La strada è ancora in salita…

La settimana sui mercati obbligazionari
La settimana sui mercati obbligazionari
Il carovita a stelle e strisce è risultato più alto delle attese a gennaio. L'inflazione risulta, infatti, al 6,4% annuo: in calo rispetto al dato precedente, visto che a dicembre era al 6,5%, ma la diminuzione è inferiore alle attese, che puntavano su un carovita al 6,2% annuo. Un discorso simile si può fare con l'inflazione di fondo che è risultata in calo dal 5,7% al 5,6%, ma meno delle attese che puntavano a un 5,5%. Questi dati confermano quanto va ripetendo la Fed da diverso tempo: l'inflazione è ancora alta e non è ancora sconfitta. Ci vorrà del tempo affinché il carovita scenda in maniera decisa verso l'obiettivo del 2% e quindi è necessario continuare ad alzare i tassi. Sono, perciò, confermate le attese di altri due rialzi dei tassi nelle prossime due riunioni della Fed e per tutto il 2023 non sono sicuramente previsti tagli. Significa che i tassi, una volta arrivati in un intervallo tra il 5 e il 5,25%, rimarranno su quei livelli per un prolungato periodo di tempo, esattamente come va ripetendo la Fed. Per i bond ad alto rendimento Usa puoi acquistare uno a scelta tra iShares $ High Yield Corp Bond (-0,7%) o AXA WF US Dynamic HY bonds A (-0,6%), mentre per i titoli di Stato Usa punta su iShares $ treasury 1-3y acc B (invariato).
EUROZONA: CRESCITA MIGLIORE E MENO INFLAZIONE
L’eurozona è cresciuta nel quarto trimestre dello 0,1% negli ultimi tre mesi del 2022, rispetto al +0,3% del terzo trimestre, rispettando le attese. I dati confermano le previsioni di un rallentamento dell’economia di eurolandia, certificato anche dai dati annuali (+1,9% dal +2,3% del periodo luglio-settembre), ma mostrano anche che l’economia della zona euro non entrerà in una fase di recessione tecnica che era stata prevista per l’ultimo trimestre 2022 e il primo del 2023. Sempre in tema di crescita, come già nelle settimane scorse con il Fondo monetario internazionale, la Commissione Europea ha riviste al rialzo le stime per la crescita. Ora stima un +0,9% per il 2023 rispetto al +0,3% ipotizzato nelle stime di novembre e un +1,5% nel 2024. Contestualmente, sono state abbassate le stime per l'inflazione: ora si prevede un rallentamento dall'8,4% del 2022 al 5,6% nel 2023 contro il 6,1% delle precedenti stime, e al 2,5% nel 2024 dal 2,6% precedente. Non bisogna, però, illudersi che questo modifichi l’impostazione della Bce. Per l’Italia le stime di crescita del Pil 2023 sono state alzate dallo 0,3% allo 0,8%, mentre quelle per il 2024 sono state limate da +1,1% a +1%. Per quanto riguarda l’inflazione, le stime parlano di un +6,1% nel 2023 (prima +6,6%) e +2,6% nel 2024 (prima +2,1%).
Dall’Istituto di Francoforte fanno sapere che la Bce potrebbe portare i tassi oltre il 3,5% e che non li taglierà di nuovo quest'anno, nel tentativo di riportare l'inflazione all'interno dell’obiettivo del 2%. I mercati considerano anche la possibilità che arrivino al 4%. Sono aspettative che già stimiamo da tempo, per cui confermiamo il consiglio sui bond ad alto rendimento con Xtrackers II eur High Yield Corporate Bond 1D (-0,2%), così come rimangono all’acquisto i bond zona euro, intesi come titoli di Stato con Xtrackers II iBoxx Eurzn Gv Bd YP 1-3 (invariato) o con un mix di BTp e altri titoli di Stato della zona euro.
GIAPPONE: CRESCITA LENTA E DELUDENTE
Pur mostrando una timida crescita, il Pil del Giappone ha deluso le attese nel quarto trimestre del 2022. L'economia giapponese è, infatti, cresciuta dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, deludendo le attese di un +0,5%. Su questo risultato hanno influito positivamente i consumi delle famiglie (+0,5% - come da attese), dato che la spesa per i servizi ha goduto del sostegno dei sussidi governativi. Un contributo positivo è arrivato anche dagli scambi con l’estero (+0,3%, seppur sotto le attese di +0,4%) grazie ad un contestuale recupero delle esportazioni e al calo delle importazioni. Per l’intero 2022 il Pil giapponese è, così, cresciuto dell’1,1%. Dopo la riduzione del peso dello yen giapponese nei nostri portafogli (vedi n° 1498), lo yen è comunque confermato e il prodotto da scegliere è sempre Ubs Japan Treasury 1-3y (-2%).
Infine, per Svezia, Norvegia, Brasile e Cina la scorsa settimana è stata avara di notizie dalle rispettive economie. Rimangono, di conseguenza, confermati i consigli sulle rispettive valute e sui prodotti da acquistare.
Corona svedese:
Nordea 1 swedish short term (-0,2%)
Yuan cinese
iShares China CNY Bond ucits (-0,6%)
Corona norvegese
Nordea 1 norwegian bond BP (-2%)
Real brasiliano:
HSBC GIF Brazil Bond AC USD (+2,3%)
Attendi, stiamo caricando il contenuto