È tempo di ridurre
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Nello scorso numero di Altroconsumo Finanza ti avevamo presentato le attese sulle decisioni delle diverse Banche centrali. Le cose sono andate quasi interamente in linea con quanto atteso e il quadro che ne emerge è chiaro: è il tempo di iniziare a ridurre gli stimoli monetari.
FED: TAPERING più VELOCE E Più aumenti dei tassi
La prima in ordine di tempo a riunirsi, e forse anche la più attesa di tutte, è stata la Fed, la Banca centrale Usa. Con un’inflazione che ha raggiunto il 6,8% e che rimarrà alta per un periodo più lungo del previsto, tanto che la Fed ha rivisto al rialzo le stime per il carovita - vedi a lato, la mossa di politica monetaria annunciata è stata quella di velocizzare l’uscita dagli stimoli monetari. La Banca centrale Usa ha, infatti, deciso di raddoppiare la velocità di riduzione del tapering: gli acquisti saranno ridotti di 30 miliardi al mese e si concluderanno a marzo, tre mesi prima della scadenza di giugno 2022 precedentemente annunciata.
A quel punto sarà il momento per il rialzo dei tassi. Ora le attese della Fed sono per un livello dei tassi a fine 2022 compreso tra lo 0,75% e l’1%, contro lo 0,25% di settembre. Tradotto, significa che le previsioni sono per tre rialzi nei tassi d’interesse, contro un solo rialzo previsto tre mesi fa. Insomma, l’inflazione a stelle e strisce ha portato la Fed a rivedere di molto le sue mosse e ora il rialzo nei tassi non è solo sempre più vicino, ma anche più intenso. Prima di questa riunione il mercato si attendeva un rialzo nei tassi a giugno 2022, mentre ora si aspetta il primo rialzo a maggio.
Con le sue decisioni la Fed ha, però, lanciato un messaggio chiaro: rimane attenta e flessibile e sa come adattarsi alle circostanze. Inoltre, combatterà l’inflazione, e lo farà senza causare troppi danni e tenendo d’occhio la crescita dell’economia statunitense ed evitando di creare turbolenze sui mercati. Al momento sembra riuscirci: i tassi sui titoli di Stato Usa sono scesi non appena la Fed ha comunicato la sua decisione, il che è sintomo di una certa tranquillità dei mercati per il futuro.
Il dollaro, che già scontava una politica monetaria più restrittiva e aveva già corso nei mesi scorsi, ha invece reagito con un -0,5% (ne servono 1,13 per fare un euro). Per quanto riguarda i prodotti da acquistare, ti confermiamo iShares $ Treasury Bond 3-7yr (+0,6%), AXA WF US Dynamic HY bonds A (-0,4%) e iShares $ High Yield Corp Bond (+0,4%): la scadenza dei bond su cui puntano è coerente con un contesto di rialzo dei tassi.
La Fed ha rivisto le stime sull’inflazione: 2,6% nel 2022 (dal 2,2% indicato a settembre) e 2,3% nel 2023 (a settembre indicava un 2,2%). Anche le attese sui tassi per il 2023 e il 2024 sono cambiate.
TAPERING ANCHE IN EUROPA…
In Europa la Bce non ha toccato i tassi (sono a zero quelli ufficiali e a -0,5% quelli sui depositi), ma l’Istituto di Francoforte ritiene che i progressi nella ripresa economica e verso il suo obiettivo di inflazione consentano una graduale riduzione del ritmo degli acquisti di titoli nei prossimi mesi.
Nel dettaglio, il piano di acquisto di titoli pandemico, il cosiddetto PEPP, cesserà alla fine di marzo 2022. Di conseguenza, da gennaio i nuovi acquisti di titoli verranno progressivamente ridotti per arrivare a zero, appunto, a fine marzo. Se è stata annunciata la fine dei nuovi acquisti, la Bce ha, però, come contraltare, allungato fino alla fine del 2024 il periodo di reinvestimento di tutti i titoli acquistati nell’ambito del PEPP e che arriveranno man mano a scadenza.
A fianco del PEPP, la Bce aveva anche un altro programma di acquisti di titoli (quello chiamato APP che è il quantitative easing classico); tenendo conto della decisione di iniziare la riduzione del PEPP, a Francoforte hanno deciso di mettere mano anche a questo piano. La Bce ha, infatti, deciso che acquisterà 40 miliardi di euro ogni mese nel secondo trimestre del 2022 e 30 miliardi di euro nel terzo trimestre. Si tratta, in pratica, di un aumento, visto che ora ne compra 20 miliardi ogni mese. A partire da ottobre 2022, gli acquisti torneranno a un ritmo mensile di 20 miliardi di euro e così resteranno per tutto il tempo necessario. Non c’è, insomma, una data di scadenza per questo piano di acquisto: la Bce ha detto solo che termineranno poco prima di iniziare ad aumentare i tassi di interesse. Ma già questa è un’indicazione molto importante: siccome almeno fino alla fine del 2022 gli acquisti di titoli non termineranno, significa che i tassi ufficiali non saranno toccati per tutto il prossimo anno. Se ne parlerà nel 2023. Non c’è una data di scadenza neppure per il reinvestimento dei titoli che andranno in scadenza: continuerà per un lungo periodo di tempo oltre la data di inizio dell’aumento del costo del denaro. La reazione sui mercati, anche in questo caso, è stata misurata, come testimoniano gli andamenti dei prodotti consigliati (+0,2% iShares € Corp. Bond BBB-BB, mentre Schroder ISF EURO Corp Bd A Acc e Amundi high yield liquid sono rimasti invariati).
La Banca centrale svizzera ha lasciato i tassi invariati a -0,75% e ha ribadito la disponibilità a procedere a interventi sul mercato dei cambi per bloccare le spinte al rialzo sul franco. La valuta elvetica, infatti, viene sempre considerata "con una valutazione elevata" sui mercati. Non investire su bond in franchi svizzeri.
La Bce alza le stime sui prezzi
Anche la Banca centrale europea è stata costretta ad alzare le stime sull’inflazione, così come ha messo mano a quelle sul Pil.
…E INIZIA ANCHE IN GIAPPONE (IN PARTE)
La Banca centrale del Giappone ha lasciato invariati i tassi a -0,1%, così come conferma l’obiettivo di tenere fissi attorno allo zero i rendimenti dei titoli di Stato decennali. Tenendo, tuttavia, conto anche delle mosse delle altre Banche centrali, a Tokio hanno annunciato che inizieranno a ridurre le misure anti-pandemia. A partire dal prossimo aprile, la Bank of Japan ridurrà gradualmente gli acquisti di bond societari. Se la conferma dei tassi e gli acquisti di titoli di Stato erano attesi, questo tapering sui bond societari non era, invece, scontato. Sui mercati lo yen ha ceduto lo 0,1% (ce ne vogliono 128,28 per fare un euro), mentre Ubs Japan Treasury 1-3y ha messo su lo 0,1%.
Rimangono consigliate all’acquisto anche la corona svedese (-0,3%; 10,27 per un euro), con Nordea 1 swedish short term bond (-0,3%) e lo yuan cinese (-0,6%; 7,22 per un euro) con iShares China CNY Bond ucits (-0,9%). Sulla Cina, se lo hai perso, trovi un approfondimento su: www.altroconsumo.it/finanza/investire/mercati-e-valute/ultime-notizie/2021/12/cina.
LA NORVEGIA PROCEDE CON I RIALZI
La Norvegia ha già iniziato ad alzare i tassi e ci si attendeva un altro rialzo la scorsa settimana e così è stato: il costo del denaro è stato alzato da 0,25% a 0,5%, nonostante la Norvegia sia molto colpita dalla variante omicron e il Governo stia iniziando a introdurre nuove restrizioni. La Banca centrale norvegese non ha però messo mano alla sua visione sui tassi per il 2022: già per marzo è stato annunciato un nuovo rialzo e in tutto saranno tre gli incrementi il prossimo anno. La corona norvegese ha reagito con un -0,4% (ce ne vogliono 10,178 per fare un euro) e il fondo per puntarci rimane sempre Nordea 1 norwegian bond BP (-0,6%).
Non si alzano i tassi solo in Norvegia. Al fine di controllare l'inflazione, che è al suo livello più alto degli ultimi 10 anni, la Banca d'Inghilterra ha infatti scelto di aumentare, con una mossa a sorpresa, il costo del denaro. È la prima delle principali Banche centrali a farlo dall'inizio della pandemia.
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