La Fed inizia ad aiutare un po’ meno

Obbligazioni
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La Fed, la Banca centrale americana, ha annunciato che già da questo mese inizierà il tapering, cioè la riduzione progressiva degli acquisti di titoli. Da novembre comprerà 15 miliardi in meno e se questo ritmo dovesse essere mantenuto ogni mese, gli acquisti di titoli si concluderanno entro la metà del 2022: ed è proprio quello il momento in cui il mercato si attende il primo rialzo dei tassi d’interesse. Il costo del denaro, infatti, è stato lasciato invariato, perché l’inflazione è ancora ritenuta transitoria, principalmente dovuta a squilibri tra domanda e offerta e dalle strozzature nelle forniture di materie prime, che sono durate più a lungo di quanto previsto. Quanto allo stato di salute dell’economia a stelle e strisce, il rallentamento del Pil del 3° trimestre è stato imputato all’aumento dei casi di Covid-19 nell’estate, ma già per il 4° trimestre ci si aspetta un’accelerazione della crescita. Infatti, durante la pandemia le famiglie hanno risparmiato molto – vedi grafico – e dunque oggi si ritrovano ad avere una maggiore capacità di spesa. Inoltre, i dati della settimana scorsa mostrano come la crescita del settore manifatturiero si sta estendendo anche a quello dei servizi e questo fa presupporre che anche il Pil di questo quarto trimestre sarà in crescita.
I RISPARMI DEGLI AMERICANI
Il risparmio negli Usa è sui massimi storici sia in termini assoluti (linea in grassetto; scala sinistra), sia in rapporto al reddito disponibile (linea sottile; scala destra).
Manifattura e servizi in ripresa
La linea in grassetto (scala sinistra) rappresenta l’indice manifatturiero Usa, quella sottile (scala destra) l’indice dei servizi. Entrambi sono sopra quota 50, livello sopra al quale significa che si è in una fase di espansione.
Il tapering è dunque scollegato dai tassi d’interesse per un preciso motivo. La riduzione degli acquisti è dovuta al fatto che l’economia si sta riprendendo: non è ancora uscita completamente dalla crisi, ma è in una situazione in cui gli aiuti monetari possono iniziare ad essere un po’ meno generosi. I tassi non sono stati toccati, invece, perché l’inflazione è considerata transitoria e perché l’economia non è ancora totalmente fuori dalle difficoltà: la stessa Fed ha detto di non voler alzare ora i tassi per dare il tempo al mercato del lavoro di riprendersi completamente. Il dollaro la scorsa settimana ha reagito con un +0,3% (ne servono 1,152 per un euro) e puoi puntarci investendo, a seconda del portafoglio da te replicato – li trovi tutti alle pagine 14-15, su titoli di Stato o bond ad alto rendimento.
Sono confermati all’acquisto anche lo yen giapponese (+1,3%; 130,98 per un euro), la corona svedese (+0,4%; 9,90 per un euro) e lo yuan cinese (+1%; 7,37 per un euro). I prodotti da scegliere sono, rispettivamente, Ubs Japan treasury 1-3y (+0,6%), Nordea 1 swedish short term bond (+0,4%) e iShares China CNY Bond ucits (+0,9%).
Per i titoli di Stato Usa il prodotto da scegliere è iShares $ Treasury Bond 3-7yr (+0,6%) e uno a scelta tra AXA WF US Dynamic HY bonds A (+0,7%) e iShares $ High Yield Corp Bond (+0,8%) per i titoli ad alto rendimento.
NORVEGIA: A DICEMBRE ALTRO RIALZO
Anche la Banca centrale norvegese si è riunita la scorsa settimana, lasciando i tassi invariati allo 0,25% dopo il rialzo operato a settembre. Si tratta solo di una pausa: per la riunione di dicembre, infatti, la stessa Banca norvegese prospetta un secondo rialzo nel costo del denaro e ne ha pianificati tre per il 2022. L’economia norvegese si è infatti ripresa fortemente dalla pandemia, sia grazie alla fine delle restrizioni, sia grazie al forte aumento dei prezzi del petrolio e del gas, di cui la Norvegia è un forte esportatore. La corona norvegese ha tirato il fiato la scorsa settimana (-1,4%, ne servono 9,89 per fare un euro) dopo i rialzi degli ultimi mesi, ma rimane all’acquisto in tutti e tre i nostri portafogli con il fondo Nordea 1 norwegian bond Bp (-0,8%).
FIAMMATA SPREAD, MA DURA POCO
Lo spread italiano ha conosciuto giorni di rialzi (precisamente tra mercoledì 27/10 e lunedì 1° novembre), arrivando a toccare quota 135 punti. In realtà la fiammata è durata poco, visto che è progressivamente sceso e ha chiuso a quota 115,1 punti lo scorso venerdì. Si trova, dunque, allo stesso livello dello scorso maggio o di inizio anno e non distante dalla media degli ultimi sei mesi (attorno ai 105 punti). E non è tutto. Guardando ai rendimenti, in realtà, quelli dei BTp, dopo un rialzo, sono tornati sullo stesso livello del 27/10. Il rialzo dello spread è, quindi, dovuto ad un calo dei rendimenti del Bund (-0,1%). Dato che i rendimenti dei BTp alla fine sono tornati sui livelli di due settimane fa, i nostri titoli di Stato non sono da acquistare – qui a lato ti diciamo invece cosa fare con il nuovo BTp Futura. Per i tuoi investimenti in euro continua a scegliere, a seconda del portafoglio che replichi, bond societari o ad alto rendimento.
Lo spread è quanto paga in più un BTp decennale rispetto al Bund tedesco di pari durata.
Per i bond societari in euro puoi scegliere uno tra Schroder ISF EURO Corp Bd A Acc (+0,8%) e iShares € Corp. Bond BBB-BB (+0,8%). Per i bond ad alto rendimento compra Amundi high yield liquid (+0,7%).
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