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Salvati dall’aumento della bolletta

un anno fa - martedì 14 settembre 2021
L’allarme è stato lanciato: le bollette elettriche rischiano un rincaro del 40%. Una mazzata, ma puoi cercare di rientrare dalle maggiori spese con i guadagni ottenibili comprando azioni delle società che potrebbero beneficiare dei prossimi rialzi in bolletta. Ecco quali sono e come fare.

Utility: opportunità…
Se vivi in Lombardia verosimilmente la società a cui paghi la bolletta dell’elettricità e del gas si chiama A2A (1,83 euro; Isin IT0001233417), se vivi in Puglia, invece, verosimilmente paghi la bolletta all’Enel (7,50 euro; Isin IT0003128367). In ogni caso, queste società che ti portano l’energia a casa si chiamano nel gergo tecnico utility. In genere sono due i fattori che fanno bene ai conti di queste società: un rialzo dei prezzi in bolletta – ovvero a parità di quantità di energia venduta, un aumento dei prezzi di vendita – e un aumento delle quantità di energia venduta, un fenomeno che di solito accade quando ci sono buone prospettive di crescita economica. Visto il rimbalzo economico in corso per effetto delle riaperture post-pandemia e il prospettato rialzo delle tariffe in bolletta la situazione sembra, dunque, ideale per i conti di queste società e, quindi, per l’andamento in Borsa delle loro azioni. È effettivamente così?

…. e minacce
Siamo andati a verificare l’andamento medio delle azioni europee di questo settore confrontandolo con il resto delle azioni europee – abbiamo scelto quelle europee perché al momento sono quelle più coinvolte dal possibile aumento delle tariffe. Se nella prima parte dello scoppio della pandemia le azioni delle utility si erano ben comportate, nel corso degli ultimi mesi hanno perso un po’ di brillantezza: da inizio 2021 hanno mediamente messo su il 5,7% in euro e a dividendi inclusi contro il +20% del resto delle azioni – da inizio 2020 invece il bilancio delle utility è +21,6% contro il +19,6% del resto delle azioni. Come mai il mercato non sta premiando questi titoli nonostante le condizioni favorevoli? Ci possono essere due motivi. Primo: le utility devono essere in grado di trasformare il rialzo dei prezzi delle materie in maggiori tariffe da far pagare a consumatori e aziende in bolletta. Il meccanismo di adeguamento non sempre è automatico e i governi potrebbero intervenire – in Spagna si sono già mossi in tal senso e anche l'Italia potrebbe farlo – per “calmierare” gli incrementi, lasciando alle società del settore l’onere di sopportare i maggiori costi delle materie prime, a tutto detrimento dei loro utili. Secondo: le utility sono in genere società abbastanza indebitate. Si tratta di livelli di debito gestibili grazie all’ampia liquidità che riescono a ottenere con l’incasso dalle bollette, ma, in ogni caso, ogni qualvolta si prospetta un rialzo dei tassi d’interesse – e qualche tensione in tal senso c’è stata nel corso delle settimane passate – il mercato, come reazione immediata tende a penalizzare un po’ le azioni di queste società.

 
Un buon investimento da tenere nel cassetto
Ciò detto, se i tassi d’interesse salgono – e per quelli ufficiali ci vorrà un bel po’ prima che avvenga – è perché l’economia trotta e questo non può che essere un bene per le utility. Tieni poi conto che se è vero che la transizione energetica verso forme di energia più pulita può provocare dei costi nel breve periodo, è altrettanto vero che alcune società del settore sono già ben posizionate per approfittare di una maggiore richiesta di energia “verde”. Infine, in media queste società – soprattutto quelle americane – sentono come impegno nei confronti dei propri azionisti quello di pagare dividendi generosi e le loro azioni hanno nel complesso indicatori di convenienza buoni rispetto a quelli medi delle altre azioni. Morale: secondo noi vale la pena fare un investimento generale sulle utility. L’investimento va fatto in un’ottica di lungo periodo: dovrebbe dare buoni frutti da qui a qualche anno. È il classico prodotto da “cassettista”: le azioni si comprano oggi, si tengono nel cassetto per un po’, per poterle rivendere poi con un bel guadagno tra qualche tempo. Lo strumento ideale per puntare in un colpo solo sulle principali utility è l’Etf Xtrackers Msci world utility (26,925 euro; Isin IE00BM67HQ30): lo compri facilmente a Piazza Affari a costi contenuti anche tramite la tua attuale banca e ti consente di investire su circa 90 società del settore nel mondo in un colpo solo – riduce i rischi rispetto a un investimento su una singola azione o su quelle di un singolo Paese.
L’Etf consigliato è da un po’ di tempo più scambiato, quindi preferibile, rispetto al “concorrente” Etf Lyxor Msci world utility (257,85 euro; Isin LU0533034558) – se per caso hai già in mano quest’ultimo puoi comunque mantenerlo. Entrambi puntano sulle azioni mondiali del settore invece che concentrarsi solo su quelle di alcuni Paesi. Secondo noi mettere insieme un po’ di azioni europee – le più toccate al momento dell’aumento delle tariffe – e americane – quelle che di solito pagano dividendi migliori – è al momento la soluzione migliore.

 
Due puntate secche: engie ed Edp Renováveis
L’investimento generale su tante azioni smussa i rischi, ma anche i potenziali rendimenti che si possono ottenere se, invece, si imbrocca il singolo cavallo vincente. Se dovessimo scegliere solo alcune società del settore, quali riteniamo più promettenti per un investimento azionario? Ne abbiamo selezionate due. La prima è la francese Engie (11,97 euro; Isin FR0010208488): è una società che da tempo ha avviato un processo di trasformazione che verte su due pilastri, l’energia da fonti rinnovabili e le infrastrutture necessarie per quell’energia. Ovviamente la trasformazione ha avuto dei costi che hanno pesato sull’andamento del titolo negli anni scorsi, ma ora il processo sembra ormai quasi terminato e dovrebbe portare benefici in termini di redditività e di utili. Ai prezzi attuali vale la pena approfittarne. La seconda è la portoghese EDP Renováveis (22,46 euro; Isin ES0127797019): si tratta di una delle principali società al mondo nella produzione di energia eolica. Due gli elementi della sua strategia che ci piacciono: punta sul mercato statunitense, che ha ampi margini di crescita, e ha una politica di rinnovamento dei parchi eolici che le permette di aumentare la redditività complessiva della società e non pesare troppo sull’indebitamento (vende impianti più obsoleti per finanziare la costruzione di altri più efficienti e redditizi). In questo caso le azioni sono andate meglio nel corso degli scorsi anni, ma a nostro parere c’è ancora margine per acquistarle e attendersi soddisfazioni. In entrambi i casi sono investimenti da tenere nel portafoglio per qualche anno. 
Le azioni Engie si comprano sulla Borsa di Parigi, mentre quelle EDP Renováveis sulla Borsa di Lisbona – il “circuito” è sempre lo stesso, Euronext. Se la tua banca non ti permette di operare via internet su questi due mercati hai due alternative. Prima: puoi comunque fare l’operazione allo sportello/via telefono. Certo, crescono un po’ i costi commissionali rispetto all’acquisto online. Secondo: puoi pensare di cambiare banca scegliendone una che ti permetta di avere accesso anche online a questi mercati.

 
Una rendita italiana: Terna
E tra i titoli italiani del settore non c’è nulla su cui scommettere? Nessuno ha indicatori di convenienza particolarmente interessanti, però una scommessa si può fare sulle Terna (6,63 euro; Isin IT0003242622), la società che si occupa della rete di trasporto dell’energia elettrica nel nostro Paese. Proprio perché si tratta di un’attività strategica e rilevante anche per la sicurezza nazionale Terna ha sempre goduto nel corso degli anni di leggi che le hanno garantito rendimenti interessanti anche in periodi di calo dell’energia richiesta sulla rete. Insomma, un’ attività blindata da norme di legge che ha permesso alla società di distribuire dividendi quasi sempre almeno stabili o in crescita rispetto all’anno precedente, di importo rilevante – al momento il rendimento atteso da dividendo è del 3% annuo netto, ancora buono – e di mantenere al contempo un andamento sostanzialmente sempre orientato al rialzo in Borsa (tra dividendo e andamento in Borsa si sfiora anche il 10% netto annuo all’anno). Insomma, di per sé è un titolo che al buon padre di famiglia consigliamo solo di mantenere. Però, una scommessa sul fatto che la legislazione continui a essere generosa nei confronti di Terna e che questo possa permetterle di essere altrettanto nei confronti dei suoi azionisti ci può stare. Proprio perché stiamo parlando di una scommessa legata alla “rendita” del titolo, in ogni caso la si fa con l’ottica di tenere il titolo in mano per qualche anno. Le azioni Terna si comprano facilmente a Milano anche tramite la tua attuale banca.

Se le hai già in mano, puoi ancora mantenere sia le azioni A2A, sia le Enel. Se invece non le hai non è il caso di acquistarle ora.

 

Valutazioni e consigli su prezzi al 13/09/21

 

 

 

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