La Svezia è alla fine di un'era?

Svezia
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Per diversi decenni gli immobili – i cui prezzi sono triplicati tra il 2006 e il picco di inizio 2022 – sono stati alla base dell'effetto ricchezza delle famiglie svedesi, grazie alla facilità di ottenere un mutuo. La totalità dei mutui è, però, a tasso variabile o con un breve periodo a tasso fisso, nell’80% dei casi 2 anni, seguito da quello variabile. Ciò significa che le famiglie sono molte esposte alle condizioni del mercato. Il deciso aumento dei tassi d’interesse sui mutui, oggi intorno al 3,5%, ha aumentato il peso del debito sulle famiglie. Questo è un fattore di rischio che pesa sul settore immobiliare, in quanto obbliga le famiglie più vulnerabili a lasciare la propria casa, mentre i potenziali acquirenti devono accettare mutui a condizioni molto meno vantaggiose che in passato. Il risultato è che i prezzi degli immobili residenziali sono scesi del 12% dal picco del 2022 e potrebbero scendere fino al 20-25% prima di trovare un nuovo equilibrio nel corso del 2023. Molto dipenderà dall'andamento dell’inflazione, scesa all’8% a marzo, dopo aver raggiunto il 9,7% a febbraio, e dalle misure che le autorità monetarie svedesi prenderanno per cercare di controllarla.
L’incremento dei prezzi in Svezia è superiore a quello della zona euro e degli Usa, a causa soprattutto del fatto che la corona svedese a buon mercato fa salire i prezzi dei prodotti importati (una volta convertiti in corone).
L’economia svedese sta dimostrando una forte resilienza e con un calo atteso del PIL dello 0,9%, siamo, secondo noi, lontani da un vero e proprio crollo. Del resto, dopo la discesa degli ultimi mesi, gli indici Pmi (Purchasing manager index), manufatturiero e non manufatturiero, mostrano sì una contrazione dell'attività, ma non eccessiva, soprattutto per i servizi. Quanto al calo delle vendite al dettaglio, si osserva non tanto che gli svedesi spendono meno, quanto che stanno cambiando le loro abitudini di consumo. Le spese sono sempre più focalizzate sui servizi (+27% la spesa in ristoranti e bar a febbraio rispetto a febbraio 2022) e la spesa delle famiglie è cresciuta dell’1% a un anno. Ciò è reso possibile grazie al fatto che il mercato del lavoro regge: il tasso di disoccupazione - al 7,4% a febbraio– resta contenuto, mentre il tasso di occupazione è leggermente aumentato.
La domanda interna svedese sta rallentando: a febbraio le vendite al dettaglio sono scese del 9,4% rispetto al febbraio 2022, mentre gli investimenti sono diminuiti nel 4° trimestre così come il Pil (tutta la ricchezza prodotta nel Paese), che ha perso lo 0,9% sia sul trimestre precedente, sia su base annua.
La Svezia è diventata uno dei leader europei in aree come le fintech con Klarna, lo streaming con Spotify, il 5G con Ericsson e le batterie con Northvolt. E, più in generale, tutte le aziende svedesi stanno approfittando di questo know-how tecnologico per reinventarsi e diventare competitive a livello globale. La scelta della Banca centrale svedese di mantenere bassa la corona fa sì salire l’inflazione (rendendo più care le importazioni), ma rappresenta un bel vantaggio per le aziende esportatrici perché le rende più competitive sui mercati internazionali. E, con le aziende che se la passano meglio dell'economia svedese nel suo complesso, anche la Borsa di Stoccolma ne beneficia, guadagnando quasi il 5% (in euro) da inizio anno, il 7,4% in corone svedesi. Tuttavia, tenendo conto dei maggiori rischi di questa economia, lo scorso gennaio abbiamo consigliato a chi segue la nostra strategia difensiva di vendere le azioni. Chi, invece, segue la nostra strategia equilibrata e dinamica, vista la forte competitività delle aziende, può continuare a investire il 5% nella Borsa di Stoccolma. Per questa parte di portafoglio puoi acquistare l’Etf iShares Omx Stockholm cap (74,46 sek, IE00BD3RYZ16). Quanto ai bond svedesi, sono presenti al 5%, a titolo di diversificazione, nelle nostre strategie difensiva e equilibrata: puoi investirci con Nordea 1 swedish short term BP (16,83 euro, LU0173785626) o con uno degli altri prodotti che trovi su https://www.altroconsumo.it/investi/investire/obbligazioni.
Le condizioni creditizie espansive degli ultimi decenni non sono servite solo a far impennare il mercato immobiliare, ma hanno favorito le aziende insieme a una forza lavoro altamente qualificata, la focalizzazione sulle nuove tecnologie e alcune storie di successo, che hanno ispirato una generazione di giovani imprenditori contribuendo a creare un ecosistema unico.
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