La settimana delle obbligazioni: c’è chi si avvicina a tagliare…

La settimana delle obbligazioni: altroconsumo investi 1522
La settimana delle obbligazioni: altroconsumo investi 1522
Le riunioni delle Banche centrali della scorsa settimana hanno visto confermare le rispettive posizioni che gli istituti monetari mondiali stanno tenendo da un po’ di mesi a questa parte. Ad oggi, quindi, anche le prospettive per le future mosse rimangono invariate e, in generale, le decisioni della settimana scorsa hanno portato conferme ulteriori su come evolveranno le politiche monetarie nei prossimi mesi. Tra tutte, la riunione della Fed, per l’importanza di questa Banca a livello mondiale, e quella della Bank of Japan, per la storicità della decisione, sono state quelle che più hanno catalizzato le attenzioni.
FED: L’ECONOMIA REGGE I TASSI ALTI
Nella sua riunione la Fed ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita per l’economia Usa, che crescerà più di quanto precedentemente stimato: le paure per una recessione Usa, oramai, sembrano acqua passata. Per questo gli Stati Uniti possono permettersi tassi un po’ più alti per tenere sotto controllo l’inflazione e così, se la Fed ha confermato tre tagli dei tassi d’interesse per quest’anno, ha però ridotto da 4 a 3 quelli previsti per il 2025. In conclusione, l’immagine delineata dalla Fed in questa riunione è di un’economia americana che cresce, che non deve spaventarsi di tassi un po’ più alti, ma che comunque saranno tagliati in questo 2024 a partire dall’estate. I mercati hanno reagito aumentando, da poco più del 50% al 75%, le probabilità di un taglio dei tassi a giugno.
GIAPPONE: SAYONARA TASSI NEGATIVI
In Giappone è finita l’era dei tassi negativi – era l’ultima Banca centrale ad averli ancora – con la Bank of Japan che ha portato i tassi tra lo 0% e lo 0,1%. La BoJ ha, inoltre, abbandonato il controllo della curva dei rendimenti, attraverso cui manteneva entro una certa soglia il rendimento del titolo di Stato decennale, impegnandosi a continuare ad acquistare titoli di Stato a lungo termine secondo necessità (quindi senza parametri o condizioni predefiniti come in precedenza). La Banca centrale giapponese ha, poi, deciso di concludere gli acquisti di fondi negoziati in Borsa. Sono dunque arrivate al capolinea le politiche ultra-espansive, ma bisogna fare attenzione: i tassi sono comunque su livelli molto bassi e di conseguenza in Giappone la politica monetaria è comunque espansiva, a differenza del resto del mondo. Non inizia, inoltre, un ciclo di rialzi dei tassi come è avvenuto in Europa e negli Usa. Le scelte future dipenderanno dai dati, ma ad oggi non ci sono in vista ulteriori rialzi nei prossimi mesi. Semmai, non può essere escluso un altro rialzo verso la fine dell’anno.
BRASILE: ALTRO TAGLIO
La Banca centrale brasiliana ha tagliato i tassi dello 0,5%, portandoli al 10,75%, e ha annunciato un altro taglio dello 0,5% nella prossima riunione per poi rallentare a tagli dello 0,25% nelle successive: tutto come da copione e come anticipato sul n° 1551. L’inflazione è prevista al 3,5% annuo a dicembre di quest’anno e al 3,2% alla fine del prossimo (oggi siamo al 4,5%) e rimarrà così più elevata del 3% obiettivo per molto tempo ancora. Inoltre, sull’inflazione gravano dei rischi. I prezzi dei beni di prima necessità, tra cui riso e fagioli, stanno aumentando e di molto. Questo rappresenta una pressione inflazionistica. A questa, però, potrebbe aggiungersene un’altra. L’andamento dei prezzi dei beni di prima necessità potrebbe indurre il Governo ad aumentare la spesa pubblica per mantenere le promesse elettorali (migliorare le condizioni di vita delle classi a più basso reddito) con la conseguenza, però, di costringere la Banca centrale a smettere di tagliare i tassi. Ad oggi, comunque, le previsioni sono di un carovita in calo e quindi la Banca centrale brasiliana può permettersi un altro taglio dello 0,5% per poi continuare a tagliare nella restante parte del 2024 dello 0,25%, portando così il costo del denaro al 9% a fine 2024.
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LA NORVEGIA SARA' L’ULTIMA?
La Banca centrale norvegese è seriamente candidata per essere l’ultima ad iniziare a tagliare i tassi d’interesse. La Norges Bank ha lasciato i tassi d’interesse fermi al 4,5% e continua a dichiarare di volerli lasciare a questo livello fino all’autunno inoltrato. Dopotutto, anche se il carovita ha rallentato fortemente a febbraio – vedi Investi n° 1551 – l’economia norvegese rimane resiliente, la disoccupazione è su livelli molto bassi e i salari puntano al rialzo. Sono tutte minacce per l’inflazione, senza contare che un taglio dei tassi prima delle colleghe europee e mondiali potrebbe portare la corona a indebolirsi, importando così inflazione. Non c’è, dunque, da stupirsi se la Banca centrale norvegese continua a mandare messaggi che non aprono alcuna porta a tagli nei tassi nel breve periodo. Il messaggio di quest’ultima riunione è una conferma di quelli precedenti: per vedere un taglio in Norvegia si deve aspettare dicembre.
CINA: NIENTE TAGLI
La Banca centrale cinese, come da attese, non è intervenuta sui tassi d’interesse, lasciando quello sui prestiti a un anno al 3,45% e quello a cinque anni, che fa da riferimento per i mutui ipotecari, al 3,95%. La Banca centrale cinese ha probabilmente scelto una tattica attendista, visto l’andamento contrastato e irregolare dell’economia. I dati sugli investimenti e sulla produzione industriale hanno saputo alleviare in parte le preoccupazioni derivanti dal credito e dai consumi, dando così modo alla Banca centrale di non intervenire la scorsa settimana sui tassi. Per il futuro sono, però, in molti a puntare sul fatto che i tassi possano essere abbassati. Questo per diversi motivi. Primo: la crescita continua a essere irregolare e contrastata e servirà una mano all’economia per centrare l’obiettivo del 5% fissato dal Governo. Secondo: nei prossimi mesi arriveranno anche i tagli della Fed, e quindi ridurre il costo del denaro in Cina metterà meno pressione allo yuan.
COME VANNO I PRODOTTI?
Ubs Japan Treasury 1-3y (-0,8%)
Nordea 1 norwegian bond BP (-0,2%); Wisdomtree Long Nok Short Eur (-0,6%)
iShares $ High Yield Corp Bond (+1,6%)
HSBC GIF Brazil Bond AC USD (+0,8%)
Xtrackers II High Yield Corporate Bond 1D (-0,6%)
iShares China CNY Bond (+0,4%)
Vanguard USD Treasury Bond Ucits Etf Dis (+1,4%); Xtrackers II US Treasuries Ucits Etf 1D (+1,3%)
Ishares Eu Govt Bond 5-7y Ucits Etf Dist (+0,6%)
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