La settimana delle obbligazioni: dichiarazioni e bilanci di un trimestre

La settimana delle obbligazioni
La settimana delle obbligazioni
La settimana di Pasqua è stata contraddistinta da una penuria di dati macroeconomici, un po’, appunto, per le festività e un po’ perché le Banche centrali mondiali si sono riunite due settimane fa per decidere la loro politica monetaria. Ciò che hanno portato in dote queste giornate sono state più che altro dichiarazioni di vari esponenti di tre delle maggiori Banche centrali mondiali: Bce, Fed e Bank of Japan.
La Banca centrale giapponese (BoJ) ha voluto rimarcare un concetto molto importante: il primo aumento dei tassi avvenuto due settimane fa non è l’inizio di una stretta monetaria. È fondamentale, per l’Istituto nipponico, far comprendere al mercato che la posizione che sarà mantenuta è quella di grande cautela, perché l’economia del Giappone non è in uno stato in cui sono necessari rapidi aumenti dei tassi di interesse.
Un approccio che predica cautela è arrivato anche dalla Fed, ma in questo caso viene richiesta calma nel senso opposto: non bisogna avere nessuna fretta di tagliare i tassi, perché, a detta di esponenti Fed, i recenti dati economici giustificano un ritardo o una riduzione del numero di sforbiciate previste quest'anno. Gli ultimi dati sull’inflazione sono stati, infatti, definiti “deludenti” e non sufficienti, dunque, per acquisire quella fiducia necessaria, come più volte ribadito dal governatore Powell, per poter ridurre il costo del denaro. Dopotutto, ci sono diversi indicatori che fanno pensare che le pressioni sui prezzi possano ancora farsi sentire. Il primo è il mercato del lavoro, che è ancora in grado di creare un numero elevato di posti di lavoro, e quindi creare pressioni salariali. Il secondo è l’andamento dell’economia. La crescita economica Usa continua, infatti, a riservare sorprese (positive). Il Pil del quarto trimestre 2023 è stato infatti pari al 3,4%, facendo così segnare un dato superiore alle attese, fissate a +3,2%, che era anche la crescita comunicata con la stima precedente. Quelle dichiarazioni, seppur provengano da una voce isolata, sono bastate per far rivedere ai mercati le probabilità su un taglio del costo del denaro a giugno e luglio. Se una settimana fa il mercato stimava con un 75% di possibilità un taglio a giugno, ora si è scesi al 60%; analogamente, per luglio la probabilità di un taglio è scesa dall’85% al 75%).
IL PONTE DI BALTIMORA E L’INFLAZIONE
Tra i vari rischi per l’inflazione, non dovrebbe esserci invece l’incidente avvenuto a Baltimora. Secondo le prime stime, è infatti improbabile che il crollo del ponte che ha chiuso il porto di Baltimora al traffico navale possa scatenare problemi tali da generare una nuova crisi della catena di fornitura degli Stati Uniti o un'impennata dei prezzi delle merci – cosa che abbiamo visto succedere in passato nel mondo e che poi ha portato all’aumento dell’inflazione. Questo perché ad oggi vi è un'ampia e crescente capacità inutilizzata nei porti concorrenti della costa orientale degli Usa che possono dunque farsi carico e colmare il vuoto lasciato da Baltimora.
Partiamo dalla Banca centrale europea, dalla quale arrivano sempre maggiori conferme sul fatto che giugno è oramai il mese identificato per tagliare i tassi d’interesse di uno 0,25%. Una voce arriva addirittura da un esponente della Germania, un Paese tradizionalmente tra i più conservativi in fatto di tassi, che ha detto che l'inflazione della zona euro è destinata a rientrare verso l'obiettivo del 2% fissato dalla Banca centrale europea entro il prossimo anno, per cui un taglio dei tassi potrebbe verificarsi già a giugno. Ragionamento del tutto analogo è stato poi espresso anche da altri esponenti Bce. Insomma, la data oramai sembra esserci, almeno per il primo taglio. Per quello che avverrà dopo, come gli esponenti della Bce vanno ripetendo da tempo, tutto dipenderà dai dati.
COME SONO ANDATI I PRODOTTI QUESTA SETTIMANA?
Ubs Japan Treasury 1-3y (+0,2%)
Nordea 1 norwegian bond BP (-0,7%) Wisdomtree Long Nok Short Eur (-0,7%)
iShares $ High Yield Corp Bond (+0,2%)
HSBC GIF Brazil Bond AC USD (-0,3%)
Xtrackers II High Yield Corporate Bond 1D (+0,3%)
iShares China CNY Bond (+0,3%)
Vanguard USD Treasury Bond Ucits Etf Dis (+0,3%)
Xtrackers II US Treasuries Ucits Etf 1D (+0,4%)
Ishares Eu Govt Bond 5-7y Ucits Etf Dist (invariato)
Attendi, stiamo caricando il contenuto