Il Congresso brasiliano è riuscito a far approvare l'aumento temporaneo del tetto del debito di circa 26 miliardi di euro, abbastanza per offrire al nuovo presidente Lula il margine di manovra per mantenere una delle sue promesse elettorali, continuando a offrire a circa 20 milioni di famiglie svantaggiate la popolarissima Bolsa Familia, un sussidio mensile di circa 600 real (circa 109 euro). Mentre questa è una buona notizia per la popolarità del nuovo presidente, il mercato interno e la crescita brasiliana, non lo è invece necessariamente una buona notizia per la situazione finanziaria.
Con un debito pubblico vicino all'80% del Pil, il Paese è uno dei più indebitati del mondo emergente. E poiché paga tassi di interesse di circa il 10,5% in media sul suo stock di debito, l'onere del debito sulle finanze pubbliche rimane molto consistente. L'aumento del tetto del debito e altre misure attese da Lula (tra cui la spesa per l'istruzione e la sanità) aggraveranno ulteriormente questa situazione, che preoccupa i mercati.
La Banca centrale brasiliana è ben consapevole delle preoccupazioni degli investitori. Nonostante l'inflazione sia scesa a novembre al 5,9% - un livello ben al di sotto del 10,1% della zona euro - mantiene il suo tasso al 13,75%. Offre quindi agli investitori un rendimento reale ampiamente positivo e attira capitali stranieri nel Paese in un momento in cui è assolutamente necessario. Tutto ciò continua a rafforzarne la credibilità.
Se l'incertezza sulle priorità di questo nuovo mandato di Lula ci spinge a stare – per il momento – lontani dalle azioni brasiliane, mente consigliamo all'acquisto i bond, che combinano alti rendimenti, una valuta sottovalutata (il real) e un garante molto credibile, la Banca centrale brasiliana.