è stata debole negli ultimi anni, Texas non beneficia della dinamica attuale legata all'AI, ma gli investimenti recenti per modernizzare gli impianti dovrebbero sostenere fatturato, redditività e risultati. Confermiamo le stime sull’utile per azione a 5,5 usd nel 2025 e 6,45 usd nel 2026. Mantieni il titolo.
Prezzi al 29/10/2025.
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