In Svizzera non ci sono solo banche

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Le autorità svizzere son riuscite a salvare l’immagine del Paese orchestrando l’acquisizione della banca fallita da parte della sua principale concorrente nazionale, ossia UBS (19,0 chf, CH0244767585), tuttavia l'immagine delle banche elvetiche che finora erano generalmente reputate prudenti e affidabili, è stata un po’ offuscata. In ogni caso, questa crisi non è stata una sorpresa: per anni decisioni sbagliate e ripetuti scandali hanno indebolito la banca, e rappresenta, fortunatamente, un caso isolato, che non rimette in discussione nel suo complesso la solidità del settore finanziario elvetico (vedi ad esempio quanto avevamo scritto su Investi 1480 e 1505).
Lo shock generato dalla fine del Credit Suisse è stato simile a quello del fallimento della compagnia aerea nazionale Swissair nel 2001.
Il settore bancario ha sempre meno peso
L’attività bancaria rappresenta ormai solo il 5,6% del PIL svizzero (tutta la ricchezza del Paese) contro l'8% del 2007; una percentuale relativamente bassa rispetto ad altri settori d’eccellenza elvetica come l'industria farmaceutica (4,8% del PIL) e l'orologeria (3,2%). Alla fine del 2022, inoltre, le banche occupavano appena 108.000 lavoratori su un totale di 4,2 milioni di forza lavoro totale. Certo, i 16.000 dipendenti del Credit Suisse in Svizzera temono l'incorporazione della banca in UBS, che porterà senz’altro a licenziamenti, ma ciò inciderà nel complesso poco sul mercato del lavoro elvetico.
Ironia della sorte, il Governo aveva dovuto salvare proprio UBS nel 2008; ma questo era stato solo uno dei tanti salvataggi effettuati in tutto il mondo in quel momento di crisi.
L’economia è forte
La Svizzera ha dalla sua parte la solidità finanziaria: con un debito pubblico (la somma dei deficit pubblici del passato) appena superiore al 40% del PIL - rispetto a quasi il 100% nella zona euro e al 130% negli Stati Uniti - le autorità hanno molte risorse finanziarie cui attingere per intervenire in caso di necessità. Inoltre, la sua moneta è molto solida e la Banca centrale di solito cerca di impedirne un eccessivo apprezzamento. Di contro, in caso di tempeste finanziarie, rappresenta una solida diga che protegge il Paese dalle intemperie.
Il franco svizzero è una delle monete più forti al mondo, e ciò spesso genera dei problemi alle aziende esportatrici.
La forza del franco svizzero ha ridotto le pressioni inflazionistiche nel Paese (ha limitato i prezzi delle importazioni una volta convertiti in franchi), tanto che, pur mantenendo i tassi ufficiali bassi (1,5%), le autorità monetarie sono riuscite a contenere gli aumenti dei prezzi: l’inflazione è stata del 2,9% a marzo. E grazie a un mercato del lavoro flessibile, le aziende riescono a adattarsi in fretta ai cambiamenti.
Una Borsa interessante
Il settore finanziario rappresenta il 17% del mercato azionario elvetico, la metà del settore farmaceutico, il più rappresentato nella Borsa di Zurigo, e meno del settore dei beni di consumo (23%). Il mercato azionario del Paese è, inoltre, difensivo, ha una volatilità bassa, ma fa sperare in rendimenti significativi, tanto che lo riteniamo interessante per tutte e tre le nostre strategie di portafoglio, dove è presente per il 5% del portafoglio. Puoi acquistare l’Etf Ubs Etf Msci Swit. 20/35 (25,99 chf; LU0977261329) e il fondo AXA WF Switzerland Eq. F (103,45 chf, LU0087657408). Diverse azioni meritano, inoltre, un acquisto: nel settore farmaceutico Novartis (87,18 chf) e Roche (277,75 chf), in quello alimentare Bell Food (281 chf).
Del resto il colosso del settore bancario UBS è solo la quinta capitalizzazione (numero delle azioni moltiplicate per il loro prezzo) della Borsa svizzera, a grande distanza dalla prima, che è la Nestlé.
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