L’indice PMI composito della zona euro, che racchiude sia l’andamento del settore manifatturiero sia quello dei servizi, a settembre mostra un’altra discesa, è la terza consecutiva, da 48,9 a 48,1 – attese a 48,2 – e ora si trova ai minimi degli ultimi mesi. Non solo. L’ultima volta che il valore dell’indice è stato sopra quota 50 è stato lo scorso giugno (allora si attestava a 52,8), dopodiché si è sempre attesto sotto il livello di punti che rappresenta lo spartiacque tra attività in espansione e in contrazione. Sia la produzione del manifatturiero che quella del terziario sono diminuite ad un ritmo più veloce a causa della forte inflazione, dell’impennata dei costi energetici, delle crescenti incertezze economiche e dell’indebolimento della domanda.
La fiducia economica dell’eurozona è ora al livello più basso dall’inizio della pandemia, con i timori di recessione che diventano sempre maggiori, ma non solo. Le paure riguardano anche il prolungato periodo di alta inflazione e la prospettiva di ulteriori incrementi dei costi energetici.
A livello geografico, solo Irlanda e Francia hanno mostrato un valore sopra i 50 punti, mentre la Germania è quella che ha conosciuto il valore più basso in assoluto, tallonata dall’Italia – vedi tabella.
I dati mostrano la sempre maggiore difficoltà dell’economia del Vecchio Continente e i dati che arrivano preludono ad una recessione. Per questo, nei nostri portafogli non c’è spazio per le azioni della zona euro. Le obbligazioni, invece, sono ancora da acquistare.
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IL PMI DEI DIVERSI PAESI |
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Irlanda |
52.2 |
Massimo in 2 mesi |
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Francia |
51.2 |
Massimo in 2 mesi |
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Spagna |
48.4 |
Minimo in 8 mesi |
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Italia |
47.6 |
Minimo in 20 mesi |
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Germania |
45.7 |
Minimo in 28 mesi |