La settimana delle obbligazioni: tutti i futuri tagli dei tassi della Bce…

La settimana delle obbligazioni
La settimana delle obbligazioni
La decisione era data per scontata e così è stato: la Bce ha abbassato dello 0,25% i tassi, portando al 3,25% quello sui depositi e al 3,4% quelli ufficiali. L’andamento dei mercati, e soprattutto le decisioni di investimento, si basano però sulle attese e sulle prospettive future. In questo senso i mercati hanno deciso di posizionarsi su una prospettiva tale per cui se prima si prevedeva un taglio ogni trimestre, ora si pensa che le sforbiciate al costo del denaro possano arrivare a ogni riunione. Ciò significa che dopo il taglio odierno, ne arriverà un altro nella riunione di dicembre. L'anno si chiuderà, quindi, con i tassi sui depositi al 3% e quelli ufficiali al 3,15%. Per il 2025, i tassi continueranno a esser tagliati fino ad arrivare al 2,25%. In pratica, non essendo cambiato il contesto generale, che è sempre quello di calo dei tassi, non cambiano neanche i consigli d’investimento. Con le obbligazioni devi posizionarti su scadenze medio-lunghe - puoi arrivare anche ad acquistare bond con scadenza a 8 anni.
Una corretta gestione delle proprie finanze, però, tiene conto anche delle passività (mutui, prestiti…), non solo delle cosiddette attività, quindi degli investimenti già effettuati o delle ulteriori risorse disponibili da destinare ad altri investimenti. Significa che anche se hai un mutuo con una rata gestibile se rapportata alle tue finanze ciò non toglie che si possa prendere in considerazione di abbassare la rata del proprio mutuo. Facendolo, si liberano risorse finanziarie, in altri termini hai più soldi a disposizione (perché paghi una rata più bassa del mutuo) che si possono dedicare ad aumentare le tue spese oppure ad altri investimenti, che a loro volta generano nuove entrate.
NOTIZIE DAL RATING DELL’ITALIA
Arrivano buone notizie dai giudizi delle case di rating sull’affidabilità dell’Italia. S&P ha confermato sia il rating, a BBB, sia l’outlook, a stabile; dunque, per il futuro non ci sono in vista né miglioramenti né peggioramenti. S&P parla di “rosee prospettive” per la crescita italiana (+1% per il Pil sia nel 2024 sia nel 2025), mentre la maggiore sfida per l’economia è il debito elevato. Anche Fitch ha confermato il rating a BBB, ma ha alzato l’outlook a positivo: in futuro, quindi, potrà esserci una promozione. Un’aumentata credibilità di bilancio e l’impegno di rispettare le regole europee in termini di vincoli di bilancio sono alla base della decisione di Fitch.
CINA: SI RAGGIUNGERÀ IL 5%?
La crescita economica cinese è stata del 4,6% annuale nel terzo trimestre, in rallentamento rispetto al 4,8% fatto segnare nel secondo trimestre, ma in linea con le attese del mercato. Dato che l'economia cinese si è posta un obiettivo di crescita del 5%, molto importante è guardare a questo punto dell'anno al dato cumulato, cioè a quanto è cresciuta l'economia cinese in questi primi 9 mesi: questo dato parla di un +4,8%. Siamo quindi leggermente sotto l'obiettivo e questo da una parte non rende impossibile il raggiungimento del 5% a fine 2024, ma dall’altra non è neppure così scontato che nel quarto trimestre la crescita sarà tale da portare il saldo a 12 mesi al 5%. Se il Pil racchiude una sintesi di quanto fatto in tre mesi, dalla Cina sono arrivati anche i dati di settembre. Questi ultimi, guardando alle vendite al dettaglio, alla produzione industriale e alla disoccupazione, nonché agli investimenti, sono stati migliori delle attese e in accelerazione rispetto ad agosto. Questi dati possono lasciare intravedere la speranza, che dovrà comunque essere confermata con i dati dei prossimi mesi, che la situazione in Cina si stia stabilizzando.
GIAPPONE: L’INFLAZIONE RALLENTA O NO?
Nella riunione di fine mese i tassi giapponesi saranno lasciati fermi. I dati sull’inflazione di settembre, infatti, corroborano questa tesi. L'inflazione in Giappone a settembre ha rallentato dal 3% al 2,5% annuale, ma si tratta dell'indice generale dei prezzi al consumo, che tiene conto anche dei prezzi degli alimentari e dell'energia. Su questo dato, dunque, incide la reintroduzione dei sussidi ai prezzi dell'energia, che sono stati una voce importante dell’inflazione di settembre. Infatti, il Governo giapponese ha introdotto dei sussidi per contenere i prezzi di gas ed elettricità che hanno pesato fortemente sull’indice dei prezzi. Se si esclude dal calcolo il prezzo dell'energia, depurando quindi l'andamento dei prezzi dall’effetto dei sussidi governativi, e quello degli alimentari, l'inflazione è cresciuta del 2,1%, in accelerazione dal 2% di agosto.
ARRIVANO TAGLI ANCHE PER ALTRE BANCHE
L'inflazione di settembre in Canada ha fatto scattare le scommesse per il cosiddetto “jumbo cut”, cioè il taglio dei tassi dello 0,5% nella riunione della prossima settimana. Il carovita canadese si è, infatti, attestato all'1,6% annuale, in calo dal 2% di agosto, registrando così un rallentamento maggiore di quello atteso dal mercato (1,8%).
Per la Bank of England la possibilità di poter tagliare i tassi nella prossima riunione è veramente a portata di mano. A dirlo sono i dati sull'inflazione di settembre, attestatasi all'1,7% annuale, risultando così in netto calo dal 2,2% di agosto, posizionandosi anche su un livello più basso rispetto alle attese di mercato, fissate all'1,9%.
Dopo il taglio a sorpresa della riunione precedente, la Bank of Indonesia, come da attese, ha deciso di lasciare i tassi invariati. A pesare su questa decisione è stata ancora una volta la rupia: la stabilità della valuta ed evitare una sua eccessiva debolezza sono fattori chiave per le decisioni sui tassi. Questo, però, non deve essere visto come un segnale della fine della politica dei tagli dei tassi. Già nella prossima riunione potrà esserci un nuovo taglio.
Operativamente: i bond in sterline, dollari canadesi e rupie non sono da acquistare.
COME SONO ANDATI I PRODOTTI
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