Il Gruppo Iren (2,56 euro al 18/11; Isin IT0003027817) ha chiuso i primi nove mesi del 2025 confermando un percorso di crescita, sostenuto dall’integrazione di Egea, da investimenti in aumento e da un rafforzamento dei business regolati. I ricavi superano i 4,8 miliardi di euro, con un incremento del 16% trainato dallo scenario energetico più favorevole e dai maggiori volumi venduti. L’utile industriale, prima di spesare la quota parte dei costi pluriennali (Ebitda) raggiunge 1 miliardo di euro, +9% rispetto all’anno precedente, grazie al contributo positivo di tutte le aree operative e a un piano di sinergie che già nel periodo genera 16 milioni di euro. Il risultato netto di Gruppo cresce del 12%, favorito anche dall’acquisto della quota di minoranza di Iren Acqua.
Parallelamente ai risultati economici, Iren ha approvato il nuovo Piano Industriale 2025–2030, improntato alla crescita nei business regolati e all’efficienza operativa. Con 6,4 miliardi di euro di investimenti programmati, il Gruppo punta a raggiungere entro il 2030 un Ebitda di circa 1,6 miliardi e un utile netto di 400 milioni, sostenendo allo stesso tempo una politica di dividendi in crescita: +8% annuo fino al 2027 e +6% dal 2028 al 2030. Al centro della strategia restano tre direttrici, transizione ecologica, valorizzazione dei territori e qualità del servizio. L’80% degli investimenti sarà dedicato a settori regolati, con particolare impulso al ciclo idrico, alle reti elettriche, all’estensione del teleriscaldamento e allo sviluppo di infrastrutture per il recupero energetico dei rifiuti.
Il Piano prevede inoltre 2.400 nuove assunzioni a supporto della trasformazione industriale, un programma di sinergie da 120 milioni di euro e una crescita per linee esterne legata soprattutto alla piena integrazione di Egea.
Per il 2025 ci attendiamo un utile per azione di 0,235 euro che saliranno a 0,245 nel 2026 e a 0,246 nel 2027. Ai prezzi attuali i multipli non sono particolarmente elevati e comunque siamo di fronte a un titolo con un rischio medio (3/5) e un momentum neutro. Tutto sommato un investimento in un’azienda che lavora in gran parte in mercati regolamentati (e quindi meno soggetti ad alti e bassi) a questi prezzi ci sembra ancora valere la pena. Confermiamo il consiglio di acquisto.