La settimana delle obbligazioni: la Fed non ha fretta sui tassi

La settimana delle obbligazioni
La settimana delle obbligazioni
La crescita della zona euro nel terzo trimestre è stata confermata, con il Pil aumentato dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dello 0,9% rispetto all’anno precedente. È un dato che lascia, comunque, aperte tutte le possibilità per la riunione di dicembre della Bce, anche se i tassi sono già stati tagliati a ottobre. Questo perché dai verbali dell'ultima riunione di ottobre della Banca centrale europea si evince che la decisione di tagliare i tassi è stata presa in un'ottica di gestione del rischio. Il ragionamento della Bce è stato il seguente: se l'inflazione continuerà a scendere nei mesi successivi e l’economia rallenterà, allora il taglio di ottobre si rivelerà corretto. In caso contrario, aver tagliato i tassi a ottobre dello 0,25% non rischierebbe di generare fiammate inflattive perché basterebbe non tagliare i tassi a dicembre.
STATI UNITI: INFLAZIONE STABILE
Per quanto riguarda i dati sull’inflazione Usa di ottobre, la prima cosa da dire è che la disinflazione a stelle e strisce sembra essersi un po’ arenata. I prezzi non stanno più salendo, ci riferiamo al dato del carovita di fondo che è quello più significativo, ma non stanno neanche scendendo. Il Governatore della Fed ha detto che non c’è fretta per tagliare e, guardando ai dati appena esposti, sembra la trasposizione, a parole, dei numeri sull’inflazione. I mercati credono ancora a un taglio dei tassi nella prossima riunione di dicembre, seppur la convinzione non sia assoluta.
CINA: l’ECONOMIA SI STABILIZZA?
I dati che provengono dall'economia cinese per il mese di ottobre hanno mostrato alcuni settori che hanno corso più delle attese e altri invece che lo hanno fatto meno. La conclusione a cui si può arrivare è che la Cina inizia a dare segni di stabilizzazione nella sua attività economica. Più precisamente, i dati sembrano dimostrare che il rallentamento dell'economia si sta fermando. Questo non significa che la Cina è già in ripresa, ma solo che sta finendo la fase di rallentamento e sta entrando in una fase di stabilizzazione, passaggio fondamentale per poi poter tornare a crescere.
GIAPPONE: PIL SOPRA LE ATTESE E YEN DEBOLE
L'economia giapponese cresce più del previsto nel terzo trimestre del 2024. Il Pil annuale nipponico ha fatto segnare +0,9%, battendo le attese poste a +0,7%. Su questo risultato hanno inciso in maniera positiva i consumi, in crescita dello 0,9%; è un dato che batte nettamente le attese che erano state poste allo 0,2% e che fa segnare un'accelerazione rispetto al +0,7% del secondo trimestre. I dati derivanti dal Pil del terzo trimestre avvalorano l'ipotesi di un aumento dei tassi entro la riunione di gennaio 2025. Rimane da vedere se l'aumento sarà già anticipato a dicembre, ipotesi che diventa più probabile dopo i dati sul Pil, oppure se si aspetterà la prima riunione del nuovo anno. Un altro motivo per la BoJ per alzare i tassi è la debolezza dello yen. La valuta nipponica ha toccato anche quota 156 yen per un dollaro, sui valori più bassi da luglio. La politica economica di Trump rende incerto il percorso dei tassi negli Usa da parte della Fed e prospettive di un numero minore di tagli negli Stati Uniti hanno fatto rialzare i rendimenti di mercato e rafforzare il dollaro sullo yen.
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