Un’azione cara…
Nonostante la discesa, le azioni Facebook (159,39 Usd; Isin US30303M1027) sono ancora care. Per il buon padre di famiglia sono sconsigliate. Per esempio, il rapporto tra prezzo in Borsa e valore contabile della società è di 5,1, quando per il resto delle azioni mondiali è di 2,1 –preferisci pagare le mele, le stesse, 5,1 euro al chilo o 2,1? Inoltre, non paga dividendi, mentre puntando sulle azioni mondiali incassi un 2,5% lordo annuo – vedi tabella.
Facebook alla prova |
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Azione |
Prezzo |
Isin |
Rapporto prezzo/utili |
Rapporto prezzo/valore contabile |
Rendimento da dividendo |
Titoli social network |
|||||
|
159,39 Usd |
US30303M1027 |
24,2 |
5,1 |
0% |
Baidu |
230,08 Usd |
US0567521085 |
24 |
3,5 |
0% |
IAC/Interactivecorp |
158,42 Usd |
US44919P5089 |
26 |
4,2 |
0% |
Line |
3.980 yen |
JP3966750006 |
62 |
4,5 |
0,02% |
Match Group |
44,54 Usd |
US57665R1068 |
34 |
12 |
0% |
Momo |
38,9 Usd |
US60879B1070 |
16 |
5,5 |
0% |
Pandora media |
5,11 Usd |
US6983541078 |
(no utili) |
20 |
0% |
Snap |
16,36 Usd |
US83304A1060 |
(no utili) |
10,5 |
0% |
Tencent |
420 Hkd |
KYG875721634 |
35 |
9 |
0,29% |
|
31,03 Usd |
US90184L1026 |
50 |
4,1 |
0% |
|
122,78 Usd |
US9485961018 |
40 |
12,5 |
0% |
|
241,5 eur |
DE000XNG8888 |
32 |
19,5 |
0,7% |
Yelp |
41,57 Usd |
US9858171054 |
135 |
2,9 |
0% |
YY |
121,86 Usd |
US98426T1060 |
14 |
3,6 |
0% |
Alti titoli FANG |
|||||
Amazon |
1.495,56 Usd |
US0231351067 |
153 |
19 |
0% |
Google (ora Alphabet) |
1.026,55 Usd |
US02079K3059 |
25,7 |
4 |
0% |
Netflix |
300,94 Usd |
US64110L1061 |
99 |
25 |
0% |
Media Borse mondiali |
|||||
Media Borse mondiali |
19 |
2,1 |
2,5% |
… ma non quanto le altre
Se si confronta il titolo Facebook con altre 13 azioni del settore dei social media, però, il giudizio migliora: per esempio, il rapporto tra valore in Borsa e utili attesi è di 24,2 per Facebook, contro il 42,5 medio delle altre – in pratica paghi le azioni Facebook il 43% in meno di quanto paghi quelle di società simili. Se le confrontiamo con altre star del web, Amazon (1.495,56 Usd; Isin US0231351067) o Netflix (300,94 Usd; Isin US64110L1061), le Facebook emergono come ancor più interessanti – in termini di rapporto tra prezzo di Borsa e valore contabile, le Netflix si pagano il quintuplo delle Facebook. Se da un punto di vista assoluto le azioni sono care, i numeri potrebbero dunque dare spazio a un acquisto speculativo sulle Facebook per una scommessa sul settore del web. La scommessa è che i social network continuino ancor più a far parte delle nostre vite, e che Facebook sia in grado di approfittarne continuando a vedere crescere i suoi utili a ritmo elevato (solo negli ultimi due anni sono più che quadruplicati).
I punti a favore di una scommessa…
Sulla carta le possibilità ci sono. Primo: sebbene in calo negli Usa (il mercato più redditizio), Facebook continua a crescere sui mercati dei Paesi emergenti. Con l’aumento della ricchezza di questi Paesi, anche gli utili di Facebook dovrebbero continuare a salire a buon ritmo: si stima nei prossimi cinque anni una loro crescita media di circa il 30% annuo. Secondo: Facebook possiede anche WhatsApp – il programma di messaggistica più diffuso in Occidente – e Instagram – il social network di condivisione di foto che riscuote sempre più successo anche tra i giovanissimi. Se Facebook riuscisse a far fruttare in termini di introiti pubblicitari anche questi due canali, quel 30% di cui ti abbiamo appena parlato potrebbe raddoppiare. Terzo: Facebook è una società con circa 42 miliardi di dollari di denaro in cassa (circa 35 miliardi di euro, ben più di una pesante manovra finanziaria di casa nostra), che produce con la sua sola attività circa 15 miliardi di dollari (12 miliardi di euro) di liquidità ogni anno e che di fatto non ha debiti. Non avrebbe problemi a fare acquisizioni per rilanciare la crescita.
… e quelli che ci portano a sconsigliartela
Ci sono, però, anche tre elementi che giocano a sfavore della scommessa. Primo e più importante: come detto, la società avrebbe chiuso un occhio sulla privacy dei suoi utenti e ora, sia dagli Usa, sia dall’Europa, si invoca un giro di vite in tal senso. Questo potrebbe danneggiarla in primo luogo in termini di multe, ma, soprattutto, in termini di mancati introiti pubblicitari, che è quello di cui Facebook campa – le aziende pagano Facebook per conoscere le tue preferenze e fare una pubblicità mirata dei loro prodotti; se questo meccanismo salta, Facebook non sta più in piedi. Secondo: la lotta, intrapresa dall’Europa, sulla tassazione di questi giganti del web – l’obiettivo è contrastare l’elusione fiscale che queste società mettono in pratica ponendo la loro sede in Paesi a fiscalità agevolata come Irlanda o Lussemburgo. Gli Stati Uniti sono sempre stati contrari a questa web tax, ma qualcosa potrebbe muoversi – c’è un impegno a prendere una decisione entro il 2020. Terzo: il fondatore di Facebook ha venduto tante azioni della sua società, proprio prima del calo recente. Che i conti del primo trimestre 2018 stiano andando peggio del previsto?
Socializziamo in Cina
Non ti consigliamo una speculazione sulle azioni Facebook. I rischi sono troppo elevati alla luce del calo registrato dal titolo. Non dimenticare, infatti, che il -13,9% della settimana scorsa arriva dopo tre anni in cui Facebook ha quasi raddoppiato il suo valore in Borsa (le Borse mondiali sullo stesso periodo sono salite di circa il 16%). Tra le altre azioni del settore dei social network, le uniche interessanti sono quelle della società cinese YY (121,86 Usd; Isin US98426T1060). È un social network dove gli utenti condividono video in tempo reale e in cui si possono scambiare monete virtuali che possono essere convertite in denaro reale. La società ha oltre 300 milioni di utenti attivi – quasi quanto Twitter, per intenderci – è presente in un mercato che sta spopolando tra i giovanissimi – le canzoni in karaoke o playback – ha conti in ordine (praticamente zero debiti) e l’azione ha gli indicatori di convenienza migliori del settore. Una scommessa ci può stare: punti sul fatto che la società continui a macinare risultati in crescita a doppia cifra come ha fatto fin qua (utili più che quintuplicati tra il 2013 e il 2017). Nel primo trimestre del 2018, per esempio, scommetti su ricavi in crescita di almeno il 35% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (+30% medio per tutto il 2018): occhio, però, se così non sarà il tracollo delle azioni potrebbe essere pesante – solo il 6 marzo, le YY hanno perso in Borsa il 12% dopo conti non troppo entusiasmanti. Inoltre, anche se la società non ha alcun tipo di relazione commerciale con gli Usa, quindi il discorso dei dazi non la riguarda (è solo quotata sulla Borsa Usa), potrebbe risentire del generale cattivo momento delle azioni cinesi. Sono azioni solo per chi ha tanto pelo sullo stomaco. Il buon padre di famiglia ne stia alla larga. n
La corsa dei FANG
Le azioni YY (grassetto; base 100) si sono impennate solo dalla metà del 2017. La crescita delle Facebook (linea sottile) è stata, invece, più costante. Entrambi questi titoli si sono comportati, dal 2015, complessivamente peggio delle azioni FANG (Facebook, Amazon, Netflix e Google) più Alibaba, Apple, Baidu, Nvidia, Tesla e Twitter – sono le azioni dei colossi del web e sono nel grafico rappresentati dalla linea di peso intermedio.
Per indicare i colossi del web che usano i tuoi dati personali per farti offerte mirate si usa, di solito, l’acronimo FANG: sta per Facebook, Amazon, Netflix e Google (ora Alphabet).
Spotify arriva in Borsa
Sta per arrivare in Borsa il colosso della musica online: Spotify. Grazie a un algoritmo, capisce quale musica preferisci e ti propone, tra 35 milioni di brani, compilation personalizzate sui tuoi gusti. Si sostiene in due modi: pubblicità e abbonamenti da parte degli utenti. Non è, però, sufficiente a mantenere i conti in ordine: la società non fa utili. Inoltre, soffre la concorrenza di colossi come Apple e Amazon. Secondo indiscrezioni potrebbe sbarcare in Borsa anche a 140 dollari per azione, quasi 4 volte i ricavi attesi. Troppo. Non acquistare.
I miei dati contano
Altroconsumo ha inviato una diffida a Facebook chiedendo di indicare con chiarezza quali saranno i provvedimenti che verranno presi per tutelare la privacy degli utenti. La puoi leggere qui. Già da un anno, inoltre, abbiamo lanciato, assieme a numerose altre associazioni indipendenti di consumatori, una petizione per chiedere maggiore tutela e maggior sicurezza sull’utilizzo dei dati online. Per firmarla digita https://www.altroconsumo.it/petizione/imieidaticontano