Via i dazi sulla soia: una buona notizia per Valsoia?
Valsoia
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La Cina riprenderà a comprare soia dagli Usa. L’accordo sulla sospensione dei dazi su numerosi prodotti agricoli, tra cui la soia, non ha solo conseguenze diplomatiche: dietro la tregua (almeno temporanea) della guerra dei dazi si muovono equilibri economici complessi che influenzano i mercati e imprese. La soia, infatti, è in sé una materia prima molto importante.
Viene utilizzata come base per l’alimentazione animale, oltre che come ingrediente principale di molti prodotti vegetali, dalle bevande, alle alternative alla carne.
La Cina detiene una quota di mercato molto piccola – si stima che la produzione cinese di soia non arrivi al 5% dell’intera produzione mondiale. Sono Brasile, Stati Uniti e Argentina a dominare la produzione mondiale. In termini di esportazioni, il Brasile è leader assoluto, e contribuisce a circa il 50% delle esportazioni globali di soia.
Quanto agli utilizzatori, la Cina spicca invece come il più grande importatore mondiale di soia, addirittura queste ultime coprirebbero poco meno del 70% delle importazioni mondiali di soia.
Anche l’Unione Europea (in particolare per alimentazione animale, mangimi) è un grande importatore di soia. Se la Cina, in buona sintesi, è più che altro un importatore – anche se, per oltre il 70%, il Paese da cui importa è il Brasile, stando alle stime del 2023 – perché gli Usa hanno inserito anche la soia tra gli alimenti cinesi da colpire con i dazi? Per questioni politiche. I produttori di soia, e gli agricoltori statunitensi in generale, sono tra i principali sostenitori dell’attuale governo Usa.
Quando i dazi vengono introdotti, i prezzi del prodotto colpito tendono a salire, per via dei maggiori costi di importazione. Anche se, come visto prima, la Cina è più che altro un importatore di soia, per molti operatori del settore agroalimentare l’annuncio della sospensione dei dazi su diversi prodotti agricoli è una buona notizia, perché potrebbe tradursi in un calo del prezzo medio della materia prima sui mercati mondiali.
L’eliminazione dei dazi ha ripercussioni importanti anche sul settore dei prodotti a base vegetale, dove la soia è uno degli ingredienti principali. Negli ultimi anni, questo comparto ha vissuto una fase di crescita sostenuta, compresa tra l’8 e il 12% a seconda delle fonti. Per Valsoia, la riduzione dei costi della soia può rappresentare una potenziale opportunità sotto diversi aspetti.
Da un lato, un prezzo più basso può migliorare i margini di profitto, alleggerendo la pressione su una voce di costo rilevante. Dall’altro, l’azienda può scegliere di destinare parte di questo vantaggio a strategie di sviluppo, promozione o innovazione di prodotto.
Sulla base dei dati di bilancio, la soia incide per una quota significativa sui costi delle materie prime, che possiamo stimare tra l’11 e il 13% considerando i dati degli scorsi anni, e un ribasso del suo prezzo potrebbe generare un risparmio annuale stimabile intorno a un milione di euro, con un miglioramento potenziale dell’utile industriale nell’ordine del 6-8%.
Vanno però tenute in considerazione diverse variabili. Innanzitutto, Valsoia, nel tempo, ha cercato di differenziare la propria produzione, introducendo anche linee a base di avena, mandorla, riso e cocco, che nel tempo hanno acquisito sempre più importanza.
Inoltre, per un’azienda come Valsoia, che lavora con filiere in parte legate al biologico e soia non OGM, il prezzo della materia prima può restare più alto rispetto alle quotazioni medie internazionali. Infine, fattori come i costi energetici, i trasporti e le dinamiche valutarie potrebbero attenuarne l’effetto positivo.
Nei primi nove mesi del 2025 Valsoia ha registrato ricavi stabili a 90,9 milioni di euro (+0,4%), con un rallentamento nel terzo trimestre dovuto al calo delle linee più “commodity”.
Le linee a maggiore valore aggiunto (gelati, creme, piadine e dolcificanti) e le vendite estere mostrano invece una buona crescita. L’azienda continua a investire in marketing e comunicazione, mentre l’aumento dei costi di materie prime come cacao e frutta ha richiesto adeguamenti dei prezzi. La posizione finanziaria netta positiva (20,7 milioni) conferma la solidità della società, che prosegue l’ampliamento dello stabilimento di Serravalle Sesia.
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