Dollaro forte: che fare?

Dollaro forte: che fare?
Dollaro forte: che fare?
Il dollaro Usa si trova in un ottimo stato di forma dallo scorso maggio. Negli ultimi sei mesi ha saputo mettere su l’8% nei confronti dell’euro, raggiungendo così valori che non si vedevano dal luglio del 2020 (oggi ne bastano 1,129 per fare un euro). All'origine di questa rinnovata fiducia nei confronti del dollaro ci sono diversi fattori. Il primo è l’approvazione del piano infrastrutturale, dopo mesi di difficili dibattiti, che inietterà circa 1.000 miliardi di dollari nell'economia statunitense (sono circa 850 miliardi di euro). A questo si aggiungono i buoni dati macroeconomici pubblicati al di là dell'Atlantico, in particolare l’andamento delle vendite al dettaglio, che indicano una buona fiducia da parte dei consumatori. Sono tutti aspetti positivi che fanno presupporre che la crescita degli Stati Uniti sia (e possa continuare ad essere) sostenuta, cosa che rassicura gli investitori; e questo, a sua volta, si riflette sulle quotazioni del dollaro. Inoltre, il differenziale dei tassi di interesse tra gli Stati Uniti e la zona euro è in aumento. Il rendimento di un titolo di Stato decennale Usa è, infatti, salito dallo 0,69% all’1,48% negli ultimi sei mesi, mentre nella zona euro in media, tassi sono saliti, sempre per un decennale, da -0,2% a +0,26%.
TASSI DIVERGENTI
In grassetto sono riportati i rendimenti di un titolo decennale Usa, con la linea sottile sono invece rappresentati i rendimenti medi di un titolo decennale della zona euro. La differenza, soprattutto negli ultimi mesi, si è allargata.
A differenza degli Usa, il dato sui rendimenti della zona euro è solo una media. I tassi si sono mossi in modo diverso tra i Paesi negli ultimi 6 mesi. Ecco come:
Italia: +0,04%
Francia: +0,15%
Germania: +0,17%
Spagna: -0,06%
Portogallo: -0,13%
Alla base di questa differente dinamica dei tassi c’è la politica monetaria. Preoccupata per l’impennata dell'inflazione, la Fed, la Banca centrale Usa, ha iniziato a ridurre gli stimoli monetari col tapering (a lato) e il programma di acquisti di titoli sarà completato intorno a metà 2022. Inoltre, quando gli acquisti di titoli giungeranno a zero, ci sarà il primo rialzo dei tassi. Tutto questo potrebbe essere anticipato: preoccupata che l’alta inflazione sia più duratura del previsto, la Fed potrebbe accelerare nella stretta (vedi pagina 11-12). Nella zona euro, invece, la Bce ha fatto sapere che non ci saranno rialzi dei tassi per tutto il 2022. Per questo il dollaro Usa rimane nei nostri portafogli, ma ricorda sempre che consigliamo i bond ad alto rendimento e i titoli di Stato, mentre i bond societari sono da vendere (su AF 1427 trovi i motivi di questo consiglio). Inoltre, i prodotti che ti consigliamo, puntando su obbligazioni con duration non superiore ai 5 anni, sono già allineati alle prospettive di un rialzo dei tassi.
Il tapering è la progressiva riduzione degli acquisti di titoli da parte della Banca centrale, fino ad arrivare a zero.
Come impattano, invece, queste prospettive sulle speculazioni che abbiamo consigliato sui prodotti che puntano su obbligazioni in dollari? Primo: siccome sono quotati in euro, ma investono in bond in dollari, la crescita della valuta Usa sostiene i prezzi di questi prodotti. Per quanto riguarda l’Etf Ishares $ Floating Rate Ucits (4,41 euro; Isin IE00BZ048462) puntando su bond a tasso variabile in dollari Usa, potrà inoltre beneficiare del rialzo dei tassi americani. Per i bond a tasso variabile le cedole aumentano quando i tassi salgono (e viceversa), quindi il loro rendimento aumenta e tu puoi guadagnare di più. Quanto guadagnerai e in quanto tempo dipenderà dalla dinamica dei tassi Usa. Se questi saliranno poco, il guadagno sarà basso. Se aumenteranno, ma lentamente, ci vorrà tempo perché diventino elevati. Dal primo consiglio su AF 1424 l’Etf ha messo su il 4,4% (e il 3,4% dal secondo dato su AF 1427). Date le prospettive sui tassi Usa, puoi ancora acquistare – sempre e solo in chiave speculativa - questo Etf se ancora non l’hai fatto.
Se investi seguendo i nostri portafogli, dunque con un’ottica di lungo periodo, sei già allineato a un aumento dei tassi perché il tuo orizzonte temporale d’investimento è maggiore della duration (scopri qui cos’è) del prodotto su cui ti consigliamo di investire. Anzi, in un contesto di tassi in aumento può essere addirittura vantaggioso. Infatti, man mano che i bond contenuti nel fondo o Etf in tuo possesso vanno a scadenza, vengono rimpiazzati con altri che renderanno di più rispetto ai precedenti, perché nel frattempo i rendimenti si sono alzati. Per cui, col passare del tempo, nel tuo fondo o Etf ci saranno in misura sempre maggiore bond che pagano di più, aumentando il rendimento del tuo investimento.
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