La settimana delle obbligazioni: tassi? Meglio dopo che prima!

La settimana delle obbligazioni
La settimana delle obbligazioni
In settimana sono arrivate molte indicazioni provenienti dai verbali delle ultime riunioni della Fed e della Banca centrale europea, ma l’aspetto più curioso è quello per cui, pur con le dovute specificità legate alle diverse zone geografiche e situazioni economiche, Fed e Bce sembrano allineate nel credere più pericoloso tagliare i tassi in anticipo anziché in ritardo.
Per quanto riguarda la Fed, si può dire che non c'è ancora un'idea precisa, ma neppure un'ipotesi, di una data in cui i tassi di interesse potrebbero essere tagliati. C'è maggior chiarezza sul fatto che oramai il costo del denaro è al suo picco, così come è certo che prima di iniziare a tagliare i tassi si vogliono vedere maggiori prove che l’inflazione sia saldamente sulla buona strada verso il 2%. C'è poi un'altra certezza alla Fed: si considerano maggiori i rischi di tagliare i tassi troppo presto, perché questo potrebbe rallentare o rovinare i piani per riportare l'obiettivo dell'inflazione al 2%, rispetto ai rischi di ritardare un taglio del costo del denaro. Questo perché anche se si aspettasse una riunione in più, quindi circa un mese e mezzo, per abbassare i tassi, l'economia Usa ha dimostrato di essere resiliente e di resistere bene al più elevato costo del denaro.
I verbali della Banca centrale europea mostrano, come detto, che anche a Francoforte si teme di sbagliare con la tempistica sui tassi e soprattutto si ritiene molto più pericoloso affrettare la riduzione del costo del denaro. Tagliare i tassi in anticipo vorrebbe dire rischiare di vanificare tutti gli sforzi fatti in questi mesi e di far risalire l'inflazione, ritardando, e rendendo più difficile, il raggiungimento dell’obiettivo del 2%. Questo comporterebbe due danni. Il primo sarebbe nei confronti dell'economia, perché aumenterebbe il periodo di inflazione elevata, con le inevitabili ricadute sul potere d'acquisto delle famiglie. Il secondo sarebbe di tipo reputazionale per la Banca centrale europea. La reputazione di una Banca centrale è fondamentale affinché le sue decisioni siano ritenute credibili dal mercato: in assenza di credibilità, l’operato di una Banca centrale rischia di diventare inefficace. Per questo, a Francoforte non hanno fretta di iniziare a tagliare i tassi di interesse, ma continuano a predicare pazienza e perseveranza nella conduzione della politica monetaria. Devono essere i dati a dimostrare che c'è spazio per poter tagliare il costo del denaro.
CINA: TASSI TAGLIATI
La Cina ha deciso di abbassare i tassi d’interesse, facendolo anche più delle attese. Il tasso sui prestiti a 5 anni, riferimento per i mutui, è stato portato al 3,95%. Si tratta di un dato nettamente più elevato rispetto a quanto preventivato dalle attese, visto che i mercati prevedevano una riduzione da 4,2% a 4,1%. Inoltre, si è trattato del primo taglio da giugno e della più grande riduzione dal 2019. La mossa è dettata dalla volontà della Banca centrale di dare nuova linfa al settore immobiliare, in forte difficoltà. Non sembra, però, una mossa sufficiente, tanto che da più parti si chiedono ulteriori tagli anche agli altri tassi, per esempio il tasso sui prestiti a un anno è stato tenuto fermo al 3,45%. I più critici, poi, sostengono che questa mossa sia arrivata troppo tardi, tanto che la debolezza del settore immobiliare si è estesa alla domanda interna.
COME VANNO I PRODOTTI?
Ubs Japan Treasury 1-3y (-0,6%)
Nordea 1 norwegian bond BP (-0,4%); Wisdomtree Long Nok Short Eur (-0,7%)
iShares $ High Yield Corp Bond (invariato)
HSBC GIF Brazil Bond AC USD (-1%)
Xtrackers II High Yield Corporate Bond 1D (+0,4% considerando il dividendo)
iShares China CNY Bond (+0,1%)
Vanguard USD Treasury Bond Ucits Etf Dis (-0,1% considerando il dividendo)
Xtrackers II US Treasuries Ucits Etf 1D (-0,1%)
Ishares Eu Govt Bond 5-7y Ucits Etf Dist (+0,2%)
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