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Effetto gregge: cos'è e quanto può pesare sui tuoi investimenti

I bias sociali

I bias sociali

Data di pubblicazione 06 giugno 2023
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I bias sociali

I bias sociali

"Se tutti stanno comprando, un motivo ci sarà!". "Allora sbagliano tutti?". Sarà capitato a tutti di dire una frase del genere almeno una volta nella vita. Dietro a queste esternazioni si cela però un pericoloso modo di pensare e di prendere le decisioni, che può portare a fare scelte di investimento sbagliate.

Qualche giorno fa, parlandoti del BTp Valore, abbiamo accennato al cosiddetto “effetto gregge”. Il termine effetto gregge è usato per parlare, in finanza comportamentale, del cosiddetto bias sociale. I bias sono degli errori, delle posizioni assunte in maniera istintiva e anche a priori, su determinate tematiche che influiscono sulle nostre decisioni. Il bias sociale non è altro, quindi, che quell’errore o “euristica” – vedi riquadro - che si commette nel momento in cui noi stessi ci facciamo influenzare dagli aspetti sociali che ci circondano (le mode, le tendenze, cosa fanno gli altri…). Si tratta a tutti gli effetti di un bias cognitivo, cioè un errore di ragionamento. È un fenomeno assolutamente naturale – vedi riquadro: tutti ne siamo influenzati, in qualunque scelta facciamo ogni giorno, non solo quando si parla di investimenti. Ci saranno delle situazioni in cui è più accentuato e altre in cui non ce ne accorgiamo, ma è un fenomeno molto diffuso e che può portare a scelte non corrette. Per questo va conosciuto e bisogna imparare come gestirlo: questo porterà a prendere decisioni migliori.

FENOMENI NATURALI, MA NON PER QUESTO CORRETTI
Il bias sociale, l’effetto gregge, sono naturali. Quando bisogna prendere una decisione su tematiche particolarmente importanti, come possono essere quelle di investimento ma non solo, abbiamo bisogno spesso e volentieri di conferme sul fatto che noi stiamo facendo bene. Del resto, unirsi al coro è rassicurante: siamo portati a pensare che se tutti si comportano in un certo modo è probabile che quello sia il modo migliore. Inoltre, capita anche quando ci muoviamo su argomenti che conosciamo meno, dove ci sentiamo meno sicuri. Una conferma da altri che anche loro hanno fatto così è di aiuto. Infine, è più facile accettare di aver sbagliato coerentemente con tutti gli altri, piuttosto che differenziarsi rischiando di rimanere l’unico ad avere sbagliato. C’è poi da ricordarsi che, più o meno inconsciamente, le persone tendono a trovare ed usare scorciatoie per prendere delle decisioni più o meno complesse. Queste scorciatoie mentale sono le cosiddette euristiche. Seguire la massa, pensando che se lo fanno tutti è più probabile che sia giusto, è un modo per semplificare il processo decisionale.

Spesso e volentieri l’effetto gregge si presenta con una frase, che probabilmente almeno una volta nella vita un po’ tutti hanno detto: “Se tutti fanno così, ci sarà un motivo!” oppure “Non staranno sbagliando tutti!”. E questa frase viene ripetuta quando si guarda ai mercati finanziari: “Se tutti stanno comprando (quel prodotto, quel bond, quell’azione) ci sarà un motivo! Sono tutti in errore?”. Si usano queste affermazioni per giustificare e avere la conferma della bontà della scelta che si sta facendo. In realtà queste affermazioni non ci aiutano, tutt’altro: possono trarci in errore. A livello aggregato, l’effetto gregge può avere forti ripercussioni sui mercati, minandone addirittura la stabilità. Seguendo la massa, infatti, possono crearsi le bolle speculative, che, una volta sgonfiatesi, possono creare crolli di mercato e perdite per gli investitori e alla peggio anche ripercussioni per l’intero sistema. Se tutti comprano, per esempio, azioni di un settore o un’azione specifica, e le quotazioni continuano a salire, spesso e volentieri si ha la tentazione di comprare anche noi. “Tutti comprano, sbagliano tutti?”. Capita lo stesso anche con i ribassi dei mercati: scatta il panico, panic selling, e tutti corrono a vendere, creando veri e propri crolli. L’effetto gregge può avere quindi serie ripercussioni sugli investimenti e prendere atto della sua esistenza, ammettere che c’è e saperlo gestire consente di migliorare le decisioni prese e si possono rendere più efficienti le nostre scelte, ma anche i mercati e rendere quest’ultimi più stabili.

Abbiamo visto gli effetti a livello aggregato sui mercati, ma quel che è importante è la scelta che ogni singolo individuo prende. Bisogna quindi riportare il contesto alla sfera privata, ai propri investimenti. Come fare per contrastare l’effetto gregge e fare in modo che le nostre decisioni non vengano distorte da questo bias? Vediamo alcune regole fondamentali.

Primo. Come in tutte le cose, il primo passo è ammettere che c’è e prenderne atto. Come detto, è un fenomeno assolutamente naturale, non bisogna in qualche modo sentirsi colpevoli per questo: la colpa è ignorarlo o pensare che affermazioni come “Allora tutti quelli che lo fanno sbagliano…” siano prove inconfutabili della correttezza delle nostre decisioni. In realtà, frasi come quelle non dimostrano nulla, come vedremo più avanti.

Secondo. Cercare di aumentare il più possibile la propria conoscenza. Quando si prendono decisioni su argomenti che conosciamo meno - non è assolutamente un problema o una mancanza non sapere di argomenti diversi da quello per cui si è studiato, su cui si è degli ottimi professionisti - è necessario approfondire. Aumentare la conoscenza aiuta sempre a scegliere meglio: si hanno più elementi su cui ragionare.

Terzo. Essere disciplinati. Nonostante i trend di mercato, le mode, il bombardamento mediatico... bisogna ricordarsi di partire sempre dalla propria strategia di portafoglio e dalla pianificazione finanziaria che si sta portando avanti. Bisogna mettere al centro delle scelte e dei comportamenti noi stessi, il nostro mondo, non quello degli altri. Questo è il fulcro di ogni decisione e la chiave di lettura con cui analizzare ogni prodotto finanziario. Un prodotto di investimento va comprato tenendo conto se, quanto e come è funzionale alla tua strategia di investimento. Va valutato il suo rischio e il suo rendimento contestualizzandolo all’interno di tutto il tuo portafoglio e di come interagisce con esso. “In che modo questo titolo contribuisce, se comprato, ai miei investimenti?”. “È coerente con il contesto futuro a cui andiamo incontro?”. “È coerente con i miei obiettivi di investimento?”. “È coerente con il mio profilo di rischio?”. Queste sono le domande corrette da porsi.

Quarto. Essere razionali e prendere le decisioni analizzando la situazione. Questo punto è un po’ la logica conseguenza ed il punto di arrivo dei tre precedenti. Una volta che si sa che non per forza si deve seguire cosa fanno gli altri, ci si informa e si inizia a valutare un possibile investimento tenendo conto dei propri obiettivi, etc…, allora si inizia ad essere razionali e più analitici. Questo ci porta anche a dimostrare che “Se tutti fanno così, ci sarà un motivo” oppure “Allora stanno sbagliando tutti?”, come detto, non dimostra nulla. Torniamo all’esempio di prima. Un settore continua a crescere in Borsa, ne parlano tutti. Tutti lo comprano. Io invece non l’ho comprato. Cosa faccio? Prima di tutto: qual è l’orizzonte temporale dei miei investimenti? Se è breve, inserire in portafoglio un investimento azionario potrebbe non essere compatibile con i miei obiettivi. Quelli che lo stanno comprando, però, potrebbero avere un orizzonte temporale di lungo periodo. Quindi per loro ha senso, per me no. Ecco un esempio in cui c’è chi compra ed è corretto e chi non compra ed è corretto ugualmente. Oppure. Investo in azioni, ma la mia esposizione aumenterebbe troppo: il mio portafoglio diventa più rischioso ed io ho una bassa propensione al rischio. Tra chi sta comprando, invece, ci sono soggetti più propensi al rischio. Un altro esempio. Quel settore ha ottime prospettive, ma ora viaggia su quotazioni troppo elevate: comprarlo ora non è così interessante come averlo comprato una settimana fa. Oppure, dato che è salito molto il profilo rischio/rendimento è aumentato: alcuni investitori se lo possono permettere, altri no. C’è chi si può permettere, inoltre, perdite maggiori rispetto ad altri… Questi sono solo alcuni esempi di come le scelte di altre persone sono corrette per loro, ma non per noi e viceversa. “Lo fanno tutti” non è quindi un motivo valido per tutti…