A quando il decollo dell’Australia?

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Il dollaro australiano - a lungo sopravvalutato - ha perso terreno nei confronti dell’euro in questi primi mesi del 2023 e ciò in parte spiega il comportamento della Borsa. La Banca centrale australiana a maggio ha ripreso, a sorpresa, il ciclo di rialzi dei tassi iniziato a maggio 2022, portandoli dallo 0,1% all’attuale 3,85%, gonfiando, così, gli oneri sui mutui e pesando sui bilanci delle famiglie. A ciò si aggiunge il fatto che, per oltre 800.000 di esse, nel 2023 scadrà il (breve) periodo a tasso fisso annesso a molti mutui in questo Paese che dovranno ora essere rifinanziati a condizioni più costose.
Secondo la Banca centrale, i tassi di interesse ai livelli attuali riducono di circa il 20% il reddito disponibile delle famiglie australiane che hanno optato per un mutuo a tasso variabile.
Per la maggior parte, questi mutui risalgono ancora al periodo della pandemia, quando i prezzi degli immobili erano saliti alle stelle ma i mutui erano stati concessi a tassi particolarmente bassi (intorno al 2% per un tasso fisso a breve termine). Dopo un calo dell'8% dal picco di inizio 2022, i prezzi degli immobili stanno ora lanciando dei segnali di stabilizzazione ma, nell'attuale clima economico, qualsiasi ripresa del settore resta molto incerta.
La domanda privata resiste
Il mercato del lavoro è molto vivace: il tasso di disoccupazione resta molto basso, al 3,5% della popolazione attiva, mentre il tasso di occupazione è vicino ai massimi storici (64,4% in marzo). Senza contare che, il forte aumento dei prezzi degli immobili nell'ultimo decennio fa aumentare il sentimento di ricchezza della maggior parte delle famiglie e, nonostante la correzione degli ultimi mesi, nella maggior parte dei casi il valore della proprietà supera il saldo residuo del mutuo. Inoltre, il tasso di risparmio resta al di sopra dei livelli degli ultimi 10 anni. Anche le aziende del Paese non se la passano male dato che i loro profitti sono alle stelle, essendo più che raddoppiati rispetto al 2016. L'inflazione, al 7% nel 1° trimestre 2023 contro il 7,8% del trimestre precedente, sembra iniziare a diminuire, così la Banca centrale ha potuto interrompere la serie di rialzi dei tassi ufficiali. Purtroppo, la crescita del PIL australiano (tutta la ricchezza prodotta nel Paese) dovrebbe restare intorno allì’1,5% nel 2023, un ritmo di crescita lento per questo Paese, ma probabilmente superiore a quello che conosceranno Europa e Usa.
Uno sbocco commerciale in Cina
La Cina è il principale partner commerciale dell'Australia, in quanto assorbe da sola quasi un terzo delle sue esportazioni, costituite in gran parte da materie prime e prodotti agricoli. Fiacca nei mesi successivi alla sua riapertura dopo la pandemia, l’economia cinese deve fare i conti con un mercato interno ancora titubante che non ha ancora ritrovato il dinamismo di un tempo. Inoltre, i consumatori cinesi sono ora più concentrati sui servizi rispetto ai beni, mentre il settore edile e immobiliare risente ancora dei problemi di finanziamento che hanno pesato sui prezzi delle abitazioni e sulla fiducia degli investitori. Insomma, è probabile che la ripresa cinese giovi all'Australia meno che in passato. Tuttavia, dopo un periodo di difficili rapporti tra i due Paesi, l'avvento al potere del nuovo Premier australiano potrebbe segnare l'inizio della distensione. A poco a poco, i rapporti tra il gigante delle materie prime e il suo principale cliente si stanno, in effetti, normalizzando, il che porterà a una nuova dinamica sia per le esportazioni australiane sia per gli investimenti cinesi nel Paese,
L'inflazione alle stelle e i conseguenti rialzi dei tassi d’interesse per combatterla hanno fatto segnare una battura d’arresto al mercato immobiliare australiano. E la lenta uscita della Cina dalla politica zero-covid e il conseguente deterioramento dei rapporti tra i due Paesi non ha certo giovato all’economia australiana.
Cosa fare con gli investimenti?
Anche se la crisi immobiliare, con l’elevata inflazione, e il peggioramento dei rapporti commerciali con la Cina rappresentano delle grandi sfide, l’Australia ha le risorse per affrontarle. Il suo mercato azionario è rischioso, ma per gli investitori che non si lasciano spaventare dal rischio, questo mercato offre un'interessante opportunità di diversificazione: se segui la nostra strategia dinamica puoi continuare ad investire nella Borsa di Sidney il 5% del tuo portafoglio acquistando l’Etf iShares Msci Australia (40,63 euro IE00B5377D42) oppure l’Etf Xtrackers S&P Asx 200 (36,85 euro, LU0328474803).
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