In una settimana avara di dati macroeconomici, anche a causa delle ultime festività in giro per il mondo, non è mancato uno dei dati che più canalizzerà l'attenzione dei mercati in questo 2023 e cioè quello sull'inflazione. Si tratta del carovita di dicembre 2022 nella zona euro: la stima preliminare parla di un 9,6% annuo contro attese di un 9,7%, in calo dal dato di novembre che era al 10,1%. Per l’inflazione di fondo (cioè al netto di alcune componenti), non ci sono, invece, miglioramenti, anzi: dal 5% di novembre si è saliti al 5,2%. Come impatterà sulle decisioni della Bce?
Al momento, guardando ai dati che arrivano dai mercati, queste notizie sull’inflazione non cambiano le prospettive in fatto di politica monetaria attesa. Guardando alle attese dei mercati sull’andamento del tasso Euribor a 3 mesi, a giugno si dovrebbe raggiungere un picco del 3,5%. Contando che oggi l’Euribor a 3 mesi è al 2,25%, significa un potenziale rialzo atteso dell’1,25%, che è coerente con la previsione – di cui ti abbiamo parlato sul n° 1492 – di tassi Bce che in questo 2023 arriveranno tra il 3,75% e il 4% (oggi siamo al 2,5%).
zona euro continui a mandar segnali di rallentamento. L’indice Pmi composito, che tiene conto sia della manifattura, sia dei servizi, a dicembre ha registrato un valore inferiore a 50 punti mostrando così, per il sesto mese consecutivo, una fase di contrazione. Con questi dati, dunque, è difficile che il quarto trimestre del 2022 non mostri un Pil in territorio negativo, per poi intaccare anche il primo trimestre del 2023, sancendo così l’entrata in recessione. Per quanto riguarda i bond, sono confermati in portafoglio. Per i prodotti, continua a puntare su un mix di BTp e altri titoli di Stato della zona euro. In alternativa, puoi scegliere l’Etf Xtrackers II iBoxx Eurzn Gv Bd YP 1-3 (+0,4%).
FED: “NON ILLUDETEVI”
Dai verbali della sua ultima riunione la Fed ha lanciato un chiaro messaggio al mercato, se mai quanto detto negli ultimi tempi non fosse sufficientemente chiaro: nessuno si faccia illusioni per il 2023. I tassi non saranno assolutamente tagliati: non bisogna interpretare l’ultimo rialzo dei tassi deciso dalla Fed, pari allo 0,5% rispetto ai precedenti 0,75%, come un segnale di allentamento. Tutt’altro. I tassi continueranno a essere alzati nel 2023 e, soprattutto, rimarranno su livelli elevati per un prolungato periodo di tempo. Una Fed che continuerà ad alzare il costo del denaro quest’anno è quanto ti abbiamo anticipato nel n° 1493: li alzerà fino a un intervallo compreso tra il 5% e il 5,25% (oggi siamo tra il 4,25% e il 4,5%). Tutto questo perché i prezzi, benché abbiano rallentato la loro corsa al 7,1% da oltre il 9% della scorsa estate, rimangono ancora troppo alti e non c’è un chiaro segnale di un ritorno al 2% obiettivo.
Passando invece allo stato di salute dell’economia, i verbali raccontano di una Fed che continua a vedere un mercato del lavoro in salute, mentre l'attività economica è prevista ancora in crescita, seppur a un passo indebolito. I dati provenienti dall’indice Ism sembrano andare in questa direzione. L’Ism manifatturiero a dicembre ha fatto segnare per la seconda volta consecutiva una contrazione, prolungando così il suo andamento in calo che dura da diversi mesi. E anche l’Ism dei servizi ha mostrato, per la prima volta, un dato sotto 50 punti, calando dai 56,5 punti di novembre ai 49,6 di dicembre. Puoi comprare, per i titoli di Stato Usa, l’Etf iShares $ treasury 1-3y acc B (+0,3%) e, per i titoli ad alto rendimento, un prodotto a scelta tra AXA WF US Dynamic HY bonds A (+4,2%) oppure iShares $ High Yield Corp Bond (+3,1%).