Dalla pubblicazione dei verbali della Banca centrale europea si evince che la decisione di alzare i tassi dello 0,75% nella riunione dello scorso settembre non è stata unanime. Un numero molto elevato dei membri del Consiglio direttivo ha votato per l’aumento dello 0,75% ritenendolo adeguato e proporzionato alle aumentate prospettive di inflazione, nonché un forte segnale al mercato della volontà della Bce di sconfiggere l’inflazione. Come detto, c’è stata anche una parte che voleva un rialzo dello 0,5%, ritenendo che un rialzo troppo elevato nel costo del denaro potrebbe aggravare una recessione.
Per quanto riguarda le indicazioni sulle future mosse, la Bce ha sottolineato che l’aumento dello 0,75% non significa automaticamente che anche i prossimi rialzi saranno dello stesso ammontare. C’è infatti ampia convergenza in seno alla Bce sul fatto che i rialzi debbano continuare a dipendere dai dati che man mano saranno disponibili e non seguire un percorso. Questo però non deve trarre in inganno. È stato infatti chiarito che i rialzi continueranno nelle prossime riunioni.
La Bce continuerà ad alzare i tassi, dunque, e questo a prescindere dall’andamento dell’economia. E questo per diversi motivi. Le preoccupazioni relative alla crescita non dovrebbero, in ogni caso, impedire il necessario forte aumento dei tassi di interesse. Secondo. Agire con forza ora potrebbe evitare la necessità di aumentare i tassi di interesse in modo più netto più avanti nel ciclo economico, quando l'economia starà rallentando.