Fed e Bce hanno parlato…
Le decisioni di Fed e Bce
Le decisioni di Fed e Bce
Come ampiamente atteso, ed anticipato, la Fed, la Banca centrale Usa, ha alzato i tassi di interesse dello 0,25% portandoli così in un intervallo compreso tra il 4,50% e il 4,75%, ai massimi dal 2007. La Fed ha segnalato l’intenzione di procedere con “un paio” di altri rialzi. Dunque, i tassi potrebbero ancora salire in tutto di uno 0,5%, arrivando a un valore compreso tra il 5% e il 5,25%. Si tratta di un livello in linea con quello comunicato dalla Fed a dicembre, ma leggermente superiore a quello scontato dai mercati, che prevedevano un massimo del 5%. Secondo la Banca centrale Usa, infatti, l'inflazione ha rallentato la corsa, ma resta elevata e per questo gli attuali rialzi dei tassi sono appropriati. Non solo. Se l’economia procederà secondo le attese, per la Fed non sarà corretto tagliare i tassi in questo 2023. È una visione coerente con quanto affermato nelle riunioni precedenti: finito il ciclo di rialzi dei tassi, il costo del denaro dovrà rimanere su livelli restrittivi per un prolungato periodo di tempo per sconfiggere l’alta inflazione e riportarla al 2%. Dopo tutto, l’inflazione resta alta e servono maggiori prove per dire che sia stabilmente in discesa. Ed è proprio la maggiore velocità con cui l’inflazione sta scendendo che aveva fatto pensare ai mercati che dopo un rialzo in questa riunione e in quella di marzo non ci sarebbero più stati ritocchi. La stessa Fed ha ammesso che i mercati hanno delle attese diverse in fatto di costo del denaro; tuttavia, l’annuncio di altri due rialzi e poi anche di una stabilità nel costo del denaro per tutto il resto del 2023 riduce le incertezze su cosa succederà. Date queste prospettive, in termini di tassi, Pil ed inflazione, confermiamo tutti gli investimenti in dollari nei nostri portafogli.
Anche la Banca centrale brasiliana ha rispettato le attese e ha lasciato i tassi invariati al 13,75%. La decisione nasce dalla necessità di rimanere vigile sulla lotta al carovita, su cui pesano diversi rischi. Quelli per un rialzo sono rappresentati da un maggior perdurare delle pressioni inflazionistiche globali e dall'incertezza sul futuro quadro fiscale del Paese e sugli stimoli a sostegno della domanda aggregata. Quelli per un ribasso sono, invece, un'ulteriore riduzione dei prezzi delle materie prime e una decelerazione maggiore del previsto dell'attività economica globale, anche se per il Fmi questo rischio sembra ridursi. Tenendo conto di tutto ciò, la Banca centrale stima un’inflazione al 5,6% per il 2023 e al 3,6% per il 2024. Anche per il real brasiliano è tutto confermato: rimane all’acquisto.
Nel n° 1496 ti avevamo presentato le attese di mercato sui tassi della zona euro, con una previsione di un rialzo dello 0,5% nella riunione della scorsa settimana e di un altro rialzo, sempre dello 0,5%, a marzo. Le cose sono andate proprio così. La Bce ha, infatti, alzato i tassi dello 0,5% e ha anche annunciato che un altro rialzo dello 0,5% arriverà a marzo. L’Istituto di Francoforte non è andato oltre marzo nel dare indicazioni sui tassi, limitandosi a dire che le successive decisioni saranno figlie dei dati e del contesto. Dunque, l’ipotesi dei mercati che i tassi nella zona euro potranno arrivare al 4% - oggi sono al 3% e a marzo saranno al 3,5% - è tutt’ora valida e realizzabile.
Dal 1° marzo, come annunciato già a dicembre, la Bce inizierà a ridurre il reinvestimento dei titoli, comprati durante i piani di acquisti passati, che andranno man mano in scadenza. Si inizia con una riduzione di 15 miliardi di euro al mese fino alla fine di giugno 2023, poi si vedrà. I titoli acquistati durante il piano anti-pandemico, invece, saranno reinvestiti fino almeno alla fine del 2024. Si confermano, dunque, le attese di mercato: per cui, anche in questo caso la strategia sui bond della zona euro rimane la stessa.
LE DECISIONI INGLESI
La Bank of England (BoE), la Banca centrale inglese, ha rispettato le attese di mercato, portando i tassi d’interesse al 4% dal precedente 3,5%. La BoE ha comunicato che l’inflazione sta iniziando a diminuire e nel resto dell’anno potrà addirittura calare in maniera brusca, tanto che per fine 2023 l’inflazione è vista attestarsi al 4%. Tenendo conto, però, della situazione del mercato del lavoro e della dinamica salariale, l’inflazione di fondo potrebbe rimanere elevata a lungo. Qui trovi un approfondimento sull’economia britannica.
SVEZIA: PIL FRENA A FINE 2022
In Svezia il Pil del quarto trimestre ha mostrato un calo dello 0,6% rispetto allo stesso trimestre del 2021 e rispetto al trimestre precedente. Il dato annuale è così nettamente sotto le attese di mercato (+1,2%) e sul risultato ha pesato fortemente il -1,8% mensile del Pil di dicembre. Nonostante ciò, la crescita realizzata in tutto il 2022 rispetto all'anno precedente è pari al 2,4%. L’andamento dell’economia svedese nel 2022 nel suo complesso è stato leggermente superiore alla media storica osservata negli ultimi decenni, ma ciò si spiega principalmente con la bassa attività economica durante la prima metà del 2021, piuttosto che con un netto aumento del Pil durante il 2022. Pur con un finale d’anno in rallentamento, per la riunione di questa settimana della Riksbank, la Banca centrale svedese, le attese di mercato sono di un rialzo dei tassi dal 2,5% al 2,75%. Dopo tutto, l’ultimo dato sul carovita svedese di dicembre parlava di un 12,3% annuo, addirittura in salita dall’11,5% del mese precedente. A differenza di quanto accade in altre zone, come Usa ed eurozona, l’inflazione non ha ancora mostrato segni di rallentamento. Tutto confermato anche per la corona svedese.
I CONSIGLI PRATICI
Non solo sono confermati i consigli sulle valute, ma anche i prodotti con cui puntarci.
Corona norvegese:
Nordea 1 norw. bond BP (-1,6%)
Corona svedese:
Nordea 1 swed. sh. term (-0,8%)
Yen giapponese:
Ubs Japan Treasury 1-3y (-0,6%)
Yuan cinese:
iShares China CNY Bond (invariato)
Real brasiliano:
HSBC GIF Brazil Bond AC (-1,3%)
Bond zona euro:
Xtrackers II iBoxx Eurzn Gv Bd YP 1-3 (+0,2%)
Bond alto rendimento Usa:
iShares $ High Yield Corp Bond (+1,3) o AXA WF US Dynamic HY bonds A (+0,6%)
Titoli di Stato Usa:
iShares $ tre. 1-3y acc B (+0,1%).
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