Btp: come sceglierli nel miglior modo possbile?

BTp: come sceglierli al meglio
BTp: come sceglierli al meglio
BTp, BoT… i nostri titoli di Stato sono l’investimento per eccellenza per gli investitori italiani. Acquistare i titoli del proprio Paese, oppure investire su settori o azioni conosciuti è una tendenza molto diffusa che prende il nome di home bias (puoi approfondire il tema qui). L’home bias non è però solo degli italiani, gli investitori di ogni Paese hanno una preferenza per i propri titoli di Stato.
Se si tratta di un comportamento molto diffuso, è necessario però che esso non prenda il sopravvento, per evitar che porti a scelte di investimento non ottimali – troppo concentrate su un unico emittente e poco diversificate.
COME MUOVERSI NELLA PRATICA
La prima cosa da fare è capire se i nostri titoli di Stato sono presenti all'interno della strategia di portafoglio. Qualunque scelta di investimento deve essere infatti sempre contestualizzata in un'ottica di portafoglio. Scelte di investimento non basate su un portafoglio diversificato non sono corrette. Dunque, la prima cosa da verificare è se nel portafoglio in cui tu ti riconosci sono presenti i bond della zona euro. Se così è, allora puoi dedicare spazio ai nostri titoli di Stato. Per motivi di diversificazione, i BTp devono pesare al massimo il 5% del tuo portafoglio. Ribadiamo: è una scelta legata ai principi basilari inderogabili della diversificazione. È un principio applicato anche a titoli sovranazionali come la Bei o la Banca Mondiale che hanno un rating tripla AAA, per i quali, dunque, non è in discussione la capacità di rimborso.
A questo punto bisogna scegliere la scadenza corretta: per le obbligazioni è importante posizionarsi sulla duration corretta tenendo conto del contesto di mercato. Nell'attuale, con rendimenti in calo, le scadenze dei BTP acquistabili vanno tra il 2028 e il 2032. Arrivato a questo punto hai già una serie di BTp tra cui scegliere e sai anche la quantità che devi acquistare, perché il valore investito dovrà essere il 5% del tuo portafoglio.
Ognuno di noi però è in una situazione differente e quindi è possibile che ciascun investitore abbia preferenza, a parità di scadenza, per titoli diversi. I casi personali sono molteplici ed è impossibile prevederli tutti, ma qui ti riportiamo delle linee guida con cui muoverti.
Puoi approfondire queste linee guide leggendo una nostra analisi sul punto.
Per quanto riguarda la compensazione fiscale, ricorda che le obbligazioni non sono l’unica soluzione da usare. I certificate, per esempio, sono prodotti ancor più efficienti per compensare minusvalenze. Se comunque vuoi usare bond per compensare le minus, ricorda che con gli zero coupon puoi compensare solo una parte. Non sono quindi lo strumento ideale. Inoltre, fai attenzione alle aliquote fiscali.
ATTENZIONE ALLE ALIQUOTE PER NON PERDERE IL CREDITO FISCALE!
Supponiamo che tu abbia acquistato azioni per 5.000 euro, rivendendole a 4.000: hai una perdita di 1.000. Supponiamo poi che tu abbia acquistato i BTp per 10.000 euro, vendendoli a 11.000: hai un guadagno di 1.000 euro. Se compensassi guadagni e perdite, il conto con il fisco si chiuderebbe in pareggio. Ma la perdita di 1.000 euro è stata realizzata su titoli tassati al 26%, su cui perciò hai un “credito” verso il fisco di 260 euro. I BTp, invece, sono tassati al 12,5%, perciò al fisco devi solo 125 euro. Se compensi crediti e debiti sulle tasse dovute, e non sull’importo di guadagni e perdite, vedi che non sei affatto in pareggio: hai ancora un credito col fisco per 135 euro (cioè 260-125). Come fa la banca non farti perdere questo credito? Applica un “misterioso£ 48,08%, che altro non è che il rapporto tra le due aliquote (12,5%/26%). Invece di cancellarti l’intera minusvalenza che hai accumulato in passato, te ne ha cancellata solo una parte, pari a 480,8 euro circa (il 48,08% di 1.000 euro). Morale, non hai pagato tasse sui BTp e hai ancora una minusvalenza di circa 519,2 euro (cioè 1000 meno i 480,8 euro utilizzati) che puoi sfruttare in futuro. Questo per te è un vantaggio, non una “sgradita sorpresa”: se effettuerai altre vendite, potrai sfruttare questo vantaggio fiscale. Non a caso, se calcoli il 26% di questi 519,2 euro, il risultato è 135: il credito fiscale che ancora non hai sfruttato. Dunque, ricordati di ragionare sempre in termini di aliquote e di tasse da pagare, non sull’importo dei guadagni e delle perdite: se non lo fai rischi di non compensare tutte le minusvalenze e perdere dei crediti fiscali.
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