Dal crack Lehman in poi le Banche centrali sono scese in aiuto delle economie mondiali per aiutarle a venire fuori dalle varie crisi economiche che hanno via via colpito il mondo, da ultima la crisi legata alla pandemia. Ora, però, si trovano a dover gestire una situazione non facile: da un lato devono controllare l’inflazione, in rialzo dappertutto, dall’altro devono fare in modo di non penalizzare l’economia e i mercati, cosa che rovinerebbe tutto il lavoro fatto fino ad oggi.
Le riunioni delle Banche centrali che si sono tenute la scorsa settimana e quelle in programma in questi giorni diventano, allora, molto importanti per capire cosa ne sarà della politica monetaria nei prossimi mesi.
Tra le prime a riunirsi c'è stata la Banca centrale giapponese (Bank of Japan). Il messaggio che arriva da Tokyo è chiaro: la Bank of Japan non è tra quelle Banche centrali che vuole ridurre gli stimoli monetari. Il motivo è presto detto. L’economia giapponese si trova ancora in una situazione grave a causa della pandemia, ma è in ripresa. Le esportazioni e la produzione industriale, pur mostrando una crescita, si stanno indebolendo e questo a causa della mancanza di materie prime che sta colpendo un po’ tutto il mondo. Tutto ciò ha portato la Banca centrale giapponese a rivedere le sue attese per il Pil e per l'inflazione - vedi a lato. In questo contesto, la Bank of Japan ha, quindi, deciso di lasciare inalterata la sua politica monetaria con tassi ufficiali pari a -0,1% e l’obiettivo di mantenere a zero il rendimento dei titoli di Stato decennali. Per quanto riguarda i tuoi investimenti, il prodotto da scegliere per puntare sui bond in yen giapponesi è sempre Ubs Japan treasury 1-3y.
La Banca centrale europea si posiziona tra quelle che non hanno intenzione di modificare la propria politica monetaria. La Bce ha, infatti, confermato completamente la sua strategia, dichiarando che continua a ritenere che possano essere mantenute condizioni di finanziamento favorevoli, con un ritmo degli acquisti di titoli, per quanto riguarda il piano varato durante la pandemia, moderatamente inferiore rispetto al secondo e al terzo trimestre dell’anno. Dunque, c’è ancora una piccola ricalibratura, come già avvenuto nella scorsa riunione, ma nient’altro. La dotazione totale del piano rimane fissa a 1.850 miliardi di euro e gli acquisti proseguiranno fino ad almeno marzo 2022. La Bce continuerà, nel frattempo, a reinvestire i titoli che andranno in scadenza almeno fino alla fine del 2023.
BRASILE IN ACQUE PERICOLOSE: STANNE LONTANO
La Banca centrale brasiliana ha deciso di intervenire duramente per cercare di porre un freno all’inflazione, che è salita al 10,25% a settembre. Ha, così, aumentato in un solo colpo il tasso di interesse dal 6,25% al 7,75%. Tutto ciò testimonia quanto sia grave la situazione, tanto da far annunciare una nuova stretta monetaria a dicembre. Il tasso di interesse del Brasile dovrebbe, così, raggiungere, secondo le attese, la soglia del 10% nel 2022. La politica aggressiva della Banca centrale si spiega con gli eccessi di bilancio. A un anno di distanza dalle elezioni presidenziali, il presidente Bolsonaro, indietro nei sondaggi e messo in discussione per la sua mancata gestione della pandemia, aumenta la spesa pubblica per riconquistare il favore degli elettori. Ciò preoccupa gli investitori, che stanno iniziando a mettere in discussione la capacità del Brasile di onorare il suo debito a lungo termine se il deficit pubblico dovesse continuare ad aumentare. Sui mercati valutari, poi, il real sta perdendo terreno e questo non fa che aumentare l’inflazione. In questo contesto, la Banca Centrale è costretta a intervenire bruscamente inasprendo la sua politica monetaria per sostenere il real, evitare che l’inflazione diventi incontrollabile e scongiurare una grave crisi finanziaria: tutto questo anche se il prezzo da pagare è un forte rallentamento dell'attività economica. I prossimi mesi si preannunciano, dunque, turbolenti per i mercati finanziari brasiliani. Tu stanne lontano e vendi i bond in real se ancora non l’hai fatto. Per quanto riguarda i tassi d’interesse, infine, anche in questo caso non ci sono variazioni. Rimangono fermi a zero, quelli ufficiali, e a -0,5% quelli sui depositi e resteranno su questo livello, o inferiore, per tutto il tempo necessario, cioè fino a quando le attese sull’inflazione non saranno stabilmente ancorate all’obiettivo del 2%. Questo potrà comportare, secondo la stessa Bce, un periodo transitorio con un carovita superiore all’obiettivo del 2%. Passando ai prodotti consigliati, ti confermiamo i titoli da scegliere: uno tra Schroder ISF EURO Corp Bd A Acc e iShares € Corp. Bond BBB-BB per i bond societari e Amundi high yield liquid per quelli ad alto rendimento.
USA: ARRIVA L’ANNUNCIO?
Mercoledì 3 novembre, quindi proprio quando starai leggendo queste pagine, la Fed, la Banca centrale Usa, farà sapere le sue decisioni in fatto di politica monetaria. È sicuramente l’appuntamento più importante e quello più atteso per i mercati, data l’importanza della Fed come Banca centrale a livello mondiale, ma non solo: questa riunione di novembre è considerata come l’occasione per annunciare l’inizio del tapering. Il mercato è, infatti, oramai certo che la Fed inizierà a ridurre gli acquisti di titoli (il tapering, appunto). È solo questione di capire quando inizierà e questa riunione, o quella di dicembre, dissiperanno questo dubbio. Nel frattempo, nella settimana che ha preceduto la riunione della Fed, proprio riguardo all’economia Usa è uscito il dato preliminare del Pil del terzo trimestre, che ha mostrato un’economia in crescita del 2%, decisamente inferiore rispetto alle attese del 2,7%. Per quanto riguarda i bond in dollari Usa, i prodotti da scegliere sono sempre iShares $ Treasury Bond 3-7yr per i titoli di Stato Usa e uno a scelta tra AXA WF US Dynamic HY bonds A e iShares $ High Yield Corp Bond per i titoli ad alto rendimento.
SVEZIA: PIL SOPRA LE ATTESE
L’economia svedese corre più del previsto. Nel terzo trimestre, il Pil della Svezia è cresciuto su base annua dell’1,8%, mostrando un’accelerazione dallo 0,9% del periodo precedente e superando attese, che si attestavano a un +1,3%. Continua a puntare sulla corona svedese con il fondo Nordea 1 swedish short term bond.