ArcelorMittal sorprende, Chevron delude
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Nel 3° trimestre il fatturato di ArcelorMittal (35,14 euro) è cresciuto del 3% annuo e l’Ebitda, seppur in calo del 4,6% annuo, ha superato leggermente le attese. Il gruppo beneficia del dinamismo del mercato Usa, ma regge bene anche in Europa. E' ressicurante, inoltre, che il management abbia alzato del 10% il dividendo a valere sui conti 2025 (portandolo a 0,48 euro) e si mostri più ottimista grazie alla crescita della domanda (soprattutto da parte dei settori difesa e infrastrutture) e al piano di salvataggio della Commissione europea dell’acciaio europeo con l'obiettivo di difendere l’industria siderurgica europea dalle importazioni a basso prezzo. Il gruppo resta tuttavia molto cauto per il 4° trimestre a causa delle pressioni sui prezzi in Europa. Il titolo è, secondo noi, più rischioso della media. Limitati a mantenerlo.
Il piano 2026-2030 del colosso americano Chevron (149,75 usd) non riserva grosse sorprese. L'obiettivo è un aumento di almeno il 10% annuo sia della liquidità disponibile, sia dell’utile per azione, sempre che il Brent raggiunga i 70 Usd al barile (oggi a circa 61 usd), il che ci sembra ragionevole. Per incrementare profitti e flusso di cassa, Chevron punta a una crescita della produzione di idrocarburi del 2-3% annuo. Così facendo, però, contribuisce all'aumento dell'offerta globale e quindi anche il rischio che diventi eccessiva: una minaccia che aleggia sui prezzi del greggio. Limitati a mantenere il titolo.