La settimana delle obbligazioni: appuntamento a giugno

La settimana delle obbligazioni
La settimana delle obbligazioni
Sulle due sponde dell’Atlantico si inizia ad avere due visioni diverse su cosa fare in fatto di tassi d’interesse. In Europa, tutto oramai va nel verso di un taglio a giugno, mentre negli Stati Uniti ci si vuol prendere tutto il tempo necessario per decidere e non è per forza detto che il costo del denaro venga tagliato a giugno.
Partendo dalla zona euro, l’inflazione a marzo è stata pari al 2,4% annuo, in calo dal 2,6% di febbraio e con una frenata maggiore delle attese (al 2,5%). Il rallentamento superiore al previsto riguarda anche l’inflazione di fondo, scesa al 2,9% dal 3,1% di marzo – le attese erano a +3%. Sono dati che rendono fiduciosi sul fatto che il carovita di eurolandia proceda verso il 2%. Inoltre, secondo la Bce, le aspettative di inflazione dei consumatori sono diminuite a febbraio, rafforzando così le speranze che la crescita dei prezzi rallenti ulteriormente nei prossimi mesi. La situazione è dunque quella in cui il carovita scende, i consumatori si convincono che continuerà a farlo e questa è una buona notizia, perché riduce le pressioni sui prezzi per il futuro. Tutto questo non deve, però, far pensare che i problemi siano risolti, che il carovita non sia più un problema e che la Bce possa non solo iniziare, ma anche proseguire spedita con il taglio dei tassi.
Permangono infatti dei rischi, primo fra tutti l’andamento dei salari, la cui crescita annua ha rallentato sul finire del 2023, ma rimane superiore al 4% (è al 4,46%), un livello mai registrato da quando c’è l’euro. Questa dinamica salariale sta sostenendo la pressione sui prezzi nei servizi, tanto che a marzo l’inflazione di questo settore è rimasta al 4% - vedi a lato – e rappresenta un rischio per l’andamento generale dei prezzi. In sintesi, pur con qualche rischio, le cose vanno nel verso giusto, tanto da fare pensare, oramai, che il taglio dei tassi a giugno non è solo possibile, ma probabile. Nella riunione di maggio, invece, non ci sarà alcun taglio.
Negli Stati Uniti, il governatore della Fed, Powell, non ha mancato di ricordare che non c’è alcuna fretta nel tagliare i tassi e ha anche aggiunto che la Fed si prenderà tutto il tempo necessario per decidere. Dopotutto, i dati provenienti dall’economia dimostrano che l’attività negli Usa è robusta, così come il mercato del lavoro – vedi a lato – e questo potrebbe rendere il calo dell’inflazione più lento: i dati consentono una relativa tranquillità nel lasciare il costo del denaro più in alto un po’ più a lungo, perché l’economia non rischia di risentirne. In tema di carovita, secondo Powell è troppo presto per dire se i dati recenti rappresentino qualcosa di più di un semplice aumento isolato o un’inversione di tendenza. Per quanto riguarda i tassi, però, continua a dichiarare che sarà opportuno tagliarli durante il 2024. I mercati continuano a credere che questo accadrà tra giugno o luglio.
GIAPPONE: PER UN ALTRO RIALZO SE NE PARLA IN AUTUNNO
In Giappone, la Bank of Japan aspetterà l’autunno prima di alzare i tassi ancora una volta. Il grande scoglio era infatti quello di mettere fine alla politica di tassi negativi e, fatto ciò, il grosso del lavoro è stato svolto e ora non ci sono motivi forti e urgenti per alzare velocemente il costo del denaro.
SEGNALI DI STABILIZZAZIONE DALLA CINA
Dalla Cina arrivano dei segnali di stabilizzazione dell’attività. Dopo i dati sui profitti industriali, l’indice Pmi del settore manifatturiero è salito a marzo a 50,8 punti dai 49,1 di febbraio. Si tratta di un dato positivo per tre ragioni. Primo: è sopra le attese (a 50,1). Secondo: essendo sopra 50 punti mostra che il settore manifatturiero è in espansione. Terzo: è la prima volta in sei mesi che questo indice è sopra 50 punti. L’indice Pmi del settore non manifatturiero è salito a 53 punti, dai 51,4 di febbraio (attese a 51,5), confermandosi, ormai da diverso tempo, in fase di espansione.
COME SONO ANDATI I PRODOTTI IN SETTIMANA?
Ubs Japan Treasury 1-3y (-0,5%)
Nordea 1 norwegian bond BP (+0,2%); Wisdomtree Long Nok Short Eur (+0,9%)
iShares $ High Yield Corp Bond (-0,8%)
HSBC GIF Brazil Bond AC USD (-0,3%)
Xtrackers II High Yield Corporate Bond 1D (+0,2%)
iShares China CNY Bond (-0,1%)
Vanguard USD Treasury Bond Ucits Etf Dis (-1,2%); Xtrackers II US Treasuries Ucits Etf 1D (-1,3%)
Ishares Eu Govt Bond 5-7y Ucits Etf Dist (-0,4%)
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