In Italia il dato definitivo sull’inflazione di ottobre ha mostrato un carovita all’11,8% annuo, rivedendo solo leggermente al ribasso il dato comunicato nella stima preliminare che parlava di un +11,9% annuo. Cambia dunque poco. Bisogna sempre e comunque tornare indietro di quasi 40 anni - a giugno 1983 (quando l’inflazione fece +13,0%) - per trovare una crescita annuale superiore a quella di ottobre 2022 del carrello della spesa e a marzo 1984 (quando fu +11,9%) per u incremento annuo superiore all’11,8% peri prezzi al consumo.
In ottobre, l'inflazione del Regno Unito è salita di nuovo arrivando all'11,1% (dal 10,1%), il livello più alto in 41 anni (le attese erano per un +10,7%). L'indice RPI, che aggiunge all'aumento dei prezzi al consumo quello degli oneri del debito ipotecario, ha raggiunto addirittura il 14,2%. Questo distrugge il potere d'acquisto delle famiglie ed è una pessima notizia per un paese che ha visto la sua economia contrarsi nel 3° trimestre.
Risulta invece stazionaria l’inflazione in Canada, che ad ottobre si attesta al 6,9% annuo, esattamente come atteso dal mercato e stabile rispetto a settembre, quando il carovita era stato anche allora del 6,9%.
Nella zona euro, infine, il dato di ottobre parla di un carovita al 10,6% annuo, leggermente sotto le attese di 10,7%, ma sempre in accelerazione rispetto al 9,9% di settembre. L’inflazione di fondo, inoltre, fa segnare un 5% annuo, come atteso e dunque ancora in accelerazione rispetto al 4,8% del mese precedente anche senza tener conto, dunque, dei prezzi energetici.