Credit Suisse nella bufera
6 mesi fa - mercoledì 15 marzo 2023
Il punto su Credit Suisse
Le difficoltà del Credit Suisse (2,25 franchi svizzeri alla chiusura del 14 marzo; Isin CH0012138530) non sono una novità: il gruppo da tempo ha avviato una complessa ristrutturazione che dovrebbe portarlo a concentrarsi sulle attività di gestione patrimoniale e già nell’ottobre scorso sul mercato erano circolati timori sulla sua solidità (vedi questo nostro articolo). La situazione è poi ulteriormente peggiorata: proprio pochi giorni fa uno degli storici azionisti di peso ha deciso di abbandonare la banca al suo destino, mentre la banca ha evidenziato anche nell’ultimo trimestre del 2022 il ritiro dei capitali da parte dei clienti – il gruppo ha registrato nel 2022 deflussi di capitale per 123 miliardi di franchi e ha chiuso l’anno con una perdita di bilancio di 7,3 miliardi di franchi (anche il 2021 era stato chiuso in perdita). L’elemento che ha fatto traboccare il vaso nella giornata del 15 marzo è stata la decisione della Saudi National Bank (principale azionista al momento del gruppo) di non aumentare la quota di partecipazione nella banca (attualmente sfiora il 10%) e, quindi, di non immettere nuova liquidità nella banca. Liquidità che potrebbe invece essere essenziale in una situazione in cui la tensione sulle banche è molto elevata per effetto del panico generato dal crack della banca SVB negli Stati Uniti e in cui i deflussi di capitale potrebbero accelerare. L’ammissione da parte dei vertici di “carenze significative” nelle procedure di controllo non aiuta la situazione e il costo delle assicurazioni contro il fallimento della banca (i cosiddetti cds) è salito ai massimi storici.
CHE FARE ORA? CONSIGLI SUI CONTI CORRENTI CREDIT SUISSE…In Italia Credit Suisse svolge prevalentemente attività di private banking, ovvero di gestione e investimento di grandi patrimoni in strumenti finanziari. Difficile, dunque, che tu l’abbia scelta come conto corrente per gestire le spese e gli incassi di ogni giorno. In ogni caso, se dovessi avere depositato dei soldi sui conti del Credit Suisse, ricorda che sia il gruppo svizzero, sia la filiale italiana aderiscono comunque al Fondo di tutela interbancario dei depositi italiano: significa che la tua liquidità è tutelata fino a 100.000 euro per depositante.
Che fare invece se si è scelto una gestione patrimoniale del Credit Suisse o si sono comprati fondi comuni (o Etf) emessi dal Credit Suisse? Vale la regola generale: i tuoi soldi investiti nei fondi o nelle gestioni patrimoniali del Credit Suisse restano tuoi e non possono essere aggrediti dalla banca per far fronte alle proprie difficoltà. Anche in un remoto scenario catastrofico di fallimento del Credit Suisse, dunque, quello che c’è nelle gestioni patrimoniali e nei fondi (Etf) targati Credit Suisse resta comunque tuo. Detto questo, non c’è dunque ragione per scappare a vendere o chiudere i prodotti del Credit Suisse – sebbene tu debba essere conscio che in caso estremo e remoto di fallimento potrebbe volerci del tempo a recuperare quanto c’è nei fondi, soprattutto se la banca depositaria è la stessa Credit Suisse. Ciò detto, cogliamo però l’occasione per mettere ordine nei nostri consigli, suggerendoti di vendere i prodotti CS Invm Fds 1 - Credit Suisse (Lux) Floating Rate Credit Fund B USD (109,88 usd; Isin LU0458985636) e CS Invm Fds 1 - Credit Suisse (Lux) Global High Yield Bond Fund B USD (125,9 usd; Isin LU0458987335) consigliati in passato. Ora che sono rientrati anche i bond in euro ad alto rendimento nelle nostre strategie d’investimento, sei già esposto ai bond high yield in euro e dollari, quindi a un’importante fetta del mercato high yield mondiale. Mantenere una posizione, seppur speculativa, su un prodotto high yield globale aumenta eccessivamente l’esposizione a questo mercato. Per cui il consiglio sui due suddetti prodotti passa a vendere, per i motivi legati alla nostra strategia generale d’investimento appena descritta.
Per quanto riguarda le obbligazioni, non consigliamo titoli bancari da parecchio tempo e ribadiamo il consiglio di non acquistarne ora. Questo vuol dire che i bond Credit Suisse non erano e non sono da acquistare. Nel nostro selettore trovi inoltre bond Credit Suisse che, da molto tempo, hanno il consiglio “vendere”. Si tratta di bond bancari e come sai, nelle nostre strategie, non sono contemplati. Stesso discorso per le azioni: già nell’analisi di ottobre 2022 esprimevamo perplessità sulle prospettive reddituali del gruppo e sul rischio di deflussi di capitale e ti suggerivamo di non comprare le sue azioni nonostante i ribassi. Confermiamo il nostro consiglio: non acquistare azioni Credit Suisse, magari facendoti tentare dall’idea di un rimbalzo.
Il panico sul Credit Suisse sottolinea la tensione attuale esistente sul settore bancario, un settore che vive di fiducia (le banche si prestano soldi tra di loro). La Banca centrale americana ha cercato di placare il panico con linee di credito di emergenza, ma la tensione resta elevata. Da tempo non suggeriamo di acquistare azioni del settore bancario in generale e confermiamo la nostra posizione. Alcuni titoli, come quelli del concorrente di Credit Suisse, ossia UBS (18,34 franchi svizzeri; Isin CH0244767585), possono essere, comunque, al più mantenuti – UBS ha dimostrato di poter “approfittare” delle difficoltà del concorrente. Al momento non vediamo timori per scappare dalla Borsa svizzera in generale: il peso delle azioni Credit Suisse sull’intero listino si era già notevolmente ridotto e la Borsa è ricca di società multinazionali che operano e hanno conti in tutto il mondo. La Borsa svizzera resta, dunque, all’interno delle nostre strategie d’investimento.