La settimana delle obbligazioni: America e Europa si allontanano

La settimana delle obbligazioni
La settimana delle obbligazioni
La Fed è sempre stata chiara in fatto di tassi d’interesse: per tagliare è necessario che i dati supportino la fiducia sul fatto che l’inflazione stia scendendo verso l’obiettivo del 2%. Gli ultimi dati sul carovita non vanno in questa direzione e non rassicurano sul fatto che il carovita stia convergendo verso il 2% obiettivo. Inoltre, alla luce dell’attuale stato di salute di economia e mercato del lavoro, come evidenzia anche il Beige book (vedi a lato), non solo è opportuno mantenere i tassi sui livelli attuali, ma sarà opportuno farlo per tutto il periodo di tempo che servirà. Tutte dichiarazioni che allontanano sempre di più il primo taglio dei tassi d’interesse. E infatti i mercati vanno riadattando di continuo le loro attese e ora le possibilità che i tassi verranno tagliati a giugno sono oggi diventate molte basse e non solo: calano anche quelle di un taglio a luglio.
Completamente diverse le dichiarazioni di chi è capo della Bce, che invece parla chiaramente di taglio dei tassi. La governatrice ha infatti chiaramente detto che l’andamento dell’inflazione è in linea con le aspettative e nella zona euro ci si sta avvicinando al momento in cui i tassi saranno tagliati. Ovviamente si deve fare attenzione ai dati che usciranno nelle prossime settimane, dato che permane molta incertezza a causa delle tensioni geo-politiche, ma se non ci saranno shock – cioè se non ci saranno sorprese negative – a giugno i tassi saranno tagliati. Oramai questo è lo scenario e la decisione è presa.
CINA: GUARDANDO BENE I DATI…
I dati provenienti dalla crescita cinese del primo trimestre sembrano andare nel verso desiderato dalle autorità di Pechino, visto che il Pil nel primo trimestre è cresciuto del 5,3% rispetto ai 12 mesi precedenti, riuscendo così a fare meglio del trimestre precedente (+5,2%) e delle attese (+4,8%) e risultando coerente con l’obiettivo del 5% fissato per l’intero 2024. È, però, troppo presto per cantare vittoria. La crescita del primo trimestre è stata infatti trainata dagli investimenti pubblici e buona parte della crescita trimestrale è merito di quanto successo nei primi due mesi dell’anno. A marzo, infatti, produzione industriale e vendite al dettaglio hanno mostrato un forte rallentamento e un dato nettamente sotto le attese. Riassumendo, bene i primi due mesi dell’anno, ma già a marzo le cose sono andate meno bene e mancano ancora nove mesi per finire il 2024…
GIAPPONE: TASSI FERMI QUESTA SETTIMANA
Dopo aver posto fine all’era dei tassi negativi a marzo, questa settimana la Bank of Japan (BoJ) si riunirà nuovamente per decidere la sua politica monetaria, ma la conclusione è scontata: non si farà nulla e il costo del denaro rimarrà lì dov’è. Questo anche alla luce dei dati sull’inflazione. A marzo il carovita nipponico è salito del 2,7% annuo, solo in leggero rallentamento rispetto al 2,8% precedente. Passa dal 2,8% al 2,6% il dato sull’inflazione di fondo (attese a 2,7%), ma i dati confermano comunque come i prezzi continuino a essere stabilmente sopra il 2% obiettivo. Inoltre, lo yen debole e il prezzo del petrolio potrebbero rappresentare per i prossimi mesi delle pressioni inflazionistiche. Il contesto è quindi quello per cui non ci sono motivi per rivedere la politica monetaria, ma non è neppure urgente provvedere a ulteriori rialzi nel costo del denaro nell’immediato.
COME SONO ANDATI I PRODOTTI IN SETTIMANA?
Ubs Japan Treasury 1-3y (-1,2%)
Nordea 1 norwegian bond BP (-2,2%); Wisdomtree Long Nok Short Eur (-1,1%)
iShares $ High Yield Corp Bond (-0,5%)
Xtrackers II High Yield Corporate Bond 1D (-0,2%)
iShares China CNY Bond (+0,1%)
Vanguard USD Treasury Bond Ucits Etf Dis (-0,7%)
Xtrackers II US Treasuries Ucits Etf 1D (-0,7%)
Ishares Eu Govt Bond 5-7y Ucits Etf Dist (-0,9%)
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