La settimana delle Borse: effetto trimestrali

Settimana delle Borse 1625
Settimana delle Borse 1625
Il bilancio settimanale sembra, a prima vista, di tutta tranquillità, con l’indice S&P 500 negli Usa che segna un +1,7% (+2,1% il risultato del Nasdaq) e l’indice dei 50 principali titoli dell’eurozona che segna un +1,4%. Il quadro, tuttavia, è più articolato di quanto possa sembrare. Per esempio, non sono mancate inquietudini sul settore finanziario e in particolare sulle banche regionali negli Usa, dopo che alcuni istituti sono finiti in difficoltà per casi di frodi su prestiti a fondi immobiliari. La tesi predominante è che si tratti di casi isolati, ma è comunque bastato ad agitare il settore, e questo ha portato gli investitori a vendere un po’ tutto senza andare troppo per il sottile a verificare la “salute” delle singole società. Ora il vero test sarà la pubblicazione dei risultati trimestrali di alcuni istituti, che potrebbero confermare i timori o, auspicabilmente, contribuire a calmare le acque.
E già nella scorsa settimana, sono stati proprio i conti trimestrali a permettere ai listini di chiudere la settimana in positivo: i primi risultati pubblicati da alcune società sia negli Usa, sia in Europa si sono rivelati superiori alle aspettative, smussando le paure legate alle conseguenze economiche delle tensioni commerciali (dazi) e dello shutdown negli Usa.
Oltre a quello finanziario, segno meno anche per il settore farmaceutico (-0,7% settimanale). Pesano, in particolare, le pressioni dell’amministrazione Usa per far abbassare i prezzi dei farmaci contro il diabete e l’obesità: le negoziazioni con i sistemi assicurativi pubblici Medicare e Medicaid sono ancora in corso, ma intanto il mercato ha già reagito, penalizzando in particolare Novo Nordisk (342,65 dkk, Isin DK0062498333, -9,1% settimanale) e Eli Lilly (802,83 Usd, Isin US5324571083, -3,7% settimanale). Ai prezzi attuali, mantieni entrambi i titoli.
Rialzo settimanale dell’1,8%, invece, per le società del comparto energetico, nonostante il -2,7% del prezzo del petrolio. Tra le società del settore, TotalEnergies (52,71 euro, Isin FR0000120271) segna un +5,4% dopo aver annunciato che nel 3° trimestre la sua produzione di idrocarburi ha raggiunto i 2,5 milioni di barili al giorno (+4% annuo); un livello superiore alle attese e agli obiettivi del gruppo, che dovrebbe tradursi in un aumento della liquidità generata. La crescita della produzione, unita al miglioramento dei margini nella raffinazione, fa prevedere una crescita degli utili nel 3° trimestre, ma ai prezzi attuali il titolo è già correttamente valutato. Il consiglio, perciò, non cambia: mantieni.
Dopo un lungo iter durato 17 mesi, l’Opa ostile lanciata da BBVA (16,66 euro, Isin ES0113211835) sulla sua connazionale Sabadell è stata accettata solo dal 25,47% degli azionisti, contro l’obiettivo del 50% che si era prefissato BBVA e la soglia minima del 30% che le avrebbe comunque consentito di assumere il controllo di Sabadell. L'offerta pubblica di acquisto è stata, quindi, annullata, il che significa che BBVA non acquisterà le azioni di chi aveva aderito. D'ora in poi, ciascuna banca proseguirà il proprio percorso in modo indipendente. Dopo l'annuncio del verdetto, le azioni di BBVA sono salite fino al 10%, per poi chiudere il bilancio settimanale con un +5,5%. BBVA, con un'attività ben diversificata a livello mondiale, potrà, infatti, continuare a beneficiare del favore degli investitori compresi quelli internazionali. E, certamente, l'eliminazione dell'incertezza che circondava l'Opa e l'annuncio di una maggiore remunerazione per gli azionisti in futuro hanno giocato a suo favore. Mantieni.
Attendi, stiamo caricando il contenuto